Per sempre Libero...
23 anni fa la mafia uccideva Libero Grassi. 23 anni fa, dal basso, cominciò la guerra al pizzo
"Caro estortore…". Iniziava così la lettera di Libero Grassi pubblicata in prima pagina dal Giornale di Sicilia il 10 gennaio 1991. Il giorno dopo davanti alla Sigma, la sua fabbrica di capi d'intimo a Palermo, c'erano carabinieri, cameramen di televisioni e giornalisti. L'imprenditore consegnò a polizia e carabinieri 4 chiavi dell'azienda chiedendo loro protezione.
Grassi venne assassinato da Salvino Madonia il 29 agosto 1991 per essersi opposto al pizzo e per aver denunciato con dovizia di particolari i propri estorsori. Venne anche lasciato solo, anzi criticato, dalle organizzazioni degli imprenditori. Il killer, condannato all'ergastolo, rampollo di una potentissima famiglia attese Grassi sotto casa assieme a Marco Favaloro, poi pentito. Gli sparò alle spalle, senza neanche guardarlo negli occhi.
Il testo della lettera di Libero Grassi pubblicata sul Giornale di Sicilia il 10 gennaio 1991
Caro estortore
Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere...
Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al 'Geometra Anzalone' e diremo no a tutti quelli come lui.