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Perdite di memoria...

Ciancimino jr replica all'on. Violante: ''Io sembro la badessa di un convento di orsoline? Beh, spesso l'abito non fa il monaco…''

23 ottobre 2009

"Borsellino può certamente essere stato assassinato perché contrario alla trattativa, ma l'ultima parola la dirà l'autorità giudiziaria. Ciascuno di noi sa solo un pezzo della verità [...] Consiglio di andare con molta prudenza sulle cose che dice la famiglia Ciancimino. Ciancimino non è la bocca della verità sia ben chiaro. Ora, invece, sembra diventato la badessa di un convento di orsoline...".
Queste le parole di Luciano Violante, ex presidente della Camera, nell'intervista rilasciata ieri all'Adnkronos sulle stragi di mafia del '92 e sull'attendibilità di Vito Ciancimino e quella del figlio Massimo, al centro di quella che negli ultimi tempi sembra l'anticamera della vera verità su quanto avvenne tra Cosa nostra e alcuni pezzi dello Stato all'inizio degli anni '90 (LEGGI).

Massimo Ciancimino si è risentito alle parole dell'on. Violante e intervistato anche lui dall'Adnkronos ha replicato così: "Io sembro la badessa di un convento di orsoline? Beh, se l'onorevole Violante vuole fare questo accostamento con il mondo clericale, allora posso dire che spesso l'abito non fa il monaco…".
Violante, nell'intervista, ha ribadito anche che il 'papello', cioè il documento con le dodici richieste che sarebbero state avanzate dai boss mafiosi allo Stato per fare cessare la stagione stragista, "è una bufala, un bidone". "Non mi permetto di replicare all'onorevole Violante, a cui ribadisco la mia stima - ha detto ancora Ciancimino - non è compito mio ma dei giudici verificare le mie dichiarazioni. Inoltre, se Violante ha la certezza e la sicurezza di sapere che il 'papello' è una bufala, allora vuole dire che ha i suoi motivi, ma lo dimostri". "Io - ha spiegato il figlio dell'ex sindaco condannato per mafia - ho detto che ho visto un foglio con delle richieste. Se è il papello originale non lo posso sapere con certezza, non spetta a me valutarlo. Lascio fare ai magistrati omettendo qualsiasi giudizio".
Poi, Massimo Ciancimino se la prende anche con la frase ripetuta da Violante, quando parla delle dichiarazioni rese dalla "famiglia Ciancimino". "Capisco il pregiudizio nei miei confronti, tra l'altro ho anche subito una condanna in primo grado (per riciclaggio ndr), e sono in attesa del giudizio di appello, ma il fatto di generalizzare sulla mia famiglia è inammissibile. Nella fattispecie, mio fratello Giovanni (che due giorni fa ha deposto al processo a carico del Prefetto Mori come teste ndr - LEGGI), non ha mai riportato una sola condanna. E' stato prosciolto con formula piena e si è presentato adesso spontaneamente ai giudici volendo dare il suo contributo. Ho visto da parte dell'onorevole Violante un pregiudizio sulla mia famiglia e mi stupisce che provenga da una persona di così alto spessore".
E ha aggiunto: "Mio fratello si è sottoposto con onestà alle domande dei giudici, a differenza di altri che per anni hanno rivestito cariche istituzionali, indossato toghe o divise e che forse ancora adesso hanno ancora qualcosa da dire o da ricordare…".

Parlando ancora di Violante, secondo cui Ciancimino non sarebbe "la bocca della verità", il figlio dell'ex sindaco di Palermo ha sottolineato di avere invece, "apprezzato le parole del Procuratore capo di Palermo Francesco Messineo che ha detto che le mie dichiarazioni verranno sottoposte, senza alcun pregiudizio, al vaglio degli inquirenti, proprio come succede con tutti gli altri". "Inoltre - ha spiegato Ciancimino junior - io non ho mai detto di avere le prove della trattativa tra Stato e Cosa nostra, o di essere custode di documenti originali o autentici. All'invito degli inquirenti di produrre tutto il materiale che avevo a disposizione sull'argomento, l'ho fatto. Tutto qui". Si chiede anche come mai Violante abbia "impiegato 17 anni per ricordare della richiesta di essere ascoltato dall'Antimafia da parte di mio padre, sono onorato di essere stato il primo ad avergli dato lo stimolo per parlare e ricordare…".
"Io non so chi dice la verità - ha detto ancora Massimo Ciancimino - Ma posso dire che gli onorevoli Martelli, Ferraro e Violante sono stati precisi nelle date che hanno portato ai magistrati quando sono stati sentiti, altro non posso dire. Sta adesso alla magistratura mettere a posto tutti i tasselli".

Alla domanda come mai nel '92 avesse dei contatti telefonici con la Presidenza del Consiglio e il ministero della Giustizia, come raccontato l'altro ieri dal consulente informatico Gioacchino Genchi, Massimo Ciancimino ha spiegato: "E' vero, sono io quel 'Max Rolex' trovato nell'agenda di Benny D'Agostino. Ma sui numeri sto rispondendo ai magistrati che mi interrogano in questo periodo. Certo è che in quel periodo mi chiamava spesso il 'signor Franco' al telefono", cioè un uomo mai identificato che avrebbe fatto parte dei servizi segreti.
Infine, parlando della decisione dei suoi due legali, Giuliano Dominaci e Roberto Mangano di dimettersi dal collegio difensivo nel processo per riciclaggio, Ciancimino jr ha detto: "Le ragioni dell'uno non coincidono con le ragioni dell'altro, tra l'altro con Dominaci c'erano stati dei dissapori con il collegio difensivo di un coimputato del processo". Adesso il figlio dell'ex sindaco ha scelto come avvocato Giovanna Cannizzaro. "La dovrò vedere molto presto perché giovedì prossimo renderò dichiarazioni spontanee al mio processo, al bunker del carcere Pagliarelli. Sono stanco, e preoccupato…". [Adnkronos/Ing]

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23 ottobre 2009
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