Pericolo di morte!
Tragico incidente sul lavoro al petrolchimico di Gela: morto un operaio schiacciato da una gru
Ieri è morto Antonio Vizzini, un operaio dell'indotto dell'Eni, dipendente dell'impresa Lorefice e Ponzio. Vizzini, 54 anni, è morto a causa di un incidente sul lavoro avvenuto poco dopo le 10 nell'area della centrale termoelettrica della raffineria di Gela. Pare che l'operaio sia stato investito e schiacciato da una gru in manovra, durante lavori di manutenzione ordinaria.
Soccorso e trasportato in ospedale, Antonio Vizzini è giunto al pronto soccorso dopo il decesso. Indagini sono state avviate dai carabinieri. La zona dell'incidente è stata posta sotto sequestro.
L’uomo lascia la moglie e due figlie: una di 31 anni, l'altra di 26, al quinto mese di gravidanza. Il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, nell'esprimere alla famiglia il cordoglio dell'amministrazione comunale e quella dell'intera comunità, ha affermato che "non è retorica affermare che non è possibile morire di lavoro. Pur non avendo ancora certezze sulla reale dinamica dell'accaduto è fuor di dubbio che occorre comunque maggiore controllo ed una più efficace attività ispettiva a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori".
Oltre all'inchiesta giudiziaria sono scattati anche gli accertamenti dell'ispettorato del lavoro e della direzione della raffineria, che è ferma per l'incendio del 15 marzo scorso avvenuto in una tubazione tra gli impianti Topping e Coking, all'isola 7 Nord dello stabilimento (LEGGI).
I sindacati confederali Cgil Cisl e Uil hanno procalmato ieri un'ora di sciopero generale dei lavoratori di tutte le categorie operanti nel petrolchimico di Gela in segno di protesta per la morte dell'operaio e per sollecitare maggiori controlli e più misure di sicurezza in fabbrica. Durante lo sciopero, dalle 16 alle 17, le maestranze hanno vita a un sit-in davanti ai cancelli della raffineria.
Nell'esprimere solidarietà alla famiglia di Vizzini, i sindacati hanno scritto in una loro nota che "Gela, e la sua industria, devono trovare la possibilità di rilanciare la raffineria in un contesto dove ambiente e sicurezza si conciliano con l'intero comprensorio". "C'è forte preoccupazione per i fatti che stanno interessando l'area dell'ex petrolchimico a partire dall'incendio che ha costretto la magistratura al sequestro della zona fino all'incidente" di ieri, hanno detto ancora i sindacati della provincia di Caltanissetta. "Simili avvenimenti - hanno aggiunto - pongono il territorio in una fase di grave difficoltà funzionale e sembrano circostanze che se attentamente valutate, fanno presagire scenari i cui orizzonti non sempre sono individuabili. Coscienti di ciò, chiediamo una maggiore sicurezza e un più attento controllo nei cantieri di lavoro della raffineria e la possibilità che gli investimenti annunciati si possano realizzare in tempi brevi per avere la garanzia che gli impianti interessati ed esistenti, vivano una nuova fase per raggiungere livelli di sicurezza e di eccellenza".
Sulla raffineria di Gela, tornata drammaticamente alla ribalta, hanno fatto sentire nuovamente la loro voce i deputati del gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all'Ars. "Chiediamo controlli rigidi e per tutto il tempo che occorre. La magistratura non abbia fretta e indaghi con cura sull'incidente e sull'incendio di metà marzo per garantire la sicurezza del lavoratori e dell'ambiente". "Politici e sindacati - hanno affermato ancora i deputati - non comincino a tirare la giacchetta ai magistrati, sollecitando dissequestri celeri che rischiano di compromettere l'accuratezza delle indagini. Ne va della salute degli operai e dei cittadini del luogo". "Se questa gente sente l'esigenza di far sentire la propria voce - hanno concluso - lo faccia per sollecitare il potenziamento dei controlli con il rafforzamento del personale inquirente, spesso sotto organico e alle prese con enormi quantità di lavoro".