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Per la mafia la crisi è una benedizione...

L'allarme del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso: ''Crisi? Occasione d'oro per le mafie''

11 marzo 2009

In mezzo alla crisi c'è chi si arricchisce. O meglio, c'è chi trova occasione di arricchirsi proprio grazie alla crisi. Purtroppo chi lo fa, lo fa da sciacallo: è infatti la criminalità organizzata che meglio sa approfittare della difficoltà altrui...
"Tutto autorizza a ritenere che anche l'attuale crisi finanziaria ed economica, destinata, purtroppo, ad aggravarsi nei prossimi mesi, con conseguenze allo stato non pienamente valutabili, possa rappresentare una ghiotta occasione per l'arricchimento delle mafie e ciò per una serie di motivi".
E' questa la giusta e puntuale analisi del procuratore nazionale della Direzione Nazionale Antimafia Piero Grasso nella sua relazione consegnata alla Commisione Antimafia in occasione dell'audizione del 25 febbraio scorso e i cui contenuti vengono anticipati dall'Adnkronos.

Il procuratore nazionale Antimafia è convinto che le organizzazioni mafiose possano sfruttare sl massimo tutte le potenzialità offerte dalla bufera finanziaria che ha coinvolto anche i nostri mercati. Grasso ne spiega le ragioni. "Il primo motivo - scrive nel primo capitolo dal titolo 'L'infiltrazione mafiosa nell'economia legale', al paragrafo dedicato all'attuale 'fase di recessione economica' - è costituito dalla permanente, enorme, illimitata, liquidità finanziaria, di cui godono le organizzazioni mafiose, in particolare quelle che traggono i maggiori profitti illeciti dal traffico internazionale si sostenza stupefacenti". Si tratta di "un mercato che non andrà certo in crisi, dal momento che è in aumento tanto l'offerta che la domanda di droghe di ogni genere".
Sul "versante legale, vi è, al contrario, una contrazione vistose delle risorse", avverte Grasso che delinea un quadro non roseo del nostro sistema creditizio: "Le banche, anche quelle più grandi, sono in difficoltà, soffrono di limitazione delle risorse, e anche quando ne dispongono, non sono disponibili a concedere mutui né alle imprese né ai privati".
 
In secondo luogo, mette in guardia Grasso, "la crisi colpirà soprattutto i ceti più deboli, i lavoratori, la manodopera precaria". Il procuratore nazionale Antimafia avverte: "Il numero dei licenziati salirà vertiginosamente e gli ammortizzatori sociali non riusciranno a coprire tutte le situazioni di crisi, in particolare quelle del lavoro nero e del precariato. E' prevedibile allora un aumento dei reati 'predatori', soprattutto rapine, della microcriminalità, delle truffe, dello spaccio di stupefacenti". Sono settori, ha precisato, "nei quali operano soggetti non appartenenti alla criminalità organizzata, ma è certo che sono le mafie a tirare le fila anche di tali reati, a fare da punto di riferimento per la ricettazione dei beni oggetto di furto e rapina, di truffa e contraffazione".

Il terzo e ultimo "fattore" che offrirà alle mafie terreno fertile per incrementare i suoi affari e attivitità illecite, è costituito "dall'intervento massiccio dello Stato nell'economia". Ciò, spiega il procuratore Grasso, "avviene a livello mondiale, dagli Usa alla Cina, dall'Europa, al nostro Paese. Tutto ciò comporterà che la mano pubblica avrà il compito di aiutare la ripresa economica, attraverso una politica di interventi di sostegno, di finanziamenti ai settori deboli, di promozione degli investimenti e della ricerca". Se tale "tendenza dovesse confermarsi, non mancheranno alle imprese mafiose e paramafiose le possibilità e le occasioni di captare parte delle risorse pubbliche a proprio profitto, rafforzando in tal modo una tendenza già in atto, come dimostrano le vicende calabresi dei fondi previsti dalla legge 488 del 1992 e di quelli comunitari".
Il procuratore della Dna non ha dubbi: "E' chiaro che l'acquisizione presuppone l'inserimento delle mafie nel sistema di potere economico e politico dominante". Da qui la necessità di "affinare gli strumenti di indagine per consentire di cogliere i nessi, le connivenze che reggono questo sistema di potere". [Adnkronos/Ing]

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11 marzo 2009
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