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Perle che sono andate ai porci

L'Unesco boccia l'Italia per il trattamento poco nobile che riserva ai suoi 'Patrimoni dell'Umanità'

13 settembre 2006

Patrimonio dell'Umanità! Fa impressione detto così, si pensa subito a qualcosa di... immenso... di sacro. Una cosa di un'importanza impressionante, se ci pensate, un qualcosa di tanto importante da essere patrimonio di tutti... ma di tutti proprio!
Un Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO è un luogo specifico (come una foresta, montagna, lago, deserto, città, edificio o complesso) che è stato nominato per il programma internazionale dei patrimoni dell'umanità (World Heritage Fund) amministrato dall'agenzia dell'ONU. Il programma ha lo scopo di catalogare, indicare e preservare siti di eccezionale importanza, sia naturale che culturale, per il patrimonio comune dell'umanità.
Il programma venne fondato con la Convenzione riguardante la protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale che venne adottata dalla Conferenza generale dell'UNESCO il 16 novembre 1972.
Al 2006, un totale di 830 siti (644 beni culturali, 162 naturali e 24 misti) presenti in 138 Nazioni del mondo è stato incluso nella lista.
Attualmente l'Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell'umanità.

Ma come fa, o cosa deve avere un luogo per diventare patrimonio di tutti gli uomini che vivono sul Pianeta Terra?
Per essere inclusi nella lista dell'UNESCO i siti devono avere un valore universale e devono soddisfare ad almeno uno dei criteri che sono stati fissati per la selezione.

I criteri di selezione sono:
1.
Rappresentare un capolavoro del genio creativo umano;
2. Testimoniare un cambiamento considerevole culturale in un dato periodo sia in campo archeologico che architetturale che della tecnologia, artistico o paesaggistico;
3. Apportare una testimonianza unica o eccezionale su una tradizione culturale o della civiltà;
4. Offrire un esempio eminente di un tipo di costruzione architetturale o del paesaggio o tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana;
5. Essere un esempio eminente dell'interazione umana con l'ambiente;
6. Essere direttamente associato a avvenimenti legati a idee, credenze o opere artistiche e letterarie aventi un significato universale eccezionale (possibilmente in associazione ad altri punti);
7. Rappresentare dei fenomeni naturali o atmosfere di una bellezza naturale e di una importanza estetica eccezionale;
5. Essere uno degli esempi rappresentativi di grandi epoche storiche a testimonianza della vita o dei processi geologici;
6. Essere uno degli esempi eminenti dei processi ecologici e biologici in corso nell'evoluzione dell'ecosistema;
7. Contenere gli habitat naturali più rappresentativi e più importanti per la conservazione delle biodiversità, compresi gli spazi minacciati aventi un particolare valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza e della conservazione.

Insomma, per farla breve, un luogo che va a rientrare all'interno della meravigliosa lista dell'UNESCO è un posto fondamentale per l'uomo, e se pensiamo che l'Italia è la nazione ad averne il maggior numero ... e che la Sicilia, in quest'Italia da primato (con ben 41 siti per tutto il territorio - leggi) ne detiene cinque [Villa romana del Casale, presso Piazza Armerina (1997) - Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento (1997) - Isole Eolie (2000) - Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud-orientale) (2002) - Il centro storico di Siracusa e la necropoli di Pantalica (2005) - leggi]... Eh già siamo proprio fortunati noi italiani, siamo toccati dalla grazia noi siciliani.
Peccato però, che la popolazione italiana non è degna di tanto valore. Perché diciamo questo? Ma perché chi ha riconosciuto l'enorme importanza della nostra Nazione per l'intera Umanità, l'ha condannata per il vergognoso sfruttamento e degrado nel quale versano proprio quei siti segnalati dall'agenzia Onu. Come dire: la Storia, il Tempo e la Cultura ha destinato inestimabili perle ai porci.

