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Per il Guardasigilli Castelli, i dati della Cassazione sulla legge ex Cirielli sono incompleti e strumentali

Castelli chiede alla Corte Suprema i criteri adottati per raccoglieri i dati sull'impatto della salva-Previti

11 ottobre 2005

Il ministro della Giustizia Roberto Castelli è intervenuto nella polemica sui numeri dei processi pendenti che andrebbero in prescrizione con l'entrata in vigore del disegno di legge ''ex-Cirielli'' (meglio conosciuta come legge salva-Previti, perché risolverebbe le pendenze giudiziarie del deputato di Forza Italia Cesare Previti), che opposizione e parte dei magistrati hanno accusato di parzialità e incompletezza, segnalando analoghe perplessità sulla validità dei numeri trasmessi dalla Cassazione.
In un carteggio del 7 ottobre scorso con la Cassazione e la presidenza della Camera - divulgato ieri sul sito web del Ministero della Giustizia -, Castelli esprime al presidente della corte, Nicola Marvulli, le sue riserve in merito ai metodi di rilevazione utilizzati dalla Cassazione nel misurare l'impatto sui processi che avrebbe la legge, che riduce i tempi di prescrizione.

''C'è da aspettarsi che, se sono stati criticati come insufficienti i risultati prodotti dal ministero (della Giustizia), la stessa critica verrà rivolta anche ai Suoi uffici'', dice il Guardasigilli a Marvulli.
La corte, su 3.365 procedimenti presi in esame, ha segnalato la prescrizione per un numero elevato di processi pendenti, in una forbice tra 42,02% e 49,09%. Una valutazione che peraltro il centro di documentazione della Cassazione definisce ''sottostimata'' in una lettera a Marvulli, anche questa resa nota dal ministero.
Per il solo reato di corruzione ad esempio, la Cassazione prevede una prescrizione dell'81,4%-88,8% su 27 processi presi in esame.

Ricordando ''la rilevanza politica che i dati, pur nella loro asetticità contengono, ma anche l'altissimo grado di strumentalizzazione al quale essi si prestano'', Castelli chiede al presidente della Cassazione di rendere noti i criteri usati per la scelta dei reati campionati - ''atteso che si tratta di un campione di 3.365 procedimenti pendenti su un complesso pari a circa 33.000'' - e di conoscere quali sono i reati più frequenti al fine di valutare la rappresentatività dei dati forniti.
Nei giorni scorsi, l'opposizione di centrosinistra e l'Associazione nazionale magistrati erano insorte sui dati forniti da alcune corti d'Appello, giudicandoli parziali e incompleti.
Il ministro precisa a Marvulli che la percentuale di dati esaminati dalla Corte è ''pari al 12% del totale, praticamente idonea a quella dell'ufficio statistica del ministero''. E aggiunge che, da più approfonditi esami ''emerge con sempre più evidenza il fatto che una assai rilevante percentuale di procedimenti, che gli uffici indicano come pendenti, in realtà sono di fatto prescritti o comunque esauriti''.

Il Guardasigilli leghista cita ad esempio il caso del tribunale di Brescia che ha contato 2.559 procedimenti pendenti al 30 giugno, diversamente dai 11.691 dichiarati tali dalla direzione generale di statistica del Ministero. Anche se si tratta di un ''dato puntuale'', Castelli ritiene che ''il fenomeno sia serio'' e ha chiesto una ricognizione di un campione significativo degli uffici giudiziari con l'aiuto dell'Ispettorato generale e della Cassazione.
Tra aspre divisioni in Parlamento, il voto finale alla Camera sul disegno di legge è stato rinviato la settimana scorsa ai prossimi mesi, per dare precedenza all'approvazione della riforma della legge elettorale e della Costituzione, oggi alla Camera.

- La lettera del ministro Castelli al pres. della Corte Suprema Nicola Marvulli

- Salva Previti... e tutti i filistei (Guida Sicilia)

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11 ottobre 2005
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