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Perché Ghedaffi non si scusa con gli italiani?

Dopo l'enfatica richiesta di perdono di Berlusconi alla Libia, gli italiani rimpatriati riflettono...

04 marzo 2009

Calorosi abbracci, promesse d'amicizia e... "Ancora e formalmente accuso il nostro passato di prevaricazione sul vostro popolo e vi chiedo perdono".
Queste le scuse ribadite dal premier italiano Silvio Berlusconi all'indirizzo della Libia e del colonnello Gheddafi, nel giorno in cui il Parlamento libico ha dato il via libera definitivo all'Accordo di Amicizia e Cooperazione tra Roma e Tripoli firmato lo scorso agosto a Bengasi (LEGGI).

Ebbene, "I rimpatriati dalla Libia hanno registrato l'enfatizzazione delle scuse portate ieri dall'Italia a Gheddafi quando vi è stato lo scambio delle ratifiche dei trattati", si legge in una nota dell'Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia (Airl), presieduta da Giovanna Ortu.
Nella nota l'associazione ricorda che "dalla ratifica, gli italiani espulsi dalla Libia sono stati beneficiati perché, grazie ad emendamenti presentati da An, Udc, Radicali e fatti propri da tutto il Pd e dall'Idv, con l'autorevole placet del Ministro La Russa, sono riusciti ad incassare un "cip" sull'indennizzo minimo che avevano richiesto ed un pieno riconoscimento morale del loro sacrificio da parte di tutti i Parlamentari. In più - commentano dall'Associazione - il Trattato ha posto fine ad una inammissibile discriminazione in tema di visti turistici, determinata non da una volontà vessatoria della Jamahiria, ma dalla necessità di Gheddafi di avere un così efficace strumento di pressione per arrivare alla soddisfazione di ogni pretesa".

Ora, in vista della partecipazione di Gheddafi al G8, Giovanna Ortu commenta: "Nel pensare che a luglio sarà montata la tenda di Gheddafi proprio in Sardegna, terra dei miei padri, mi chiedo: ma perché Gheddafi in quell'occasione non trova modo di chiedere scusa anche a noi, così come ha suggerito un deputato della Lega che, insieme ai colleghi di tutti i partiti, si è battuto fino all'ultimo, in sede di ratifica del Trattato, per dare all'elargizione in nostro favore la dignità di un indennizzo? Quando si fa pace - osserva la Ortu - bisogna farla veramente e con tutti, altrimenti si rischia di confondere i principi di dignità ed autorevolezza di un Paese con la realpolitik".
"Inoltre - conclude la Ortu - non si capisce perché l'Italia democratica di oggi debba rispondere, scusandosi con così tanta enfasi, dell'operato di governi del secolo scorso mentre Gheddafi ha calpestato precisi trattati internazionali senza alcuna protesta da parte dell'Italia".

Qualcuno dica alla Marina libica che gli italiani sono amici... - Un peschereccio della flotta di Mazara del Vallo (TP), il "Chiara Luna" con dieci uomini di equipaggio (sei tunisini e quattro italiani), è stato sequestrato da una motovedetta libica. L'imbarcazione è stata intercettata a circa quaranta miglia a nord della costa nordafricana, in una zona che le autorità di Tripoli indicano come acque di competenza libica. Del sequestro è stato informato via radio l'armatore del peschereccio.
Del sequestro si sta occupando la Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo che ha lanciato l'allarme. "L'ultima volta che ho parlato al cellulare con il capitano del peschereccio Vito Giacalone è stato martedì pomeriggio alle 16.00 - ha dichiarato Francesco Campo, armatore del Chiara Luna - mi ha detto che erano stati fermati da una motovedetta libica che aveva chiesto loro i documenti. Dopo un po' ho richiamato ma al cellulare non mi ha risposto nessuno. Stamattina, intorno alle otto sono riuscito però a parlargli e il capitano mi ha assicurato che l'equipaggio sta bene". "Al momento del fermo - ha spiegato ancora Campo - il capitano Giacalone è stato condotto sulla motovedetta dei libici, mentre quattro militari sono saliti sul nostro peschereccio e si sono messi al timone conducendo il natante al porto di Tripoli dove è ormeggiato dalla tarda serata di ieri". "Rammarica - ha concluso l'armatore- il fatto che il sequestro sia avvenuto all'indomani della visita in Libia del presidente del Governo Silvio Berlusconi. A 40 miglia, comunque, eravamo sempre in acque internazionali. Solo per la Libia le acque territoriali arrivano a 73 miglia dalla loro costa".

L'armatore ha aggiunto che sono in corso contatti diplomatici con le autorità libiche per giungere al rilascio dell'imbarcazione.
Lo scorso anno altri due motopesca di Mazara del Vallo, il "Valeria I" e il "Vito Mangiaracina", erano stati sequestrati dalle motovedette libiche.

[Informazioni tratte da Agenzia Internazionale Stampa Estero, Corriere.it]

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04 marzo 2009
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