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Per i neolaureati è sempre più difficile trovare lavoro

Una ricerca Almalaurea evidenzia il calo dello 0,5% del tasso di occupazione nell'ultimo anno

13 marzo 2009

A un anno dal diploma il tasso di occupazione dei laureati risulta in calo, nell'ultimo anno, di 0,5 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione aumenta di 3 punti percentuali, mentre negli ultimi 7 anni la quota di laureati occupati si contrae di 6 punti percentuali (di analoga entità risulta anche l'aumento del tasso di disoccupazione).
Sono alcuni dei dati dell'XI Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati presentato nei giorni scorsi a Roma.

"La contrazione della quota di occupati - si legge - non si è tradotta tuttavia in un minor numero di neo-dottori assorbiti dal mercato del lavoro, dato il forte aumento dei laureati usciti in questo periodo dal sistema universitario. Escludendo coloro che già lavoravano al momento della laurea, l'ammontare dei laureati che ha fatto il proprio ingresso nel mercato del lavoro è salito di oltre il 35% (da circa 55mila nel 2001 a 74mila nel 2007)".
Resta confermato che, al crescere del livello di istruzione, cresce anche l'occupabilità e il reddito. Il mondo del lavoro guarda indubbiamente ai laureati con attenzione, d'altronde i laureati sono in grado di rispondere meglio ai mutamenti del mercato del lavoro. Nell'intero arco della vita lavorativa (25-64 anni), la laurea risulta premiante.
Chi è in possesso di un titolo di studio universitario presenta un tasso di occupazione di oltre 10 punti percentuali maggiore di chi ha conseguito un diploma di scuola secondaria superiore. Anche il reddito premia i titoli di studio superiori: misurato per la stessa classe di età (25-64 anni), è più elevato del 65% rispetto a quello percepito dai diplomati di scuola secondaria superiore.

L'indagine conferma poi che, a cinque anni dal conseguimento della laurea, la stragrande maggioranza dei laureati è inserita nel mercato del lavoro. In particolare, il tasso di occupazione per i laureati del 2003, seppure lievemente in calo nell'intervallo, è pari all'84,6% (ma altri 7,4 su cento proseguono gli studi), la stabilità del lavoro coinvolge il 70% degli occupati e l'efficacia del titolo nel mercato lavoro è elevata. La nota dolente è rappresentata dalle retribuzioni che, nell'ultimo quadriennio, seppure superiori a 1.300 euro, hanno visto il loro valore reale ridursi di circa il 6%.
In generale, l'analisi dell'occupabilità dei laureati post-riforma, soprattutto se confrontati con quelli dei laureati pre-riforma degli anni precedenti, mostra segnali positivi a testimonianza di un mercato del lavoro che, prima della crisi mondiale, sembrava ben accogliere i laureati figli della riforma senza particolari penalizzazioni tra titoli di primo e secondo livello. Il guadagno a un anno supera complessivamente i 1.100 euro netti mensili (contro i 1.010 euro dei pre-riforma).

Anche l'efficacia del titolo universitario si dimostra apprezzabile fin dal primo anno dalla laurea: il titolo risulta almeno abbastanza efficace per oltre 87 laureati post-riforma su cento (9% in piu' di quanto registrato fra i laureati pre-riforma). Si conferma invece la consistenza del lavoro precario e la stabilità è più elevata per i laureati di primo livello rispetto agli specialistici, ma pur sempre non raggiunge il 40%.
A un anno dal diploma, lavora il 75% dei laureati specialistici del 2007, che guadagnano 1.117 euro mensili netti (addirittura un po' meno di quanto guadagnano i laureati di primo livello). E la laurea risulta almeno abbastanza efficace nell'87% dei casi. Tuttavia, appena il 28% dei neolaureati specialistici è stabile, ovvero lavora a tempo indeterminato o autonomo. Il lavoro atipico coinvolge quasi un neolaureato specialistico occupato su due (49%).

Tra i neolaureati di primo livello, invece, il tasso di occupazione risulta pari al 69%: un valore nettamente più alto rispetto a quello rilevato tra i colleghi sia post che pre-riforma (per questi ultimi pari al 51%). I laureati di primo livello presentano una quota di disoccupati pari al 16,5% e la stabilità del lavoro è prossima al 40%. Il lavoro atipico riguarda il 47% dei neolaureati. A un anno dalla laurea i laureati di primo livello guadagnano 1.128 euro mensili netti. Per 87 neolaureati su cento la laurea risulta almeno abbastanza efficace.
I laureati specialistici a ciclo unico (medici, veterinari, architetti, farmacisti), sempre secondo Almalaurea, mostrano un tasso di occupazione nettamente inferiore alla media (43%), a causa dell'elevata quota di chi prosegue la formazione con attività necessarie alla professione.
E' il caso dei laureati in Medicina, che hanno un peso rilevante nel collettivo esaminato, iscritti alle scuole di specializzazione. Gli specialistici a ciclo unico, frequentemente impegnati in attività formative retribuite, mostrano un tasso di disoccupazione del 9%. Il lavoro stabile coinvolge 36 laureati su cento, l'atipico 45 laureati su cento. A un anno dalla laurea il guadagno è di 1.140 euro mensili netti. Tra i laureati specialistici a ciclo unico la laurea sfiora la massima efficacia (98%). [Adnkronos/Labitalia]

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13 marzo 2009
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