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Perché quella calunnia?

Massimo Ciancimino sarà interrogato oggi nel carcere di Parma: "Non capisco il fermo. Chiarirò tutto con i pm, ho sempre collaborato"

22 aprile 2011

Sarà interrogato oggi nel carcere di Parma Massimo Ciancimino, fermato nella tarda mattinata di ieri (LEGGI) mentre stava andando in auto, con la scorta, in Francia per il reato di calunnia pluriaggravata ai danni dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Sarà sentito dal gip parmense e dai magistrati palermitani in trasferta.

Dunque, il figlio di "Don Vito" è stato fermato con un provvedimento urgente firmato dai pm della Procura di Palermo con l'accusa di avere falsificato un documento che aveva consegnato lui stesso il 15 giugno 2010 alla Procura di Palermo. E' quanto si legge nel provvedimento a firma del procuratore aggiunto, Antonio Ingroia e dei pm Antonino Di Matteo e Paolo Guido. "Nel corso dell'atto istruttorio del 15 giugno Ciancimino esibiva un documento da lui posseduto specificando di averlo rinvenuto all'interno di una busta unitamente ad altra missiva per un famigliare del padre", si legge nel provvedimento di fermo dei pm. I magistrati scrivono, quindi, parte del contenuto dell'interrogatorio nel quale si parla, in particolare, del manoscritto consegnato: "manoscritto sì, da mio padre", spiega Ciancimino junior. Sul documento ci sono annotati diversi nomi, tra cui 'F Restivo' e 'A Ruffini'. Ciancimino spiega: "Franco Restivo e Attilio Ruffini", cioè due ex ministri siciliani della Dc. E poi c'è un elenco di nomi: 'G Santovito, R Malpica e F/C Gros' insieme c'è una cerchiatura "con altre indicazioni", come spiega Ciancimino. E il pm: "cioè, questo nome è cerchiato e collegato ad un nominativo, De Gennaro con una freccia". E Ciancimino: "sì, le spiegherò dopo".
Nel corso dell'interrogatorio i pm leggono gli altri nomi inseriti sul foglietto consegnato da Ciancimino: V Parisi, D Sica, G De Francesco, B Contrada, L Narracci, E Finocchiaro, F Delfino, A La Barbera e M Finocchi. E dall'altra parte c'è in corsivo la dicitura: 'contatti Massimo'. Quando i pm chiedono a Ciancimino il significato su quanto scritto sul documento, il teste replica: "quella in corsivo sicuramente mio padre come anche quella dietro".
"Ciancimino riferiva di non essere certo di chi fosse l'autore delle annotazioni vergate a stampatello ma di non nutrire dubbi su chi avesse apposto la scritta in corsivo 'De Gennaro'", scrivono ancora i magistrati di Palermo sul provvedimento di fermo eseguito ieri dalla Dia di Palermo. "Questa non so se l'ho scritta io o qualcuno dei miei famigliari...", spiega Ciancimino, e ancora: "o mio padre stesso perché io la G non la faccio così". Poi, per quanto riguarda la dicitura 'De Gennaro', Massimo Ciancimino si dice certo che "la cerchiatura è grafia di mio padre, essendo riferibile a De Gennaro l'ha fatta mio padre, della cerchiatura mi ricordo proprio perché la scritta 'De Gennaro' e la dicitura sono state fatte in epoca successiva".

Alla richiesta dei pm di specificare se delle annotazioni fosse stato testimone, Ciancimino ha confermato: "senza dubbio alcuno che tra il 2000 e il 2002 era stato il padre, in sua presenza, a vergare la dicitura 'De Gennaro' e contestualmente a cerchiarla". E spiega ancora: "lui (Vito Ciancimino, ndr) mi cerchia attorno a 'F/C Gros' e mi dice anche che da questo elenco si era scordato di inserire il nome di De Gennaro". Sollecitato dai pm a chiarire le ragioni e il significato dell'elencazione, Ciancimino ha affermato che i nomi riportati "secondo quanto riferitogli dal padre, altro non era se non il cosiddetto 'quarto livello', e cioè quei funzionari dello Stato con cui con l'associazione mafiosa intratteneva stabili rapporti di complicità e connivenza". "Mio padre mi ha detto che questo è il famoso quarto livello di cui nessuno mai ha voluto parlare - ha spiegato Ciancimino -, disse anche che i più grossi collaboratori di mafia si sono cagati sotto a parlare del terzo livello, in questo foglietto io rappresento il quarto livello e ricordati che c'è gente che è stata ammazzata".
Il documento in cui c'è il nome del direttore di De Gennaro e che sarebbe stato "manomesso", è una fotocopia. Da una perizia ordinata dalla Dda si evincerebbe che il nome di De Gennaro sarebbe stato scritto in epoca successiva alla redazione del manoscritto. Il documento inoltre sarebbe in contrasto con quanto dichiarato dallo stesso Ciancimino durante gli interrogatori resi alla procura di Palermo.

