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Per chi dice SI al Ponte

Le Grandi Opere e la voglia di progresso. Come crescere e avvicinarsi sempre di più all'Europa

04 gennaio 2006

Un utente di Guidasicilia, ribattezzatosi ''Siciliano europeo'', così ha scritto nel forum riguardante l'articolo ''No Ponte - NoTav'':
SI al Ponte - No alla Disinformazione Ecologico-marxista!
Siccome Guidasicilia ultimamente pubblica POCO IMPARZIALMENTE solo articoli contro il Ponte, mi permetto di disturbare per l'ultima volta con questo articolo di Carlo Tregua, favorevole ad un'opera che solo i meridionali retrogradi, per meschine ragioni politiche, possono osteggiare (a meno che non siano della Padania e vogliano trasferirvi i soldi per il Ponte)...

Di seguito viene pubblicato l'articolo riportato dall'utente ''Siciliano europeo'', ''Verdi italiani più verdi dei francesi'' di Carlo Alberto Tregua, direttore del Quotidiano di Sicilia, sperando di poter ripristinare, almeno un poco, quella ''parzialità'' che a Guidasicilia sembra sia mancata, indispensabile per l'informazione.
Guidasicilia però, vuole solo aggiungere tre cose: di non ritenere, comunque, offensivo l'appellativo di ''Ecologico-marxista'', e che l'articolo voleva far riflettere su quello di cui la Sicilia ha bisogno prima della costruzione del Ponte più lungo del Mondo; la rimproverata ''disinformazione'' segnalata, quindi, alla Redazione di Guidasicilia non sembra sia presente nell'articolo. Infine, ringraziamo sempre chi partecipa ai forum esprimendo il proprio parere, e ringraziamo ancora di più quegli utenti come il ''Siciliano europeo'' che lo fanno in maniera attiva e stimolante.  

''Verdi italiani più verdi dei francesi''
Il Ponte non s'ha da fare? - La questione riguarda la destinazione delle risorse al Sud
di Carlo Alberto Tregua, direttore del Quotidiano di Sicilia

Prima falsità. Hanno messo in bocca a Luigi De Sena, nuovo prefetto di Reggio Calabria ex vice capo della Polizia, che il progetto del Ponte doveva essere sospeso. Invece, De Sena ha detto molto appropriatamente che bisogna alzare il livello di guardia e di indagine per evitare infiltrazioni nei lavori da parte delle organizzazioni malavitose calabrese e siciliana (leggi).
Altra falsità. Il Ponte impedirebbe il transito dei cetacei nello Stretto. Questo non può accadere per il semplice fatto che i cetacei, salvo eccezioni, non transitano abitualmente nello Stretto.
Ancora, l'Unione Europea non ha aperto un'inchiesta sul ''disturbo'' del Ponte agli uccelli migratori, ma ha chiesto alla Stretto di Messina Spa se questo disturbo possa avvenire. Uno studio in corso, dalle prime conclusioni, sembra escludere tale eventualità.
Infine, l'inchiesta dei Pm di Monza, basata sulle intercettazioni telefoniche (''Vince Impregilo'') sembra vada ad archiviarsi perché una frase di tal genere non costituisce reato. Di fatto l'asta, che vedeva in concorrenza il raggruppamento capitanato dalla Astaldi, si è svolta con grande trasparenza (leggi).

