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Per la Cassazione la condanna per tentata estorsione nei confronti di Dell'Utri e Virga è da considerarsi nulla

11 aprile 2008

La condanna a due anni per tentata estorsione, emessa il 15 maggio dello scorso anno e inflitta dalla Corte d'Appello di Milano all'esponente di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, deve essere annullata e rinviata ad un nuovo collegio della Corte milanese.
E' quanto ha chiesto il sostituto procuratore generale della Cassazione, Antonio Gialanella, nella sua requisitoria davanti ai giudici della Seconda Sezione Penale della Suprema Corte.

Al centro della vicenda, la sponsorizzazione della "Pallacanestro Trapani": Marcello Dell'Utri nei primi anni '90, avrebbe stanziato un miliardo e mezzo di lire per la sponsorizzazione della squadra ma poi avrebbe preteso indietro circa metà della somma da Vincenzo Garraffa, presidente della Pallacanestro Trapani. Dell'Utri si sarebbe avvalso della collaborazione del boss Vincenzo Virga, anche lui condannato in appello a due anni.
Evidentemente, nel verdetto c'era qualcosa che non ha convinto i supremi giudici: nella sua requisitoria, il pg Gialanella ha ritenuto inutilizzabile buona parte delle dichiarazioni accusatorie. Gialanella ha palesato le sue "perplessità" anche sulle dichiarazioni rese da Garraffa. Secondo l'accusa, Garraffa sarebbe stato minacciato da Virga per restituire a Publitalia, della quale Dell'Utri era amministratore delegato, la metà del miliardo e mezzo di vecchie lire ricevuto come sponsorizzazione.
Ad avviso del pg non avrebbero dovuto essere prese in considerazione nemmeno le dichiarazioni rese da Messina e Sinacori, altri due testi minori dell'accusa.

"La Cassazione, su richiesta della stessa Procura generale, ha affermato che a Milano, sia in primo grado che in appello, non sono stati rispettati i principi del giusto processo così come previsto dalla nostra Costituzione", ha commentato Dell'Utri, attendendo la sentenza della Cassazione lavorando nel suo ufficio a Roma. "Tutto quanto detto e scritto, quindi, in questi anni - ha aggiunto - non esiste perché non aveva ragione di esistere. La chiarezza di questa decisione della Suprema Corte rende superfluo ogni commento".

Il collegio della Seconda Sezione Penale della Suprema Corte è stato presieduto dall'ex sindaco di Palermo, Aldo Rizzo. La relazione del procedimento è stata svolta dal consigliere Antonio Esposito e gli altri tre componenti il collegio sono l'ex pm di mani pulite Pier Camillo Davigo, Laurenza Nizzo e Giuseppe Meliadò.
Dell'Utri, in Cassazione, è stato difeso dal prof. Giuseppe Gianzi e da Pietro Federico. In aula è stato presente anche Giuseppe Di Peri, altro difensore di Dell'Utri. I difensori di Dell'Utri seppur soddisfatti non hanno però voluto, scaramanticamente, rilasciare dichiarazioni di commento alla requisitoria del pg culminata nella richiesta di accoglimento di buona parte dei motivi di ricorso dei difensori del senatore di Forza Italia.
La Cassazione ha 30 giorni di tempo per depositare le motivazioni del verdetto emesso ieri.

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11 aprile 2008
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