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Per il Ponte sullo Stretto finanziamenti europei a rischio

Procedura di infrazione nei confronti dell'Italia da parte della Commissione europea

26 ottobre 2005

Che la nomina del general contractor non significasse l'automatica concretizzazione della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina in molti lo sapevano, o se lo immaginavano.
Prima che la probabile ''prima pietra'' diventi pilone, scusateci la scontata boutade linguistica, ne passerà acqua sotto i ponti.
Una prima ombra sulla messa in atto del progetto arriva direttamente dall'Unione Europea.
 
Qualcuno avrà sicuramente il coraggio di dire che la Commissione europea ha solo simpatie di sinistra e ambientaliste, e che, mossa da una grave forma di ''misoneismo'' (paura del nuovo), non riesce ad accettare l'importanza delle grandi opere infrastrutturali.
Qualcuno magari questo coraggio ce l'avrà sul serio, ma è ovvio che non siano questi i motivi che hanno spinto la Commissione europea a confermare l'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per il Ponte sullo Stretto, non escludendo la possibilità di bloccare i finanziamenti comunitari all'opera nel caso in cui l'Italia non rispetti le richieste della Ue.

Barbara Helferich, la portavoce del commissario Ue per l'Ambiente Stavros Dimas ha ieri dichiarato: ''Confermo l'invio di una lettera di messa in mora al governo italiano'', precisando che ''l'Italia non ha effettuato uno studio dell'impatto ambientale dell'opera che soddisfa i requisiti della Commissione''. ''Il governo italiano adesso ha due mesi per rispondere e fornire le informazioni richieste, poi vedremo'', ha dichiarato rispondendo alla domanda dei giornalisti sul possibile blocco dei fondi. ''Nel frattempo le procedure di finanziamento proseguono'', ha aggiunto la portavoce, rimarcando tuttavia che ''i finanziamenti non ci saranno se le procedure non verranno rispettate. Il blocco dei sussidi per adesso è una possibilità teorica, ma è comunque una possibilità''.

La conferma dell'apertura di un procedimento di infrazione ha spinto i Verdi a chiedere la sospensione immediata di tutte le attività contrattuali, ed in particolare della stipula del contratto con Impregilo, la società che ha vinto la gara per la costruzione dell'opera. ''Ora che il progetto preliminare del Ponte è stato bocciato dalla Commissione Ue, infatti, va eliminato subito il pericolo di penali a vantaggio dei privati, per tutelare al massimo l'interesse pubblico. Quindi si sospenda subito la gara e si ripeta la procedura di Via su un progetto ampiamente contestato anche dall'Ue'' ha detto il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, che ha poi aggiunto: ''La risposta di Bruxelles dimostra che i nostri reclami del 2003 sono fondati''.
La senatrice Anna Donati, consigliere comunale a Villa San Giovanni, ha sottolineato che l'area interessata ''è fragile: basta la costruzione di una strada a innescare frane''. Donati ha poi evidenziato anche ''problemi di carattere sociale'' vista la necessità di sfrattare chi abita nella zona del Ponte.

Soddisfatto il WWF che aveva in precedenza segnalato le aree a rischio, quelle che a causa dei cantieri, dei depositi e delle strutture aeree del ponte avrebbero subito un impatto pesante sia sul fronte siciliano che calabrese. ''Bene ha fatto la direzione generale dell'Ambiente della Commissione Europea a mettere in mora il governo italiano, per non aver correttamente eseguito la valutazione d'incidenza del progetto Ponte sullo Stretto di Messina riguardo a due zone di protezione speciale (Zps), non rispettando le normative ambientali europee''. ''Se la procedura si concludesse con il deferimento alla Corte di giustizia europea - continua nella nota Gaetano Benedetto segretario aggiunto del WWF - l'Italia sarebbe obbligata a mettere in un cassetto l'attuale progetto, e rielaborare una proposta radicalmente diversa da quella attuale''.
Il WWF ha spiegato inoltre che le direttive su habitat e uccelli ''obbligano gli stati membri ad assumere tutte le misure idonee per prevenire il disturbo e il danno all'avifauna protetta, e l'area dello stretto di Messina coincide con una delle tre rotte più importanti d'Europa per molte specie''. ''Se si intende realizzare un'opera all'interno di queste aree - conclude la nota - questa deve essere sottoposta a valutazione di impatto ambientale e a valutazione d'incidenza''.

Un ponte sul vuoto
Da Strasburgo arriva il commento dell'europarlamentare dei Ds, Claudio Fava:
''La Commissione Barroso l'ha confermato: stanno progettando il Ponte sullo Stretto di Messina senza rispettare le procedure sull'impatto ambientale. Il governo Berlusconi è stato messo in mora con l'apertura della procedura d'infrazione alla normativa dell'UE e avrà soltanto due mesi di tempo per rispondere. L'Europa è pronta a togliere anche quel minimo di finanziamenti per un'opera faraonica, nient'affatto prioritaria per l'Italia e per il Mezzogiorno. La vicenda conferma una scelta sciagurata del governo di centro destra: avviare l'iter della costruzione del Ponte senza avere i soldi né le carte in regola. Un Ponte sul vuoto: inutile in Italia e fuorilegge in Europa''.

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26 ottobre 2005
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