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Per l'Eni sarebbe più costoso risarcire Gela...

Crocetta e i sindacati uniti: "Sfruttati e inquinati, poi abbandonati. Posizione antimeridionalista dell'Eni"

11 luglio 2014

"Dalla crisi si esce con piani credibili di rilancio e di riconversione, non con le dismissioni o con la promessa di futuri quanto aleatori investimenti".
Così ha scritto in una nota il presidenza della Regione siciliana, Rosario Crocetta, a conclusione dell'incontro con i rappresentanti regionali di Cgil, Cisl e Uil, finalizzato a valutare la situazione degli stabilimenti Eni in Sicilia e in particolare le notizie anticipate dalla stessa Eni di dismissione delle aree industriali di Gela e Priolo.
"La Presidenza della Regione e i sindacati su questo tema parlano lo stesso linguaggio dei lavoratori del Petrolchimico e degli enti locali, fortemente preoccupati sulle prospettive che porterebbero alla perdita di migliaia di posti di lavoro - si legge ancora nella nota del governatore - Regione e sindacati ravvisano nella scelta dell'Eni una linea profondamente antimeridionalista che deindustrializza il Sud, aggravando i problemi economici e di divario sociale che le regioni meridionali vivono".

E ancora: "Governo e sindacati, hanno già registrato in passato da parte dell'industria nazionale profonde delusioni, vedi caso Fiat, laddove sono arrivate solo dismissioni e non investimenti; governo e sindacati ritengono che la vertenza Eni sia regionale e meridionale e pertanto nazionale, sono in discussione le politiche nei confronti del Mezzogiorno che non può vivere di finanza assistita, ma di lavoro e sviluppo produttivo".
"Le attuali linee dell'Eni rivelano un volto persino inedito, di un'azienda che sceglie di comportarsi con la logica che non tiene conto degli effetti disastrosi su comunità già profondamente provate dai danni ambientali. Non si può avere inquinato e sfruttato un territorio e abbandonare tutto asservendo la Sicilia e il Sud a logiche di sviluppo di altre aree del Paese. Occorre puntare sull'innovazione della chimica avanzata, una scelta che non può riguardare solo il Nord ma anche il Sud, su questo la Sicilia mostra da sempre grande disponibilità", dicono il governatore e le organizzazioni. "Sarebbe più costoso per l'Eni il risarcimento dei danni ambientali provocati e il ripristino delle aree allo stato quo ante - continuano -. Chiederemo al presidente Renzi una convocazione del Consiglio dei Ministri per affrontare la gravità dei processi avviati dall'Eni e all'Eni di fermarsi, per ripensare alle proprie strategie sul Sud, che può essere una grande risorsa per il Paese e per il gruppo industriale".

Sul "caso Gela" è intervenuto anche il prefetto di Caltanissetta Carmine Valente che, seppur cauto, non vuole credere all’idea di dismissione presentata nelle ultime ore dall’Eni e, al contrario, dà una chiave di lettura differente all’intera vicenda ipotizzando uno scontro in cui il più forte fa la voce grossa. Lo definisce "un muro contro muro di falchi contro colombe che vogliono ottenere altre cose che non si intravedono ancora".
Valente tiene a precisare l’importanza della tutela dei lavoratori e di voler intercedere a Roma affinché il reddito di tremila famiglie possa continuare ad esistere. "Non voglio fare il passo più lungo della gamba, stiamo cercando di capire se a Roma si possa sbloccare qualcosa - ha riferito - mi sembra strano che una società così importante, partecipata anche dal pubblico, possa dismettere un sito così importante per un’area industriale di un territorio che ha dato lavoro e benessere per cinquant’anni".

Non è semplice solidarietà agli operai quella espressa dal prefetto che continua: "io non dico che tutto debba rimanere immutabile, ci sono gli interessi economici che devono comunque avere la loro parte, ma tutto va fatto con una gradualità che non metta a rischio il reddito di intere famiglie, nessuno va lasciato per strada". Valente pensa ai giovani che hanno messo su famiglia e comprato casa, guarda al futuro che vorrebbero dare ai loro figli e non intende accettare l’idea di assistere inerme ad una crisi così grave. "Questo aspetto va tutelato - ribadisce il prefetto - poi che un’impresa possa cambiare i connotati bene, ma va fatto con un programma preciso, graduale e condiviso ed in cui tutti i lavoratori possano essere ricollocati".

Oggi, la vertenza Gela approda in consiglio comunale dove l'assemblea elettiva cittadina si riunisce in seduta straordinaria e urgente insieme con la giunta gelese e i sindaci del territorio alla presenza del governatore Crocetta. Si tenta di concordare una strategia unitaria di lotta per contrastare il piano di disimpegno dell'Eni nell'Isola, mentre si attende che, su richiesta di Crocetta e dei sindacati, Renzi convochi l'ente petrolifero a un tavolo di negoziato con le parti sociali e le istituzioni.

- L'Eni congela i suoi investimenti per il Petrolchimico di Gela (Guidasicilia.it, 08/07/14)

- Rottura tra Eni e sindacati (Guidasicilia.it, 09/07/14)

- Se l'Eni vuole la guerra... (Guidasicilia.it, 10/07/14)

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11 luglio 2014
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