Per sconfiggere l'influenza aviaria, dalla Gran Bretagna arriva l'idea del ''super pollo ogm''
Un progetto genetico di scienziati britannici per ''blindare'' i Polli dai virus
A fare paura, una volta, erano animali come i leoni, gli squali, le tigri e i serpenti velenosi. C'erano anche quelli fantastici o lontani nel tempo, come i draghi o i dinosauri.
Oggi l'animale che più fa paura è: il pollo!
Strana l'evoluzione dell'uomo, verrebbe dire, ma in tanto con i timore creato dal virus H5N1, fra poco potremmo pure sentire stravolgere i classici modi di dire: e così non si dirà più ''essere stupido come un pollo'' ma ''essere pericoloso come un pollo''.
Nella storia dell'influenza dei polli si ravvisano buone idee cinematografiche degne da film horror di ultima generazione: nascondere un grave pericolo all'interno di qualcosa proverbialmente innocuo risulta sinceramente terrorizzante.
Altrettanto cinematografico sembrano gli studi che ultimamente un team di ricercatori britannici stanno effettuando: creare polli geneticamente modificati che siano in grado di resistere all'influenza aviaria, riducendo così i rischi anche per l'uomo. E non solo, l'obiettivo dichiarato è: sostituire l'intera popolazione mondiale dei polli con la nuova razza ogm.
La realtà supera sempre la fantasia, questo è un dato assodato, quindi per trovare la meraviglia meglio sfogliare un quotidiano che affidarsi alla fantasia dei registi cinematografici.
E la ''meravigliante'' notizia della ricerca britannica è stata pubblicata dal quotidiano Times. Nell'articolo si legge che la ricerca, a causa dei suoi tempi lunghi, non produrrà risultati utili in tempo per contrastare l'attuale pericolo derivante dall'H5N1, senza contare che la sostituzione dei polli naturali con quelli modificati potrebbe incontrare una forte opposizione nella pubblica opinione. Le ricerche, comunque, sono già in una fase avanzata.
Questo ''super pollo ogm'' sarebbe anche resistente ad altri tipi di influenza che rischiano di passare agli esseri umani, come l'H7 che nel 2003 esplose in un'epidemia negli allevamenti olandesi. La squadra che sta lavorando al progetto è guidata da Laurence Tiley, docente di virologia molecolare a Cambridge e da Helen Sang, dell'istituto Roslin presso Edimburgo, lo stesso che nel 1996 creò la pecora clonata Dolly.
I test su cellule di polli hanno mostrato che queste possono essere protette dal virus dell'influenza inserendo materiale genetico al loro interno. Il team è ora pronto a testare questo sistema sulle uova, e, secondo il Times, l'esperimento dovrebbe avvenire entro poche settimane.
Per il giornale britannico, se la tecnica funzionerà, dovrà innanzitutto superare ostacoli legislativi e quindi la battaglia per conquistare la pubblica opinione. Ma se questi passaggi venissero superati, sostituire le galline con quella attrezzate geneticamente a respingere il virus sarebbe una procedura relativamente rapida, dicono i ricercatori. ''Una volta ottenuto il permesso dalle autorità, riteniamo che ci vorrebbero 4 o 5 anni a rimpiazzare l'intera popolazione mondiale dei polli - ha affermato Tiley -. Sviluppare polli che resistano all'influenza ha chiari benefici per la salute umana e degli animali, dal momento che non dovremmo ucciderne milioni. I polli sono l'anello tra gli uccelli selvatici, dove si sviluppa l'influenza aviaria, e gli esseri umani, tra i quali potrebbe svilupparsi la pandemia. Rimuovere quell'anello ridurrebbe i rischi posti dall'influenza aviaria".
Le strade seguite dagli scienziati sono tre: in una inseriscono nei volatili un gene che crea una proteina antivirale chiamata Mx, che è deficitaria in molte razze di polli, e che dovrebbe migliorare la loro capacità di combattere l'H5N1 ed altri ceppi del virus; la seconda è detta 'interferenza dell'Rna', in cui frammenti di acido ribonucleico (Rna) vengono usati per sabotare il funzionamento del virus. Modificando le cellule dei polli in modo che producano piccole molecole di Rna che confondono il virus, gli scienziati sperano di creare resistenza ad una vasta gamma di ceppi virali.ì; infine il terzo approccio, che è simile al secondo, ma usa le molecole di Rna come esche in grado di 'ingannare' il virus, che inizia a riprodurre queste molecole, invece che se stesso.
Tutte e tre le tecniche potrebbero essere usate per modificare lo stesso pollo, rendendolo in teoria 'blindato' agli assalti del virus.
Chissà come sarà allo spiedo...