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Per rispetto alla loro morale

Tra i cattolici praticanti alle elezioni europee, uno su quattro ha voltato le spalle al Pdl

12 giugno 2009

Fra i cattolici praticanti, uno su quattro alle scorse elezioni europee ha voltato le spalle al Pdl. Lo sostiene il presidente del Cesnur, Massimo Introvigne, che a Salt Lake City, negli Usa, dove si è aperto il congresso annuale del Centro Studi sulle Nuove Religioni, cui partecipano 78 relatori di quindici Paesi, dall'Europa agli Stati Uniti fino al Cina e Iran, ha anticipato i risultati di una ricerca condotta negli ultimi giorni dal Cesnur con il metodo delle interviste telefoniche a campione Cati su un campione nazionale di 500 casi validi sul comportamento alle elezioni europee del 2009 dei cattolici praticanti che avevano votato Pdl nel 2008.

In particolare, dalla ricerca risulta che il 75,4% dei cattolici praticanti ha confermato la scelta del Pdl mentre il 24,6% non lo ha fatto. Fra gli elettori cattolici praticanti che hanno abbandonato il Pdl, il 53,3% si è astenuto, il 21,6% ha votato Udc, il 20,1% la Lega mentre pochi si sono spostati verso il centro-sinistra (1,9% al Pd e 1,5% all'Idv). Tra i motivi della disaffezione verso il Pdl, secondo Introvigne, "il caso Noemi non è ininfluente, ma non è al primo posto". Secondo il direttore del Cesnur, infatti, su cento elettori cattolici praticanti che non hanno riconfermato la fiducia al Pdl, il 12,5% cita i comportamenti personali del premier e il 10,4% vicende locali (principalmente in Sicilia), ma le cause più indicate sono la preoccupazione di fronte a dichiarazioni su Chiesa, vita e famiglia di esponenti del Pdl, con riferimento specifico al presidente della Camera, Gianfranco Fini, causa prima di disaffezione verso il Pdl per il 23,9% degli intervistati, e la percezione di un insufficiente impegno del governo per le famiglie in difficoltà a causa della crisi economica (22,8%).

Giocano anche una generale disaffezione verso la politica o le istituzioni europee (20,1%) e la vicenda Kakà (3,2%), mentre solo il 3,9% dei fedeli praticanti che hanno lasciato il Pdl lo ha fatto perché non è d'accordo con la politica del governo sull'immigrazione. "Non siamo di fronte a un'emorragia - conclude Introvigne - dal momento che tre cattolici su quattro hanno riconfermato la fiducia al Pdl, ma a scricchiolii comunque significativi, causati più da Fini e dall'economia che dal caso Noemi, che non è stato irrilevante ma neppure decisivo". [Adnkronos]

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12 giugno 2009
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