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Perché Fincantieri non rispetta i suoi operai ...

Ieri a Palermo proteste dagli operai dell'indotto e dagli operatori specializzati dei Cantieri navali

12 ottobre 2011

Un gruppo di disoccupati che lavoravano nell'indotto del Cantiere navale di Palermo ieri ha protestato in via Trinacria a Palermo davanti alla sede dell'Assessorato regionale al Lavoro per chiedere al Governo di trovare un accordo sulla mobilità in deroga.
Sono circa 300 gli operai, che pur lavorando da anni per le ditte dell'indotto, non hanno maturato i requisiti per accedere alla misura. "Si tratta di personale - ha spiegato Francesco Piastra della segreteria provinciale della Fiom - che ha lavorato con contratti a termine per ditte diverse dell'indotto, ma negli anni non ha maturato i requisiti previsti dalla legge per la mobilità in deroga, perchè i contratti avevano durata di pochi mesi. Abbiamo avanzato diverse proposte alle istituzioni sul tema".
"Dalle istituzioni abbiamo ricevuto solo promesse in questi mesi - ha detto Leo Cafiero, presidente del Comitato indotto Fincantieri - ma ancora nessuno ha trovato una soluzione per noi. C'è gente che da un anno è senza reddito e non può comprare nemmeno il pane".
"Non lavoro da 18 mesi e sono disperato: non posso pagare affitto e bollette - dice Matteo Caruso operaio di 58 anni, che lavora da oltre 20 anni nell'indotto Fincantieri - Ho 36 anni di contributi ma non posso andare in pensione per via dell'età". "Per 12 anni - racconta - ho lavorato per una ditta dell'indotto, con un contratto a tempo indeterminato. Poi è fallita e ho perso il lavoro. Per le altre ditte dell'indotto ho lavorato con contratti a tempo determinato di pochi mesi, l'ultimo è scaduto due anni fa". Anche Antonino Virzì è un operaio dell'indotto del Cantiere navale di Palermo. "Sono disoccupato da un anno e mezzo - dice Virzi - Ho 43 anni e sono padre di due bambini piccoli, non so cosa più fare. Ho lavorato in nero, sono andato al nord. Così non si può andare avanti, abbiamo bisogno di risposte".

Sempre ieri, davanti l'ingresso di Fincantieri a Palermo, la protesta di sei operatori addetti alla realizzazione di pannelli per la costruzione del ponte della nave petroliera Alba Marina, la commessa in lavorazione presso lo stabilimento. A darne notizia è stata la Fim Cisl che insieme alla Uilm segue la protesta dei lavoratori che rischiano, dopo anni di cassa integrazione, di rientrarci a causa del cattivo stato in cui si trova la macchina che dovrebbero utilizzare, la pannelline. Da tre anni infatti non viene sottoposta a manutenzione. "I lavoratori non possono svolgere la loro attività - ha spiegato Nino Clemente rappresentante Fim Cisl - e questo a causa del disinteresse dalla società a provvedere alla manutenzione della macchina, alla nostra richiesta di intervento ci è stato risposto, che pur di non provvedere alla manutenzione, la realizzazione dei pannelli verrà ora affidata agli operatori dell'officina". E ha concluso "protesteremo bloccando l'ingresso finché non saremo ascoltati, questi lavoratori provengono da anni di cassa integrazione non possono fermarsi ancora, l'Azienda pensi piuttosto a trovare loro una sistemazione fra le attività dello stabilimento che sia consona alla loro professionalità. Siamo stanchi - ha concluso Clemente - di questo atteggiamento di Fincantieri che mostra poco interesse all'atteso rilancio dello stabilimento".

[Informazioni tratte da Repubblica/Palermo.it, Adnkronos/Ign]

 

 

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12 ottobre 2011
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