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Per le 100mila persone in fuga...

Il ministro Maroni a Catania per presentare il Villaggio della solidarietà di Mineo che tanto preoccupa i sindaci del Catanese

01 marzo 2011

"Se è vero, come ha detto l'Unhcr, che ai confini della Libia con la Tunisia ci sono oltre 100 mila persone in fuga, tutti noi capiamo la dimensione enorme e la novità assoluta di questo fenomeno". Come previsto, ieri mattina il ministro dell'Interno Roberto Maroni è arrivato in prefettura a Catania per partecipare a una riunione con i sindaci dell'area etnea del Calatino sud Simeto e presentare il "Villaggio della solidarieta" di Mineo che sarà utilizzato per ospitare i migranti in fuga dal Nordafrica.
"E proprio per sostenere la richiesta che ho fatto in Europa, che l'Europa condivida, tutti i Paesi europei condividano la gestione dei rifugiati, il disagio del Villaggio della solidarietà di Mineo è un modello di eccellenza che può mostrare all'Europa come si fa a gestire questo fenomeno, garantendo sicurezza e garantendo i massimi livelli di accoglienza", ha detto Maroni.
Alla riunione hanno preso parte, tra gli altri, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, commissario straordinario per l'emergenza immigrazione, il presidente della Regione Raffaele Lombardo e il presidente della Provincia regionale di Catania, Giuseppe Castiglione.

"Abbiamo concluso la riunione con la mia proposta di procedere alla realizzazione del Villaggio della solidarietà per creare un modello di eccellenza in Europa nell'accoglienza dei richiedenti asilo, accompagnato da un patto per la sicurezza sottoscritto in provincia di Catania da tutti i sindaci, dal ministero dell'Interno, e quindi dal governo, per definire quali misure attuare nell'area: dal potenziamento delle strutture, dei presidi che ci sono, alla realizzazione di sistemi integrati di videosorveglianza per garantire il massimo della sicurezza". Queste le parole del ministro Maroni, incontrando i giornalisti alla fine di una riunione nella prefettura di Catania.
"Visti i termini legati all'emergenza umanitaria definiti nell'ordinanza firmata dal presidente del Consiglio, ho avanzato questa proposta - ha aggiunto Maroni - e chiesto ai sindaci di farmi sapere entro 24 ore: cioè la disponibilità a realizzare questo progetto oppure no". "Pur potendo decidere da solo - ha proseguito - ho voluto il confronto perché voglio che sia una decisione condivisa nell'interesse nostro, delle autonomie locali e dai richiedenti asilo". "Domani (oggi per chi legge, ndr) sapremo se c'è da parte delle Comunità interessate la condivisione di questo progetto, altrimenti riferirò al presidente del Consiglio l'esito di questa consultazione e poi valuteremo le decisioni necessarie per gestire quella che, anche le notizie di oggi lo dicono, si prefigura come una emergenza umanitaria senza precedenti".

La perplessità dei sindaci - Nonostante le rassicurazioni del ministro, sul Villaggio della solidarietà, i sindaci esprimono ancora il loro disagio. Su tutti il primo cittadino di Mineo, Giuseppe Castania. "Continuo ad essere perplesso per motivi di sicurezza e per l'integrazione del territorio. Non trovo positivo mettere 2 mila persone in un solo sito, e non sono il solo sindaco a pensarla così".
Altri sindaci, oltre a quello di Mineo, si sono dichiarati contrari al Villaggio della solidarietà, in particolare quelli di Palagonia, Ramacca, Caltagirone, Grammichele e Scordia.
"La migliore soluzione è ospitare 300/400 immigrati nelle nostre comunità, perchè la vera accoglienza si può costruire soltanto all'interno di un tessuto di relazioni che non trasformi la lunga permanenza degli immigrati in una bomba sociale pronta ad esplodere in qualsiasi momento" ha spiegato il sindaco di Caltagirone Francesco Pignataro.
"Diciamo no, invece all'idea di portarne duemila, forse più, nel villaggio di Mineo perchè ciò creerebbe una riserva indiana con seri problemi di ordine pubblico all'interno e nel territorio circostante, compresi i centri vicini. Non si potrebbe certo impedire agli immigrati di muoversi fuori dal villaggio con conseguenti difficoltà per loro stessi e rischi per le aziende agricole della zona e per i centri vicini, che potrebbero registrare la presenza di eventuali malintenzionati con l'impossibilità, per le forze dell'ordine già esigue nel numero, di fronteggiarli".
"Maroni - ha aggiunto il primo cittadino calatino - giustifica il ricorso al villaggio di Mineo in nome di un'emergenza umanitaria, almeno per il momento, soltanto annunciata in quanto gli approdi sono stati sinora di poche migliaia. Il diritto costituzionale alla sicurezza dei cittadini del Calatino non può essere l'allegato, dai contenuti peraltro poco chiari, di un progetto sperimentale che, presupponendo la segregazione di oltre duemila persone, costituisce una bomba a orologeria per il nostro territorio".

Intanto a Lampedusa...- "Stiamo valutando la posizione del sindaco di Lampedusa per il reato di istigazione all'odio razziale per il contenuto dell'ordinanza antiaccattonaggio firmata nei giorni scorsi nei confronti degli immigrati tunisini sbarcati nei giorni scorsi".
Lo ha detto all'Adnkronos il Procuratore di Agrigento Renato Di Natale che ha ricevuto l'altro ieri l'ordinanza firmata dal sindaco Bernardino De Rubeis per vietare gli assembramenti dei tunisini nei bar o in luoghi pubblici. Il provvedimento è stato trasmesso ai magistrati dalla Questura di Agrigento e dai Carabinieri di Lampedusa. Una decisione presa per "motivi di ordine pubblico" e "igienico-sanitari" come dice lo stesso sindaco. [Leggi: "Di sicuro c'è che Lampedusa dice basta!"]
"Non abbiamo ancora valutato - ha detto Di Natale - stiamo leggendo con attenzione per vedere se c'è il reato di istigazione all'odio razziale".
Già in passato De Rubeis era stato indagato per questo reato ma poi prosciolto.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Lasiciliaweb.it]

 

 

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01 marzo 2011
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