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Per la Sicilia un Accordo di programma quadro da 147 milioni di euro

Così si rilancia e si incrementa l'edilizia abitativa e l'occupazione

25 ottobre 2011


Esempio di edilizia sociale in Svezia

Recuperare il patrimonio immobiliare già esistente, riqualificare il territorio senza alcuna operazione di cementificazione e, soprattutto, creare nuova occupazione.
L'Accordo di programma quadro (Apq) firmato a Roma fra la Regione siciliana e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da' il via libera a circa 147 milioni di euro fra fondi statali, regionali, di enti locali e di privati, che consentiranno di realizzare 589 alloggi a canone sostenibile e destinati ad anziani, disabili, giovani coppie, forze di polizia, studenti e immigrati, e diverse opere di urbanizzazione primaria e secondaria in tutta l'isola.
"Tutti interventi ad alto valore aggiunto in termini di lavoro - ha spiegato l'assessore regionale per le Infrastrutture e la Mobilità, Pier Carmelo Russo -, che oltre ad aumentare la disponibilità di immobili destinati all'edilizia sociale determineranno certamente un incremento occupazionale. Sotto questo profilo, si tratta di una importante risposta all'allarme lanciato in questi giorni dall'Ance, in un momento di forte crisi del settore dell'edilizia, in particolare di quella abitativa".

Gli alloggi saranno realizzati a Caltagirone (CT), Modica (RG), Sant'Agata di Militello (ME), Fiumedinisi (ME), Pantelleria (TP), Agrigento, Portopalo di Capopassero (SR), Erice (TP), Castelvetrano (TP), Comiso (RG), Castelbuono (PA), Scicli (RG), Canicattini Bagni (SR), Caltanissetta e Pozzallo (RG), in base a un elenco di proposte ammesse a finanziamento. Entro 180 giorni saranno siglati i protocolli d'intesa con i Comuni interessati.
Nel dettaglio, i fondi a disposizione provengono dal Ministero delle Infrastrutture (27 milioni e 834 mila euro già assegnati con delibera Cipe), dalla Regione (13 milioni e 732 mila euro), da enti locali (6 milioni e 931 mila) e da investimenti privati (oltre 99 milioni di euro).
Sempre sul fronte dell'edilizia abitativa, un'altra buona notizia arriva dall'avviso pubblico per la realizzazione di interventi di recupero degli edifici nei centri storici, grazie all'accensione di mutui ventennali per i quali la Regione coprirà la quota interessi: entro la prossima settimana saranno definite le pratiche per i primi finanziamenti dopo che, in tempi rapidissimi, sono state analizzate oltre 900 richieste.

"E' una legge - ha sottolineato l'assessore Russo - rimasta quiescente per oltre tre anni, che abbiamo avviato e che, nell'arco di sei mesi, stiamo portando a conclusione tra bando, esame delle istanze e stipula dei contratti. Va sottolineato come si tratti di un bando senza scadenza ma 'a sportello' e che esiste ancora una buona disponibilità di risorse". Del budget a disposizione – 12 milioni di euro – sono stati, infatti, finora impegnati poco più di 5 milioni. Si calcola che, a regime, l'intervento movimenterà complessivamente circa 300 milioni di euro. [Adnkronos/Ign]

La crisi del settore edile nella provincia peloritana - Settemila posti di lavoro persi negli ultimi 10 anni, l'edilizia pubblica bloccata agli appalti banditi fino al 1998 ed un'esplosione del lavoro nero senza precedenti. A lanciare l'allarme sulle condizioni in cui versa il settore edile della provincia peloritana il segretario generale della Feneal Uil di Messina Giuseppe De Vardo. "È un settore che da sempre ha fatto da traino all'economia locale - spiega il sindacalista - e che adesso è messo letteralmente in ginocchio dalla crisi. Nell'ultimo decennio la forza lavoro è passata dai 15 mila iscritti alla Cassa Edile del 2001 agli 8 mila di quest'anno. È una crisi senza precedenti. A parte l'eccezione degli approdi di Tremestieri, realizzati con somma urgenza, l'edilizia pubblica è ferma ad opere appaltate prima del 1998. E anche le poche gare espletate, come il porto di Sant'Agata Militello o le nuove invasature e la piattaforma logistica dell'approdo di Tremestieri, sono bloccate per i ricorsi presentati dalle ditte escluse. Si dibatte, si teorizza, ma manca la fase decisionale. Persino il risanamento è bloccato, per non parlare della chimera della Via del Mare e delle opere di bonifica e messa in sicurezza del territorio, fondamentali per la salvaguardia dei cittadini".
Ma il segretario della Feneal Uil mette l'accento anche sulla recessione che riguarda direttamente le aziende che ancora riescono a lavorare con gli enti pubblici e che entrano in crisi a causa dei ritardi nei pagamenti delle commesse. E ancora peggio va nel settore privato, dove il lavoro irregolare e la mancanza di sicurezza nei cantieri sono quasi una regola. "Si lavora in nero - aggiunge De Vardo - senza garanzie e senza sicurezza, con il risultato di una crescente evasione fiscale e contributiva da parte di diverse aziende e con un alto tasso di sfruttamento della manodopera. In una parola, con una fortissima concorrenza sleale nei confronti delle poche aziende virtuose rimaste sul mercato".
Per venire fuori da una situazione che sembra giunta ad un punto di non ritorno, per la Feneal Uil è necessario aumentare gli organici dell'Ispettorato del Lavoro, attivare in Prefettura la Commissione contro il lavoro nero, sottoscrivere protocolli d'intesa perché i Comuni non rilascino più certificati di abitabilità se l'azienda non presenta il Documento Unico di Regolarità Contributiva su quanto costruisce. Fondamentali anche i corsi professionali ed un albo di iscrizione obbligatoria con una persona fisica che risponda di eventuali danni economici e penali. Passaggio indispensabile quest'ultimo, visto che da quanto denuncia il sindacato non sono poche le imprese che non hanno la sede legale o che la cambiano di continuo. [Articolo di Elisabetta Raffa, €conomiaSicilia.com]

 

 

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25 ottobre 2011
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