Dunque, è possibile che qualcuno manovrava Massimo Ciancimino? "E' una cosa che si può pensare", secondo il procuratore aggiunto Antonio Ingroia che, insieme ai sostituti Di Matteo e Guido, si appresta a interrogare il figlio di don Vito a Parma. Un 'puparo', dunque, che avrebbe avuto l'interesse a manovrare Ciancimino jr. "E' chiaro - ammette Ingroia - una dichiarazione per calunnia non è acqua fresca. La credibilità di Ciancimino è minata, ma è anche vero che ci sono sue dichiarazioni che stanno in piedi a prescindere dalla sua attendibilità generica, perché riscontrate da elementi specifici".

"Sono sereno e certo di poter chiarire tutto domani nel corso di un interrogatorio - ha detto ieri telefonicamente all'Ansa Massimo Ciancimino - Mi si contesta la falsificazione di un documento sugli oltre 250 consegnati ai magistrati. Ho sempre detto di non conoscere l'origine del materiale che fornivo alle procure. Non comprendo però il fatto che mi venga contestato il pericolo di fuga visto che ho sempre collaborato e nei prossimi giorni sarei tornato a Palermo per essere sentito dai magistrati".
All'Adnkronos Ciancimino jr ha poi detto: "Non capisco il fermo, vivo scortato. Dovevo essere ascoltato martedì prossimo al processo Mori e io non mi sono mai sottratto a nessun provvedimento". "Io non conosco De Gennaro e non avrei nessun interesse a calunniarlo - ha detto ancora - dovevo ascoltare i consigli di mio padre, ma la cosa che più distrugge è che questo tipo di atteggiamento non rende. Oggi saranno in tanti a gioire. Devo dare ragione a mio padre sul fatto di non potere combattere un sistema troppo grande. Mi diceva che ero un povero illuso". E ancora: "Parlare non conviere, se avessi taciuto su tutto oggi non mi troverei in queste condizioni. Ribadisco che non mi sono mai sottatto a nessun provvedimento". Poi Massimo Ciancimino, al telefono ha ribadito: "Credo nel sistema giustizia, cerco di restare sereno ma è dura. E ho paura. Stavo andando con mio figlio in vacanza e mi hanno prelevato in autostrada. Soffro tanto per lui. Ha capito tutto, vorrei potergli spiegare che credo in ciò che faccio. Mi auguro che un giorno possa capire. Non ho armi per difendermi ma accetterò, come sempre, qualsiasi decisione dei magistrati".

E dalla sua Radio Londra l'Elefantino attacca Ciancimino, Ingroia e Santoro - Un appello al presidente delle Repubblica, Giorgio Napolitano, e a Michele Vietti vice-presidente del Consiglio superiore della magistratura ha chiuso l’intervento di Giuliano Ferrara giovedì sera a "Qui Radio Londra" su Raiuno. Nelle puntata un lungo attacco a Massimo Ciancimino, un "calunniatore professionale" che è stato fatto arrestare a Bologna da parte di quel magistrato Antonio Ingroia della Procura antimafia di Palermo che, ha spiegato Ferrara, "si è servito delle sue accuse mai davvero controllate". "È uno che ne ha dette di tutti colori e ha accusato, tra l’altro, lo stesso Silvio Berlusconi perché il padre gli avrebbe detto che gli aveva dato dei soldi".
E di cosa si è servito su tutti Massimo Ciancimino, accusato di truffa e calunnia pluriaggravata, e che ci tiene a dire Ferrara non è neppure un pentito? E qui Radio Londra mette mano a un filmato di repertorio di Annozero con Michele Santoro che nel 2008 parla con Ciancimino ospite della sua trasmissione. "Signor presidente della Repubblica, il tempo è scaduto, bisogna fare qualcosa rispetto a questi calunniatori professionisti in servizio permanente effettivo in mano a un circuito mediatico giudiziario. Chi può provvedere, provveda, una vergogna di questo genere per la giustizia italiana non ci meritiamo".
"No e..., no e... Scusate, avevo detto che a Ferrara non avrei risposto e non lo farò, perchè oltre a non essere un giornalista che lavora per conto terzi, sono anche di parola", ha replicato Santoro nell’anteprima di Annozero, riferendosi alle accuse lanciate da Giuliano Ferrara.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, AGI, Corriere del Mezzogiorno.it]

- Blitz delle "toghe rosse" di Palermo di Giuseppe Lo Bianco (Il Fatto Quotidiano)

- Ciancimino jr tira in ballo De Gennaro (Guidasicilia.it, 04/12/10)

 

 

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22 aprile 2011
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