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Per la Camera Nicola Cosentino può essere arrestato

La Giunta per le Autorizzazioni ha approvato, con un voto di scarto, la richiesta d'arresto nei confronti dell'ex sottosegretario all'Economia

11 gennaio 2012

Ieri pomerggio, la Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha approvato la richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Napoli nei confronti di Nicola Cosentino. I sì sono stati 11, i no 10. Il deputato campano del Pdl è accusato dai magistrati di essere il referente politico del clan camorristico dei Casalesi. Il Pdl aveva a lungo cercato di rinviare la conta, sperando in un ripensamento della Lega, che l'altro ieri aveva annunciato di voler votare a favore dell'arresto, ma il tentativo è fallito. Conseguentemente è cambiato anche il relatore di maggioranza, compito che passa dal pidiellino Maurizio Paniz a Marilena Samperi, capogruppo del Pd in Giunta.

A favore dell'arresto hanno votato, dunque, Lega, Fli, Udc, Idv e Pd. Contro hanno votato Pdl, Mario Pepe del Misto, Vincenzo D'Anna dei Responsabili e Maurizio Turco, radicale del gruppo del Pd. Ora sulla proposta della Giunta si deve esprimere l'aula nella seduta in programma domani, giovedì 12 gennaio.
Il risultato del voto di ieri era ampiamente previsto dopo la decisione del Carroccio. Ma la Lega è stata davvero decisiva dal momento che alla fine anche l'esponente radicale del Pd ha votato con il Pdl. Secondo Maurizio Turco, nei riguardi dell'ex sottosegretario all'Economia ci sarebbe un "obiettivo fumus persecutionis". Soddisfatto invece Pierluigi Castagnetti, presidente della Giunta, che parla di "decisione presa con responsabilità e serenità. La maggioranza della Giunta ha ritenuto che non vi sia 'fumus persecutionis'". "E' stata una pagina difficile, c'è stata coerenza e serietà - ha spiegato Castagnetti -. C'è stato un esame rigoroso del caso da parte di tutti i membri della Giunta".
Per quanto riguarda la Lega, Luca Paolini afferma di aver seguito le indicazioni del Carroccio pur mantenendo tutti i suoi dubbi e "perplessità personali sull'impianto accusatorio". "Pur avendo esposto valutazioni diverse su alcuni aspetti della vicenda abbiamo osservato l'indicazione del partito", ha detto Paolini lasciando la giunta per le autorizzazioni. Sul voto in Aula sull'arresto di Cosentino, Paolini ha spiegato: "Io penso che noi ci comporteremo in Aula come abbiamo fatto in giunta, ma il voto è individuale e, probabilmente, sarà anche segreto. Ognuno alla fine farà quello che riterrà opportuno e deciderà secondo coscienza".
Dal Pdl Maurizio Paniz si è richiamato all'aula, che ora dovrà esprimersi in via definitiva: "Quando si tratta di decidere della libertà individuale un parlamentare dovrebbe rispondere alla propria coscienza e non al partito", ha spiegato l'esponente della Pdl riferendosi proprio alle scelte della Lega.

La vicenda Cosentino però, oltre ai rapporti fra Carroccio e Pdl, rischia di intaccare anche il clima 'collaborativo' che sostiene il governo Monti. "La Giunta ha commesso un gravissimo errore che ci auguriamo venga corretto dal voto di Aula" ha detto Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. E ha ammonito: "Se qualcuno pensa che operazioni di questo tipo non peggiorino il quadro e i rapporti politici, sbaglia in modo profondo". Le affermazioni di Cicchitto hanno suscitato una certa apprensione nel ministro della Giustizia Paola Severino. "Spero di no", ha risposto il Guardasigilli a chi gli chiedeva di possibili ripecussioni sulla tenuta della maggioranza.
La dura presa di posizione del capogruppo del Pdl è stata subito criticata da Donatella Ferranti, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera. "La dichiarazione di Cicchitto ha il sapore della minaccia, di un avviso ai naviganti sulle ripercussioni che il voto su Cosentino potrebbe determinare sulla tenuta del governo Monti. Ma Cicchitto sbaglia di grosso: la Giunta ha operato in modo impeccabile e nel pieno rispetto di tutte le garanzie costituzionali". "Adesso la parola passa all'aula dove ci auguriamo che in modo trasparente venga confermato l'orientamento della Giunta. E poi - ha aggiunto Ferranti - basta con tutte queste drammatizzazioni, l'onorevole Cosentino ha tutti gli strumenti per difendersi come qualsiasi altro cittadino".
Il sì della Giunta di Montecitorio all'arresto del coordinatore pidiellino in Campania preoccupa anche Silvio Berlusconi, alle prese con un partito sempre attraversato da maldipancia interni. Parlando con i suoi più stretti collaboratori e compagni di partito, al telefono e poi nella riunione serale a Palazzo Grazioli, lo ha ripetuto più volte e secondo il portavoce del Pdl si è detto "angosciato della vicenda". Per lui non ci sarebbe nulla che giustifichi una misura del genere nelle carte. L'ipotesi che anche il Parlamento si uniformi all'indicazione della Giunta si fa però più concreta. E con i suoi il Cavaliere è stato chiaro: un voto negativo non sarà indolore. Certo, il tentativo messo in campo già ieri al telefono con Umberto Bossi è quello di convincere l'alleato leghista a non mandare in galera il coordinatore regionale del Pdl in Campania, ma l'ala maroniana difficilmente cederà sulla questione.

Intanto, il diretto interessato, Nicola Cosentino, per ora non ha commentato, ma il voto della Giunta l'aveva messo in conto. Hanno raccontato che anche ieri, come tutte le mattine, sia andato a fare jogging. A chi gli ha annunciato la notizia del via libera della Camera alla richiesta di custodia cautelare, riferiscono, l'ex sottosegretario del governo Berlusconi avrebbe ribadito la sua intenzione di andare avanti. Sono sereno, le cose sono andate come mi aspettavo, avrebbe sottolineato Cosentino, lasciando intendere che non si dimetterà da coordinatore regionale, tantomeno si sospenderà dal partito. Una decisione che l'esponente del Pdl vorrebbe confermare anche se dovesse arrivare l'autorizzazione al suo arresto pure dall'Aula di Montecitorio domani. Cosentino è convinto della sua innocenza e totale estraneità ai fatti che gli vengono imputati. Per questo avrebbe spiegato ai suoi quanto confermato nella memoria difensiva depositata in Giunta: Da parte della procura di Napoli c'è un "violento pregiudizio e accanimento contro di me".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Corriere.it]

 

 

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11 gennaio 2012
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