Perché gli enti termali in Sicilia sono in rosso e altrove guadagnano miliardi?
Negli ultimi cinque anni la Regione ha ripianato i debiti delle Terme di Acireale per una trentina di miliardi; a Sciacca invece ha dato negli ultimi due anni un finanziamento a pareggio di quasi sei miliardi e mezzo.
Qualche esempio di quello che accade altrove.
Le Terme di Saturnia, nella zona etrusca della Toscana, sono state acquistate pochi anni addietro da un siciliano, e rilanciate: il bilancio è di duemila persone al giorno (pagano 34 mila lire per l'ingresso). In un anno fanno circa 20 miliardi, solo per i biglietti.
Ma questo è solo per l'accesso alle piscine di acqua calda sulfurea, poi ci sono i "trattamenti", il fango, i visi, i massaggi, le inalazioni, e questo triplica gli incassi per cui si arriva a circa 50-60 miliardi l'anno. I 150 addetti costano circa 10 miliardi l'anno, le spese di gestione saranno sui 20 miliardi.
Poi bisogna anche considerare l'indotto: tutti gli alberghi e gli agriturismo e i ristoranti in un raggio di 30 chilometri sono pieni dieci mesi l'anno.
Il business è grande, perchè la gente vuole andare in vacanza, ma anche prendersi cura del proprio corpo.
Da noi però questa ricchezza è stata trasformata in una voragine di debiti sino al punto che le gloriose Terme di Acireale hanno rischiato di chiudere.
Senza dire che le bellezze paesaggistiche e culturali dei contesti dove si trovano le nostre acque termali sono incomparabilmente più attraenti di quelle di altri luoghi della penisola. … senza commenti.