Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Perché, non si sa mai...

All'Ars è corsa al Tfr. 41 deputati siciliani su 90 hanno già richiesto la liquidazione per poco più di un anno di legislatura

08 febbraio 2014

Pur essendo facoltativo per legge, sono già 41 su 90 tra nuovi e veterani, i deputati dell'Assemblea regionale siciliana che dal primo gennaio, con l'entrata in vigore della legge sulla spending review, hanno chiesto all'amministrazione del Parlamento la liquidazione del Tfr per poco più di un anno di legislatura; la legge, che ha "modificato" il rapporto contrattuale tra Parlamento e deputati, stabilisce un tempo massimo di sei mesi per la richiesta, scaduti i quali il Tfr rimane nel fondo con i pagamenti previsti a fine mandato, nel 2017. La norma riduce all'1% circa la quota a carico del singolo deputato da versare al fondo calcolato sulla parte lorda dell'indennità (un ulteriore 7% circa è a carico dell'Assemblea) a fronte del 6,70% di quanto versava in passato e su un imponibile maggiore.
La Ragioneria di Palazzo dei Normanni sta facendo i conti e ancora non c'è una stima precisa dell'ammontare da liquidare al momento: per un deputato, con una legislatura alle spalle e senza avere percepito anticipazioni, si calcola una cifra intorno a 40 mila euro.

Dalla busta paga di gennaio, la prima coi parametri della legge sulla spending review con l'indennità in linea a quella stabilita dal decreto Monti (11.100 euro lordi al mese), emerge che (il taglio al netto per) i deputati si ritrovano circa 800 euro in meno e non 4.000, con la retribuzione che rimane sopra gli 8 mila euro netti al mese. Ciò per effetto della decisione del Consiglio di Presidenza che ha fissato a 6.600 euro la quota tassabile di indennità, e ha aumentato a 4.500 euro la diaria non tassabile; di conseguenza alcuni deputati si ritrovano con una aliquota fiscale più bassa, che riduce il gettito Irpef destinato al Fisco e dunque anche alla Regione.

Marcello Minio e Dario Matranga, segretari del Cobas/Codir, sindacato che rappresenta il 56 per cento del personale regionale, restano allibiti: "In Sicilia fare il politico è un mestiere ben retribuito, la richiesta del Tfr, pur prevista dalla legge, dimostra che i deputati regionali non sono disposti a rinunciare a nulla in un momento in cui 30 mila dipendenti di enti e consorzi della Regione sono senza stipendio perché non ci sono fondi. I deputati prima, nel pieno dell'emergenza, si sono presi l'indennità grazie a un tesoretto adesso si prendono anche la liquidazione, perché non si sa mai cosa può accadere: è vergognoso. Questa vicenda dimostra che i politici sono all'Ars non per i siciliani ma per i propri interessi".

Prendono le distanze dal "fattaccio" i 14 deputati del Movimento 5 stelle. "Nessuno di noi ha chiesto all'Assemblea siciliana la liquidazione del Tfr e non la chiederà" ha detto l’ex portavoce Giancarlo Cancelleri, che aggiunge: "l'entrata in vigore della legge sulla spending review è stata solo una operazione di maquillage, l'avevamo detto e lo confermiamo adesso. Personalmente perdo 600 euro netti".
L'amministrazione dell'Ars, correndoai ripari della polemica, ha però precisato che "una parte dei deputati regionali sta semplicemente cominciando a esercitare l'ovvio diritto, espressamente previsto dalla legge, alla restituzione di quanto versato per una finalità ora venuta meno, il cosiddetto assegno di solidarietà".

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

08 febbraio 2014
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia