Per risanare le casse ci vuole il "grano"
La Regione perde due miliardi all'anno... Bisognerebbe introdurre una moneta "virtuale" complementare all'euro
In una regione come la Sicilia, che in media ogni mese perde 200 milioni e ha chiuso il bilancio 2012 con un buco di 2 miliardi, la soluzione per creare crescita, sviluppo e massima occupazione è introdurre una moneta "virtuale": il grano, complementare all'euro.
Ne è convinto l'imprenditore Giuseppe Pizzino, che nello studio "Progetto Sicilia" sostiene che emettendo obbligazioni (Sicily Bor, Buoni ordinari della Regione), si risanerebbero in 6 anni le disastrate casse della Regione e il bilancio chiuderebbe in attivo, con un aumento del pil di 14 punti.
Pizzino sostiene che "con metodi convenzionali, non c'è possibilità alcuna di riuscire a cambiare il corso dell'economia siciliana". Utilizzando i risparmi dei siciliani, si otterrebbe una liquidità pari a 60 miliardi di euro (14 mld all'anno) da restituire ai risparmiatori dopo 6 anni, da investire per occupare 250 mila persone, elevare il reddito delle famiglie da mille a 1.500 euro al mese, insieme a un salario minimo pari a mille euro, per i meno abbienti, cumulabile con la pensione o altri sussidi statali, e realizzando opere per un valore 30 miliardi di euro. Per raccogliere questa cifra, la Regione, tramite Irfis-FinSicilia - secondo Pizzino - dovrebbe conferire a garanzia dei Sicily Bor tutti i suoi beni immobili destinati alla vendita con versamento in conto capitale.
"Si tratta di una moneta sociale che serve a elevare consumi, crescita e spesa delle famiglie - ha detto Pizzino illustrando la sua teoria agli studenti della facoltà di Scienze politiche di Palermo -. Ogni mese in Sicilia chiudono un numero di aziende che per numero di occupati sarebbero assimilabili a 5 stabilimenti Fiat come quello di Termini Imerese. In Sicilia il reddito medio disponibile di una famiglia composta da 2,5 persone è di mille euro al mese. Ho analizzato i conti economici e finanziari della Regione: emerge che non c'è alcuna possibilità di creare crescita e sviluppo perchè non si riesce a pagare la spesa corrente per mancanza di liquidità".
"In Sicilia - aggiunge - ci sono 60 miliardi di euro derivanti dai risparmi delle famiglie, di questi 18 mld sono liberi da vincoli. Introducendo una moneta complementare all'euro stimoleremmo i risparmiatori con la seguente offerta: se mi dai 5 mila euro ti diamo 10 mila grani. Emettendo la moneta virtuale si incentiva la spesa". La Regione in virtù dell'autonomia "non solo - spiega Pizzino - ha la possibilità di determinare tributi, ma può decidere come, quando, quanto incassare dai tributi e attraverso chi, anche con un conto bancario di Irfis-Finsicilia. Chiunque può accettare questa valuta e la Regione ne garantirebbe la convertibilità". [Fonte: Corriere del Mezzogiorno]