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Per il Palermo, prima prova in serie A passata! I Rosanero a Bari per il Trofeo Moretti

Il Palermo segna due gol all'Inter e perde con la Juve, ma solo negli shoot-out

04 agosto 2004

Nel Trofeo Birra Moretti brinda la Juve, che riscatta subito il doppio k.o. della settimana scorsa nel Trofeo Tim. L'Inter invece s'inceppa a Bari, dove perde prima 1-0 con la Juve (Trezeguet), poi 2-1 col Palermo (Morrone, Toni, Ventola). Ben vengano queste due mini sconfitte se serviranno a spegnere la solita euforia estiva che serpeggia sul pianeta nerazzurro. Vietato insomma fare allarmismi, ma doveroso serrare le fila perché la Champions chiama, così come Capello può essere soddisfatto della sua Juve, ma non certo pensare che tutti i problemi siano risolti con l'arrivo di Emerson. In un altro di quei trofei che fanno cassetta, ma sanno sempre più di kermesse, tra veline, cantanti e minispot, convince anche il Palermo di Guidolin, che dopo aver messo in crisi anche la Juve si arrende a Miccoli solo negli shoot-out, altra "carnevalata" che col calcio non ha niente a che fare.

JUVENTUS - INTER 1-0
Mancini mischia le carte, rinunciando, oltre agli indisponibili Cannavaro, Vieri, C. Zanetti, Burdisso, Stankovic e Martins, a Recoba, Davids e Favalli. Capello risponde con la Juve attualmente tipo. I bianconeri partono meglio perché Emerson, cui viene chiesto anche di inserirsi tra le linee, trasmette tranquillità e se puoi permetterti un Pessotto terzino (tanto van der Meyde non punge), ti avanza uno Zambrotta che a centrocampo spinge e crossa (vedi gol di Trezeguet). I nerazzurri insistono con le azioni manovrate volute da Mancini, ma il gioco sugli esterni fatica a fluire (non ce ne voglia il capitano, ma il portare palla di Zanetti stona col nuovo credo fatto di tocchi quasi sempre di prima) e nel mezzo Veron non trova tempi e spazi per illuminare il gioco come sa. Le fiammate di Adriano non bastano. L'Inter soffre e si capisce subito che un gol a quattro tocchi verticali come quello del trofeo Tim non si può ripetere non tanto perché mancano Stankovic e Martins quanto perché gli juventini sono più determinati e se serve piazzano il fallo tattico (o duro tout court, visto che è tornato Montero). Che sia calcio almeno parente di quello vero lo dimostrano l'espulsione di Camoranesi (oltre a quattro gialli), il vigore con cui Zebina s'incolla ad Adriano, la reazione nel finale e poi le facce scure degli interisti per la prima vera sconfitta dell'era Mancini.

INTER - PALERMO 1-2
Inter rivoluzionata, restano in campo solo Toldo, Cordoba e Veron. Esordio per Ze Maria. Il Palermo fa sul serio anche senza Barone, Barzagli e Gasbarroni: squadra corta, Mutarelli e Santana che pungono sulle fasce, i muscoli di Morrone e il fosforo di Corini in mezzo, la zanzara Brienza (colpirà un palo) ad affiancare Toni in attacco. Proprio quest'ultimo impegna subito Toldo su lancio telecomandato di Corini, che poi impegna il portiere anche su punizione. Quando l'Inter si scuote, con una grande azione di prima mette Ventola in condizione di segnare, ma il diagonale stretto termina sul palo. I nerazzurri sembrano comunque appesantiti. Lunghi in campo, faticano a spingere sulle fasce perché Ze Maria e Karagounis non si accentrano mai per favorire l'inserimento dei terzini Coco e Favalli. Davids non innesca le marce alte, Veron non ha i 90' nelle gambe e la coppia Recoba-Ventola è impalpabile. Giusto dunque l'uno-due dei rosanero con Morrone e Toni. Un gol che dovrebbe preoccupare Mancini per come si lasciano infilzare i suoi. Tra una settimana c'è il Basilea e simili amnesie difensive potrebbero costare carissimo. Il gol di Ventola nel finale serve a poco.

PALERMO - JUVE
Squadre irriconoscibili per la sfida decisiva. Dei titolari delle gare precedenti sopravvivono Buffon, Montero, Camoranesi e Santoni. Si aspettano le giocate di Miccoli, Farias e Budan. Invece si gioca a un ritmo da subbuteo che fa perdere la pazienza ai tifosi. Miccoli sente il derby personale col pubblico di Bari e si sbatte più lui dei dieci compagni messi insieme. Il Palermo ci tiene a dare scacco matto all'altra big e diventa fin troppo prudente. Barone e Filippini in mezzo ci provano, ma Zauli è legnoso e non accende mai la luce per le punte. Nel mini intervallo (una maxi scocciatura), i due tecnici ricordano ai giocatori che correre non è vietato, ma l'assenza di alcuni uomini chiave - Emerson e Corini su tutti - si fa sentire in termini di fluidità di manovra. Ecco che diventa impossibile giudicare non solo Farias (che nel finale però manca il gol decisivo), ma anche gli altri nuovi Zaccardo e Barone. Dopo un lampo di Budan sull'unico tocco di Zauli, decidono gli shoot-out, con "cucchiaio" di Miccoli.

Fonte: Gazzetta.it

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04 agosto 2004
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