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Per una magistratura indipendente...

Fini sottolinea l'importanza dell'indipendenza della magistratura, e sul Csm piovono critiche per un atto di indipendenza

15 ottobre 2009

"Su un tema come la separazione delle carriere non ho cambiato opinione, ma è essenziale che venga rispettata la Costituzione che prevede l'assoluta indipendenza di tutti i magistrati".
Questa la risposta data ai giornalisti, durante la conferenza stampa che ha concluso la sua visita inaugurale alla Fiera del libro di Francoforte, dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Fini ha precisato che sull'argomento "bisogna attenersi a quelli che saranno i fatti e gli atti in Parlamento" ma ha anche precisato che "un conto è la separazione delle carriere" dei magistrati "un altro conto è l'indipendenza dei magistrati" che a norma di Costituzione "non possono essere sottoposti ad altri poteri che non siano quello giudiziario".
Parlando di riforme della Costituzione, Fini ha sottolineato che in questa legislatura sono possibili sulla base di un'ampia maggioranza parlamentare in grado di superare i rischi di una mancata approvazione in sede referendaria, come è accaduto in un recente passato con la riforma varata dal centrodestra ma non confermata dagli elettori.
Il presidente della Camera ha ricordato che la procedura dell'articolo 138 della Costituzione "non è stata prevista per caso dai padri costituenti" mentre l'esperienza recente ha dimostrato che "quando una maggioranza dà corso ad una riforma solo sulla base dei voti di cui dispone in Parlamento compie un'operazone legittima costituzionalmente, ma che può presentare inconvenienti di tipo politico". Insomma, solo con una maggioranza qualificata è possibile sottrarre il testo di una riforma a un referendum popolare.

"Il mio auspicio - ha sottolineato Fini - è che in questa legislatura non si perda l'occasione per riformare le istituzioni, portando così a compimento un iter e un dibattito molto ricco" e sul quale si sono registrate diverse convergenze. In particolare ha ricordato l'esigenza che "nel processo federalista in corso è indispensabile che vi sia uno sbocco a livello istituzionale".
Per il presidente della Camera "ci sono le condizioni per un'ampia convergenza per individuare un processo di raccordo tra governo e parlamento, che è uno dei nodi, ma anche sulla riduzione del numero troppo ampio di parlamentari e sulla fine del bicameralismo perfetto". Fini ha anche sottolineato, fra le questioni da affrontare quella di individuare "nuove forme di equilibrio tra il potere legislativo e quello esecutivo. Credo - ha concluso - che si possa dar vita ad una riforma costituzionale in questa legislatura sulla base di una larga maggioranza" sui punti citati.

E intanto, nella maggioranza è divampata la polemica sulla promozione che il Consiglio Superiore della Magistratura ha dato a Raimondo Mesiano, il giudice di Milano che ha condannato la Fininvest a risarcire con 750 milioni di euro la Cir di De Benedetti per la vicenda del Lodo Mondadori (LEGGI).  A Mesiano è stata conferita la settima valutazione di professionalità, la più alta nella carriera di un magistrato di cui si sottolinea "l'indipendenza, l'imparzialità e l'equilibrio", oltre alla capacità, diligenza e impegno dimostrati.
Un provvedimento retroattivo, visto che decorre dal 13 maggio 2008, con il quale Mesiano avrà un aumento di stipendio oltre alla possibilità di concorrere a incarichi che finora gli erano stati preclusi.
Martedì prossimo la Prima commissione aprirà una pratica a sua tutela, dopo le critiche ricevute per la sentenza sul Lodo Mondadori.

Come dicevamo, nel Pdl divampa la polemica sulla promozione del giudice. "Non conosco la vita e la carriera professionale del giudice Mesiano. Ma dopo quella sentenza sul Lodo Mondadori, questa promozione e questo riconoscimento mi sembra una cosa forse poco opportuna, anche se non entro nel merito della decisione del Csm", ha commentato Gaetano Pecorella, deputato del Pdl e legale del premier.
Mentre il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ha detto: "A volte si assiste a casi di umorismo involontario. Capita vedendo che il Csm ha promosso all'unanimità il giudice Mesiano, autore della nota sentenza secondo la quale la Fininvest dovrebbe dare cifre faraoniche a De Benedetti". "La tempistica della promozione, all'indomani dell'incredibile sentenza, è ovviamente frutto del caso. Ma il tutto, come in certe commedie televisive - aggiunge Gasparri - meriterebbe l'accompagnamento di risate del pubblico. Di Mesiano si loda anche la laboriosità. Testimoniata dal fatto che ha emesso la sentenza di sabato e senza ricorrere a perizie. Il Csm meriterebbe una menzione speciale. Altri commenti sarebbero superflui. Per evitare querele e perché la realtà incredibile supera ogni fantasia e ogni giudizio".
Caustico il commento di Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera dei deputati: "Finalmente abbiamo in Italia un'istituzione che si fonda sul merito. La promozione del giudice Mesiano da parte del Csm dimostra che in Italia fanno carriera non solo i 'figli di', anche un semplice magistrato può ambire al successo. Il segreto? Basta colpire Berlusconi. E pensare che c'è qualcuno che ha la faccia tosta di dire che la Magistratura è indipendente".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

 

 

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15 ottobre 2009
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