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Per una Mobilità umana internazionale

Il capoluogo siciliano battezza la Carta di Palermo 2015 e chiede l'abolizione del permesso di soggiorno

16 marzo 2015

Ai Cantieri culturali alla Zisa, nell'ultima giornata del convegno internazionale "Io sono persona", è stata approvata, su proposta del sindaco Leoluca Orlando, la "Mobilità umana internazionale - Carta di Palermo 2015", per l'abolizione del permesso di soggiorno e per l'approvazione delle modifiche radicali alla legge sulla cittadinanza, per un allargamento dei diritti degli essere umani.
"Questo è un giorno storico per la nostra città - ha detto il sindaco Orlando che ha concluso i lavori -. Il nostro è un atto per la storia. E' tempo, quindi, che almeno l'Unione europea promuova l'abolizione del permesso di soggiorno sollecitando la Comunità mondiale al riconoscimento della mobilità di tutti gli esseri umani come un diritto, non soltanto al suo interno. Il nodo centrale è, pertanto, il passaggio dalla migrazione come sofferenza, alla mobilità come diritto umano. Le attuali previsioni internazionali - ha continuato Orlando - garantiscono, ipocritamente, il diritto di emigrare, ma non garantiscono un corrispondente diritto all'ingresso, con uno specifico dovere di accoglienza da parte degli Stati. Occorre, quindi, riconoscere il diritto alla mobilità, sia per quanto riguarda la possibilità di lasciare il proprio Paese, sia per quella di essere accolto. Inoltre bisogna accelerare l'iter per il rilascio della cittadinanza alle persone che nascono sul nostro territorio, occorrono tempi più rapidi".

Orlando ha ribadito che Palermo ha concesso più di mille cittadinanze in due anni. "Non occorre scomodare né dichiarazioni universali, né interventi di altri Paesi per procedere ad una riforma radicale della legge sulla cittadinanza".
Poco, molto poco il pubblico presente come è stato fatto rilevare da alcune foto "postate" su Facebook e accompagnate da un interrogativo: "Forse Palermo non è ancora pronta?"

Al convegno "Io sono persona" era presente il Prefetto Mario Morcone, Capo del Dipartimento Immigrazione del Ministero dell'Interno.
A chi gli ha chiesto se è possibile che terroristi si infiltrino tra gli immigrati che arrivano sui barconi sulle coste italiane, ha risposto: "Io non partecipo al festival dell paura. Posso solo dire che se fossi un terrorista non mi imbarcherei su un gommone in Libia a calci nel sedere...". "E' chiaro che il nostro paese, in questo momento, deve avere la massima attenzione su ogni forma di terrorismo o di fenomeno eversivo - ha detto Morcone - ma che vengano con i barconi o i gommoni la vedo un po' complicata, quando ci sono invece canali più semplici. La stessa rotta balcanica consente di entrare nell'area Schengen dalla Slovenia, tanto per fare un esempio. Se fossi un terrorista non mi imbarcherei".

Per quanto riguarda invece l'allarme lanciato nei giorni scorsi da Frontex su un possibile sbarco di massa sulle coste italiane, il Prefetto ha aggiunto: "Un milione di profughi pronti a partire dalla Libia? Ecco, non voglio partecipare al festival delle balle spaziali. E' certamente vero che in Libia c'è una grande situazione di disperazione, da lì a stabilire che arriveranno sulle coste siciliane ne corre. Anche perché sarebbero necessarie 50.000 barche...".

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16 marzo 2015
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