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Per una proprietà più sicura arriva la legge che protegge dai fallimenti immobiliari

Finisce l'epopea dei costruttori che prendono i soldi e scappano

30 marzo 2005

Con un ritardo decennale rispetto alle altre legislazioni, finalmente anche il governo Italiano ha approvato il decreto legislativo di attuazione della legge 210/2004 sui fallimenti immobiliari, un provvedimento atto a porre rimedio ad un, purtroppo, diffuso malcostume ''made in Italy''.
Secondo stime del Conafi, l'associazione che raggruppa le vittime dei fallimenti, negli ultimi dieci anni oltre 200mila famiglie hanno perso il diritto ad abitare la casa per cui avevano sborsato consistenti anticipi, ma senza riuscire a stipulare il rogito perché nel frattempo il costruttore aveva chiuso bottega e, magari, era fuggito con la cassa.
Attraverso questo provvedimento per comprare una casa, sulla carta non sarà più necessario compiere un atto di fede sulla serietà del costruttore.

Il decreto deve ora passare all'esame delle commissioni parlamentari competenti, che hanno sessanta giorni per presentare le loro osservazioni. Qualche particolare può ancora cambiare, ma non è ipotizzabile uno stravolgimento, considerando che la legge 210 è stata approvata all'unanimità.

Il decreto prevede: in primo luogo l'obbligo per il costruttore di dare una garanzia fideiussoria, stipulata da una banca o da una assicurazione, su tutti i soldi versati prima del rogito da parte del promissario acquirente.
Il 4 per mille della somma coperta da fideiussione andrà ad alimentare un fondo di solidarietà della durata di quindici anni che servirà a indennizzare le vittime dei fallimenti immobiliari precedenti all'entrata in vigore del decreto.
Per i crac che invece dovessero verificarsi in seguito, il promissario acquirente non solo avrà il diritto a essere rimborsato, dalla banca o dall'assicurazione, per gli anticipi versati, ma manterrà la prelazione sull'immobile.
Il decreto stabilisce anche che il singolo acquirente possa ottenere, dal momento in cui l'unità immobiliare è accatastabile, il frazionamento del mutuo e quindi dell'ipoteca; inoltre la garanzia sui vizi di costruzione, obbligatoria già oggi perché prevista dall' articolo 1669 del Codice civile, dovrà essere garantita da una polizza assicurativa.
Scatta, inoltre, l'obbligo di evidenziare nel compromesso una serie di informazioni - comprese quelle sulla fideiussione - e di allegare il capitolato
.

Un passo in avanti decisivo, dunque, nella trasparenza che però avrà un suo costo, computabile tra l'1 e il 2% del prezzo di vendita delle case.
''E' un surplus che chi impegna i risparmi di una vita nell'acquisto della casa spenderà volentieri - commenta Franco Casarano, presidente nazionale di Assocond, l'associazione nazionale condomini di cui Conafi è un'emanazione -. Negli ultimi anni la situazione è rimasta sotto controllo perché il boom del mattone ha fatto sì che le case si vendessero bene, ma temiamo che ai primi segni di debolezza del mercato si possano riproporre i problemi che abbiamo già visto a metà degli anni Novanta, quando domanda e prezzi hanno cominciato a calare''.

''E' una buona norma - commenta Claudio De Albertis, presidente dell'Ance, l'associazione dei costruttori - che permetterà di moralizzare il mercato. L'unico aspetto che in questa fase ci preoccupa è quello riguardante le modalità di stipula della fideiussione. Noi pensiamo che debba essere rilasciata volta per volta a ogni singolo acconto e non in una volta sola e sul totale degli anticipi. Pagare tutto subito significa intaccare anzitempo il fido del costruttore, con un appesantimento degli oneri finanziari che finirebbe per incidere sul costo finale della costruzione''. [Corriere della Sera]

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30 marzo 2005
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