Per l'Istat è calata la disoccupazione italiana. Ma al Sud l'occupazione è ancora un miraggio
Scende la disoccupazione in Italia ma è decisivo l'apporto di lavoratori di 50 anni e oltre
Secondo l'Istat in Italia il tasso di disoccupazione del secondo trimestre del 2004 rispetto allo stesso periodo del 2003, è sceso al 7,9%, cinque decimi di punto in meno.
L'Istat precisa che questo è il dato il più basso registrato dal '92.
Nel secondo trimestre di quest'anno, insomma, il numero degli occupati è stato di 22.438.000 unità e si è avuto quindi un ritmo di crescita dello 0,7% pari a 163.000 unità, cifra al raggiungimento della quale ha contribuito, fa notare l'Istat, in misura significativa l'apporto degli occupati con 50 anni ed oltre di età.
Sulle 163 mila persone in più, la componente femminile ha registrato l'aumento più significativo con 112 mila unità in più (+1,3%), mentre per gli uomini l'aumento è stato di 51 mila unità (+0,4%). Su 22.438.000 occupati complessivi (13 milioni 659 mila maschi e 8 milioni 778 mila femmine per un aumento complessivo del +0,7%) 11.420.000 lavorano al nord (+0,3%), mentre 4.574.000 sono impiegati nel centro (+3,2%) e 6.443.000 (-0,2%) nel Mezzogiorno.
Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni, a causa dell'aumento della popolazione residente, è sceso lievemente al 57,5% (69,8% per i maschi e al 45,2% per le femmine).
Il tasso di occupazione è sceso lievemente al Nord (-0,4) fissandosi al 64,9%, mentre nel centro ha raggiunto quota 61,2% (+1%). Nel Mezzogiorno è sceso di tre decimi di punto fissandosi al 46,2%.
Nel Sud lavora meno di una donna su 3 tra i 15 e i 64 anni (30,9%) mentre al nord lavora oltre la metà delle donne in età da lavoro (54,8%).
Nel secondo trimestre 2004 è aumentato, sempre secondo l'Istat, anche il numero degli occupati a tempo pieno +1,2% (+233 mila unità) rispetto allo stesso periodo del 2003, mentre gli occupati a tempo parziale sono diminuiti del 2,4% perdendo 70 mila unità.
Su un totale di 22.438.000 lavoratori i dipendenti sono 16.141.000, di cui 14.221.000 fissi (+204 mila rispetto al secondo trimestre 2003) e 1.919.000 a termine (-113 mila rispetto al secondo trimestre 2003). I lavoratori indipendenti sono 6.297.000 con un aumento di 71 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2004.
L'occupazione in termini destagionalizzati e in confronto al primo trimestre 2004 ha mostrato un aumento dello 0,4%. Sempre nel secondo trimestre 2004 l'offerta di lavoro ha registrato un aumento dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2003 con 40.000 unità in più. Rispetto al primo trimestre di quest'anno, al netto dei fattori stagionali, l'offerta di lavoro è aumentata dello 0,3%.
L'Istat ha segnalato inoltre che il numero delle persone in cerca di lavoro è sceso nel secondo semestre di 123 mila persone concentrate soprattutto nel mezzogiorno. Nel sud infatti le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 129 mila unità portando lo stock dei disoccupati a 1.137.000 persone.
Nonostante tutto l'impiego nel Mezzogiorno resta un miraggio. Infatti pure se è vero che al Sud la disoccupazione è calata, il dato è solo apparentemente positivo: a fronte di un tasso dei senza-lavoro che nel secondo trimestre 2004 scende al 15%, rispetto al 16,4% dello stesso periodo dello scorso anno, va però rilevato un effetto "scoraggiamento". Sono infatti diminuite le forze di lavoro, ovvero le persone che sono attivamente sul mercato o già con un impiego o perché lo stanno cercando.
La cifra dei senza lavoro del Sud - secondo i dati non destagionalizzati diffusi dall'Istat - risente del calo significativo delle forze di lavoro (143.000 unità in meno pari all'1,8%), un dato in controtendenza rispetto alle altre aree del Paese (le forze lavoro sono cresciute nel complesso di 40.000 unità, risultanti dal calo di 143.000 persone al Sud e dall'aumento di 77.000 persone al Nord e di 105.000 al Centro).
Se quindi l'Italia in totale registra 163.000 occupati in più nel secondo trimestre 2004 rispetto allo stesso periodo del 2003, il dato è stato possibile soprattutto grazie alle imprese del Centro (144.000 occupati in più) mentre il Nord segna un aumento di 33.000 occupati e il Sud una flessione di 14.000 unità.
In pratica il calo della disoccupazione è stato possibile in questo periodo solo grazie alla riduzione del numero di persone che sono entrate o sono rimaste sul mercato del lavoro con una sorta di effetto «scoraggiamento» sulla possibilità di avere un impiego.
Il calo del tasso di disoccupazione comunque lascia il Sud al vertici della classifica dei senza lavoro: a fronte del 4,1% del Nord (4,3% nel Nord Ovest, 3,8% nel Nord Est) e del 6,1% del Centro, il Sud registra un 15% di senza lavoro (ma era il 16,4% nel secondo trimestre 2003). La regione con la percentuale più alta di persone in cerca di lavoro è la Sicilia (17,4% dal 19,8%) seguita dalla Campania (15,5% dal 18,8) mentre quelle dove i disoccupati sono di meno sono la Valle d'Aosta (3,1% in aumento rispetto al 2,4% del 2003) e il Trentino (3,1%) seguite dall'Emilia Romagna (3,4% dal 3,2%).
Nella foto: "Il disoccupato" di Antonio Januario