Per l'abolizione delle Province c'è l'intesa
Rosario Crocetta: "Un bel passo avanti. I comuni sceglieranno se aderire ai Consorzi o alle città metropolitane"
Ieri, in un vertice a Palazzo d'Orleans tra il governatore Rosario Crocetta e gli alleati, sembra sia stata trovata un'intesa sulla riforma delle province. "Abbiamo fatto un grande passo in avanti", ha detto Crocetta in conferenza stampa prima di recarsi alla riunione della direzione regionale del Pd, a Palermo.
L'accordo prevede la costituzione di nove Liberi Consorzi in corrispondenza delle attuali province; i comuni potranno scegliere di aderire ai Liberi Consorzi oppure alle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. I comuni avranno la possibilità di istituire nuovi Liberi Consorzi (in aggiunta ai nove) ma dovranno farlo entro 6 mesi dalla riforma (deve essere approvata dall'Ars entro il 15 febbraio) e dovranno rispettare comunque un limite di abitanti tra 150 e 350 mila. "I Liberi Consorzi dovranno avere strutture semplici, saranno presenti, oltre al sindaco, due consiglieri comunali, uno di maggioranza e uno d’opposizione. I 6500 lavoratori delle province saranno divisi tra comune e province e serviranno eventualmente anche per un rafforzamento di altri uffici come quelli dei geni civili".
Il vertice si è tenuto tra Crocetta e i componenti della maggioranza della commissione Affari istituzionali dell'Ars, dove l'esame del ddl sulle Province procede a singhiozzo. La riforma conferma l'elezione di secondo livello dei componenti dei Liberi Consorzi (uno esponente di maggioranza e uno di opposizione). "Ovviamente prevediamo la proroga dei commissari perché la riforma è complessa e occorrerà del tempo - ha aggiunto Crocetta - sicuramente i Liberi Consorzi avranno subito alcune funzioni e non si porteranno dietro debiti, crediti, mutui".
Il personale sarà trasferito in parte alla Regione e in parte ai comuni. "Ma serve un accordo con lo Stato", ha detto ancora il governatore.