Eliminate le menzogne, facciamo chiarezza sulle ragioni del Sì. L'opera non gode di nessun contributo a fondo perduto da parte dello Stato: fatto fondamentale. La realizzazione ha bisogno di sei miliardi di euro. La Stretto di Messina Spa ha un capitale sociale, già deliberato dall'assemblea dei soci, di 2,5 miliardi, sottoscritto per il 69 per cento da Fintecnica (società controllata dal Tesoro), per il cinque per cento dalle Regioni Sicilia e Calabria, e per il 26 per cento da Rfi spa (Fs) e Anas spa.
I restanti 3,5 miliardi sono reperiti sul mercato da una cordata di banche nazionali ed internazionali per sostenere il project financing, che prevede contrattualmente la restituzione del finanziamento in trent'anni dall'apertura dell'opera al traffico.
La concessione dello Stato è di 38 anni: otto anni (dal 2004 al 2012) di preammortamento e 30 anni per restituire prestiti e capitale. La Stretto di Messina Spa ha già stabilito contrattualmente pedaggi, costi di esercizio, ammortamenti. Nulla è stato lasciato al caso. Tuttavia, vi sono due riserve finanziarie importanti. L'appalto di 4,4 miliardi è stato assegnato all'Impregilo spa, che ha offerto un ribasso di 500 milioni, quindi è diventato di 3,9 miliardi. Il risparmio costituisce un cuscinetto per affrontare imprevisti. E l'intero piano finanziario è di sei miliardi, quindi con una riserva di oltre 1,6 miliardi sul valore d'asta.
L'opera contempla un nodo viario di 20 chilometri per interconnettere il Ponte all'autostrada Sa-Rc ed al sistema ferroviario ordinario oppure alla Tav se arriverà a Villa S. Giovanni. Ed un nodo viario di 20 chilometri per interconnettere il Ponte all'autostrada in terra siciliana, oltre al raccordo ferroviario con la nuova erigenda stazione di Messina. Non occorrono dunque altre risorse per rendere completamente funzionante e percorribile l'intera opera da una sponda all'altra dello Stretto. Un'altra falsità sgombrata: quella di chi affermava che si tratta di un manufatto che abbisogna di altre risorse per essere completato.

Che opere come questa si possano realizzare in tempi certi è dimostrato dalla nuova Fiera di Milano, costruita e resa praticabile in soli tre anni. Mentre altre imponenti opere sono in fase di costruzione, interamente finanziate dallo Stato: il Mòse di Venezia (paratie anti-maree) che costerà oltre 1,6 miliardi di euro e la linea C della metropolitana di Roma che costerà tre miliardi.

Ci chiediamo se i verdi italiani sono più verdi di quelli francesi. I quali nulla hanno obiettato sulla costruzione del traforo di 52 chilometri della Tav Lione-Torino. Forse in territorio francese non ci sono le stesse condizioni di quelle italiane pur essendo le stesse montagne oggetto del traforo? E i verdi tedeschi, al governo Schroeder hanno mai fatto le barricate per costruire la più estesa rete autostradale e ferroviaria d'Europa?
Perchè quelli italiani hanno una visione corta e localistica che vuole fermare il progresso? Ragionando come loro, abiteremmo ancora nelle caverne e ci nutriremmo di noccioline.
E i verdi giapponesi sono inferiori a quelli italiani? Là, nel Giappone, ove 125 milioni di abitanti abitano in isole collegate da migliaia di ponti? O i verdi danesi e svedesi sono inferiori a quelli italiani, non avendo obiettato nulla alla costruzione di un ponte che unisce le due nazioni del Nord-Europa, lungo ben 16 chilometri e con un impatto ambientale molto superiore a quello del Ponte sullo Stretto?

Gli amministratori della Stretto di Messina Spa sono andati in giro per il mondo a vendere l'immagine dell'Italia, una nazione capace di costruire l'ottava meraviglia, destando curiosità. Quella curiosità che, se saputa sfruttare, porterà flussi considerevoli di turisti a vedere l'opera non quando sarà completata ma durante i sei anni di costruzione. La ricaduta per il lavoro sarà forte per la Sicilia. Oltre 40 mila persone saranno assorbite. Cifra che potrà essere aumentata se ve ne saranno altri professionalmente preparati. Eppoi Messina dovrà alloggiare decine di migliaia di tecnici ed ingegneri che per sei anni abiteranno nella città dello Stretto.
Aprite gli occhi, amici Siciliani contrari. Fatevi un'opinione con la vostra testa. Abbandonate i demagoghi ed i faziosi al loro destino.

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04 gennaio 2006
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