Per l'Italia un ''Piano d'azione'' che le farà recuperare la competitività perduta
Il Governo tenta di far risalire l'Azienda Italia
Competitività, è la nuova parola d'ordine da rispettare per far sì che l' ''Azienda Italia'' ritorni a fiorire e con lei tutta l'economia italiana.
Per sostenere la competitività italiana il Consiglio dei Ministri ha varato qualche giorno fa un apposito ''Piano d'azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale'', contenuto in due provvedimenti: un decreto legge e un disegno di legge, con un impegno: travasare i contenuti del ddl nel decreto entro due mesi.
Attraverso il ''Piano d'azione'', atto a far recuperare all'Italia la competitività perduta, il Governo ha
deciso che non servirà più il notaio per comprare o vendere un'automobile; che bisognerà risparmiare energia e quindi rottamare vecchi frigoriferi, caldaie e altri elettrodomestici inefficienti; che si dovrà andare a caccia dei capitali stranieri per far crescere le imprese italiane e far tornare in patria i cervelli in fuga.
Fra le novità, rispetto alle anticipazioni, spicca anche la decisione di trasferire il silenzio-assenso della Pubblica amministrazione per autorizzare una nuova attività dal decreto, come era stato previsto originariamente, al disegno di legge, con l'esclusione dei beni culturali e ambientali, dopo le fortissime critiche, soprattutto da parte dei Verdi, che avevano bollato la misura come un ''condono permanente'' agli abusi edilizi.
Sono 10 i miliardi di euro che vengono stanziati, in 4 anni, per rilanciare il sistema industriale italiano, 6 dei quali già previsti nel fondo rotativo istituito dalla Finanziaria.
Si va dalla riforma degli incentivi alle imprese all'indennità di disoccupazione, dalla difesa del Made in Italy e al rilancio del turismo alla riforma degli ordini professionali e del diritto fallimentare.
In particolare per la difesa del Made in Italy, il decreto stabilisce multe fino a 10 mila euro per chi compra prodotti falsi e sanzioni amministrative più severe (restano anche quelle penali) per chi fa contrabbandando dei prodotti made in Italy.
Sul fronte del welfare, sono previste risorse per trasferire il Tfr (Trattamento di fine rapporto) nei fondi pensione e per il potenziamento degli ammortizzatori sociali.
Per Confindustria si tratta di un passo nella giusta direzione, a condizione che vi sia la contestuale approvazione da parte del Parlamento dei provvedimenti. ''Ora dovranno seguire interventi di carattere strutturale'', commenta il vicepresidente dell'Associazione, Andrea Pininfarina.
Per la ripresa della competitività c'è bisogno di attrarre investimenti dall'estero. In seno al Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) verrà creato un comitato ad hoc, affiancato da una nuova agenzia che farà riferimento a Sviluppo Italia, con il compito di intercettare capitali stranieri.
Per favorire l'internazionalizzazione delle imprese, la Simest, la finanziaria del commercio estero, aumenterà la partecipazione nel capitale delle joint-venture estere che investono in ricerca.
Per snellire le procedure nelle infrastrutture vengono create due nuove figure, il commissario regionale e il commissario governativo.
Per valorizzare i centri urbani e risolvere i problemi di mobilità si prevede una legge-obiettivo per le grandi città.
Per sostenere il turismo, si mettono a disposizione 20 milioni. L'Enit sarà trasformato in Agenzia nazionale del turismo, con la creazione di un nuovo portale per la promozione dell'immagine dell'Italia all'estero.
Alla voce innovazione e ricerca sono destinati il 30% delle risorse del fondo rotativo per il sostegno delle imprese, cioè 1,8 miliardi, per contribuire a programmi e progetti strategici di R&S.
Per far decollare la previdenza integrativa, con il trasferimento del Tfr nei fondi pensioni da parte di quei lavoratori che sceglieranno questa opzione, il governo stanzia per compensare le imprese 20 milioni per il 2005, 20 per il 2006 e 530 dal 2007.
L'indennità di disoccupazione sarà estesa a 7 mesi per chi ha meno di 50 anni e a 10 mesi per chi ne ha di più. L'indennità sarà pari al 50% dell'ultima retribuzione per i primi sei mesi, al 40% per i successivi 3 mesi e poi al 30%. Nel 2005 viene inoltre aumentato di 170 milioni il fondo per l'occupazione.
Tanti, infine, i provvedimenti per le imprese. Gli incentivi a fondo perduto vengono sostituiti con contributi al 50% in conto capitale, 25% attraverso credito agevolato e 25% credito bancario.
Per scoraggiare le delocalizzazioni, si prevedono tagli agli aiuti alle imprese che investono all'estero e premi per chi torna a produrre in Italia. Un bonus, sotto forma di credito di imposta, favorirà le concentrazioni delle piccole e medie imprese. Il decreto modifica il diritto fallimentare su revocatoria e concordato, anticipando la riforma che sarà attuata con il ddl. Cambiano le regole per l'iscrizione all'albo per le libere professioni.
Fonte: Corriere della Sera