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Per il Pd un referendum necessario

Continuano le discussione e le discrepanze tra le varie anime del partito democratico siciliano

09 gennaio 2012

All'inizio si era parlato del 19 febbraio, o della domenica successiva, per il referendum del Partito democratico che chiamerà a raccolta i propri iscritti per stabilire se continuare ad appoggiare il governo regionale guidato da Raffaele Lombardo, e se portare avanti il progetto di alleanza con il Terzo Polo e gli autonomisti.
"Il segretario (Giuseppe Lupo, ndr) - aveva spiegato Enzo Napoli, coordinatore della commissione regionale per il congresso - deve convocare la direzione regionale per eleggere, a norma di statuto, la commissione per il referendum". "I quesiti - aveva aggiunto Napoli - sono stati riformulati rispetto a quelli iniziali, redatti dai promotori della raccolta di firme, che si limitavano all'appoggio al governo Lombardo. L'ultima direzione del partito aveva dato mandato a Lupo di riformulare le domande".
Oltre al sostegno al governo Lombardo, dunque, il referendum dovrà decidere sul nodo delle alleanze in Sicilia. Nei mesi scorsi, due referendum locali (a Enna e a Caltagirone) avevano bocciato a larga maggioranza il sostegno al governo regionale da parte del Pd.
Il referendum è aperto agli iscritti e agli elettori del Pd che aprirà almeno un seggio in ogni comune della Sicilia e più di uno in quelli con oltre 30mila abitanti. Il risultato della consultazione sarà vincolante per le scelte del partito: poichè è aperto agli elettori non esiste un quorum, il numero dei partecipanti sarà ininfluente.

E, per evitare che il referendum sulle alleanze col Terzo polo e il sostegno al governo Lombardo possa interferire con la preparazione delle primarie e la composizione delle liste per le comunali di primavera, tra i dirigenti del Pd c'è chi si spinge a chiedere la convocazione dei congressi. Una conta, vera e propria, per una resa dei conti in un partito in cui la temperatura cresce di giorno in giorno. A guastare il clima delle feste natalizie è bastata la notizia che il referendum potrebbe slittare il 26 febbraio o, addirittura il 4 marzo, comunque dopo le primarie che i democratici intendono organizzare a metà febbraio, in un unica data da L'Aquila a Trapani, per la scelta dei candidati negli enti locali che andranno al rinnovo.
"Sono profondamente indignato - ha sbottato Baldo Gucciardi, segretario dei democratici a Trapani e deputato regionale - Si ragiona se fare la consultazione il 4 marzo con le elezioni amministrative alle porte: ma stiamo scherzando? È una follia". Per Gucciardi, esponente di spicco del movimento Innovazioni che fa capo al senatore Nino Papania, "a questo punto decidano i gruppi dirigenti legittimati oppure si vada ai congressi a tutti i livelli, da quelli cittadini e provinciali a quello regionale". Perchè "è una situazione incredibile, invece di lavorare alle liste e alle primarie stiamo a ragionare sulla data e le modalità di un referendum che non ha senso in questa fase". "Dobbiamo lavorare per le elezioni, andiamo avanti e dopo il voto faremo un bilancio, altrimenti vale la pena andare subito ai congressi", ha avvertito il dirigente.
Parla di "errore" un altro deputato regionale, Filippo Panarello, dirigente di punta a Messina, ex segretario Cgil. "Il referendum è fuori tempo massimo, è stato pensato in una fase diversa, oggi il contesto è cambiato e ci sono le amministrative alle porte", ha affermato.

E se il senatore Enzo Bianco, tra i referendari della prima ora e contrario al sostegno a Lombardo conferma che l'intenzione è di andare al voto il 4 marzo, il segretario siciliano, Giuseppe Lupo continua , con estrema fatica, a mediare tra le varie anime del partito.
"Il segretario regionale Giuseppe Lupo, com’è suo potere e dovere, fissi definitivamente la data in cui tenere il referendum sul sostengo del Pd al governo Lombardo, così come chiesto dagli iscritti. Solo i nostri elettori possono indicarci la strada migliore". Questa la presa di posizione del senatore Bianco, secondo cui "si è esaurita la fase del governo tecnico". "Il Pd – ha affermato Bianco – rischia di galleggiare. Serve invece chiarezza e ogni ulteriore ritardo, tanto più nella situazione di grave crisi che il nostro Paese e la nostra regione attraversano, non è accettabile".

Per Lupo, in prima persona, "prima facciamo il referendum nel Pd e meglio è". "Sono favorevole a fare un’ampia consultazione democratica il prima possibile - ha spiegato Lupo - compatibilmente con i tempi tecnici. Bisognerà consentire ai nostri elettori siciliani la partecipazione al voto. La consultazione deve prevedere anche un momento con confronto di approfondimento, di discussione politica". Per Lupo sono "necessari" dei chiarimenti, per "una discussione vera con la nostra base dando ai nostri iscritti la possibilità di confrontarsi".
Il segretario del Pd siciliano ha aggiunto: "Al referendum voterò sì per il sostegno a Lombardo. Qualcuno pensa che la consultazione sia contro di lui, ma non è così. Sarà una consultazione capillare, un momento di partecipazione reale fra gli iscritti e gli elettori del Pd in Sicilia che dovranno decidere sulla linea politica e sulle alleanze". Il governatore, però, ha sottolineato Lupo, deve "concordare le scelte di governo con i partiti della maggioranza. Non sempre lo fa e sbaglia. Siamo per rafforzare l’alleanza che sostiene il governo, perché è urgente affrontare con decisione riforme e provvedimenti cruciali. Ma per raggiungere questo obiettivo - avverte - serve una maggiore condivisione e un più serrato confronto che attualmente manca, con l’effetto di un indebolimento e di uno scollamento".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it]

 

 

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09 gennaio 2012
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