Allarme abusivismo e incuria: l'Unesco boccia i siti italiani

di Maria Novella De Luca (Repubblica.it, 13 settembre 2006)

''Sapete quale è l'ultima beffa? Case costruite su terreni vincolati, in aree definite patrimonio dell'umanità, e poi vendute con il marchio Unesco come valore aggiunto. Senza vergogna...''. Scherza amaro il professor Giovanni Puglisi, presidente della commissione italiana per l'Unesco, riferendosi alle nuove speculazioni edilizie della Val D'Orcia, alla fine di un'estate dove gli allarmi sul degrado dei siti inseriti nelle liste del World Heritage, sono diventati una vera e propria emergenza.
Dai centri storici snaturati dal turismo di massa come San Gimignano, che ad agosto ha registrato un tale incremento di presenze ''mordi e fuggi'' da far temere per la sopravvivenza del borgo stesso, alle 42 villette con piscina pronte ad essere edificate a Corniglia, nelle Cinque Terre, in quel fragile lembo di Liguria ancora immune (quasi) dagli sfregi del cemento, l'intera lista italiana dei 41 siti che vantano il marchio di patrimonio dell'umanità gode di cattiva salute. L'ultima notizia, in ordine di tempo, arriva da Matera, dove Legambiente ha denunciato la costruzione di un parcheggio sotto i Sassi, inseriti nella lista Unesco nel 1993, recuperati, restaurati, ora di nuovo in pericolo.

Ma questi sono solo gli ultimi esempi, perché ricorda Giovanni Puglisi, ''ci sono luoghi non soltanto a rischio ma che potrebbero essere espulsi dalle liste del patrimonio mondiale, come Lipari, dove tuttora non è risolta l'annosa questione delle cave di pomice, o l'area delle Ville Palladiane, se verrà approvato il progetto di un'autostrada che dovrebbe tagliare in due tutta la zona, e quindi distruggere giardini e paesaggi''. E perdere il ''marchio'' Unesco non è cosa da poco se si pensa che poter scrivere su un depliant che quel borgo, quel castello, quel centro storico, quell'isola fanno parte del world heritage, fa aumentare del 30% i flussi turistici. E invece è proprio a ridosso di quei siti che si concentra la corsa al mattone, si continua a costruire attorno, vicino, a ridosso all'opera d'arte, per riuscire a portare il turismo dei pullman e dei grandi numeri proprio sul luogo, quasi dentro l'area archeologica, incuranti di vincoli e bellezza, come è avvenuto nella Valle dei Templi ad Agrigento.

Ma che cosa può fare l'Unesco? Puglisi è realista: ''Io sono sommerso da un martellamento costante di segnalazioni di abusi e violazioni, che possono portare anche all'espulsione dalle liste. Eppure questo non sembra essere un deterrente abbastanza forte, perché in realtà si continua a costruire dappertutto, ad ogni condono edilizio c'è un pezzo di Italia che scompare. Attenzione, non è giusto museificare i luoghi artistici e storici, ma so deve fare una tutela vera, a cominciare da un turismo di flussi programmati, quella che io chiamo versione omeopatica del numero chiuso''.
In realtà quello che sta succedendo è che si cominciano a vedere gli effetti del condono approvato dal governo Berlusconi, l'edilizia sembra avere un nuovo boom, una valanga di cemento che non risparmia neppure, appunto, i siti patrimonio dell'umanità. Ma l'attacco al Belpaese non è appannaggio soltanto del centrodestra. A Monticchiello è un sindaco Ds a difendere il nuovo insediamento abitativo di 95 villette già in costruzione alle porte del minuscolo borgo di 150 abitanti, affermando che si tratta di case per le giovani coppie del paese, altrimenti costrette ad emigrare. E forse era questo il progetto iniziale, eppure le vendite sul mercato locale sono state pochissime, e le abitazioni vengono invece cedute a stranieri e forestieri anche, come raccontava Giovanni Puglisi, con la segnalazione che si tratta di appartamenti che ''sorgono in una zona definita patrimonio dell'umanità''. A Corniglia la battaglia sui seimilacinquecento metri quadrati di villaggio turistico che dovrebbe essere costruito su un pezzo di costa a ridosso di una collina franosa, è tutta interna alla sinistra, che difende il progetto, e gli ambientalisti che, in parte, cercano di impedirne l'attuazione.

Sono soltanto alcuni casi. Perché si dovrebbe parlare di Ercolano, del Cilento, della Costiera Amalfitana... ''Il marchio dell'Unesco - conclude Puglisi - ha una forte valenza culturale e simbolica, e la commissione può decidere di espellere dalla lista i siti non adeguatamente tutelati, ma sugli abusi devono intervenire le soprintendenze e le procure della Repubblica, e ci vogliono sanzioni forti''.
Chissà. Per adesso tra le "vestigia" dell'umanità spuntano residence, alberghi, casette a schiera e campi da tennis.

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13 settembre 2006
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