Persone comuni, vescovi cattolici e imam musulmani digiuneranno insieme per la libertà di Giuliana Sgrena
Domani davanti palazzo Chigi tutti insieme per chiedere la liberazione di Giuliana Sgrena e il ritiro dall'Iraq
''Questa settimana partirà un digiuno a staffetta che coinvolgerà anche molti vescovi per chiedere la liberazione di Giuliana''.
Lo ha dichiarato la scorsa settimana Pier Scolari, compagno della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, rapita a Baghdad il 4 febbraio.
"Non ci fermeremo con le iniziative", ha detto il compagno della giornalista. "Oltre lo sciopero della fame, stiamo preparando una grande manifestazione all'Auditorum di Roma per il prossimo fine settimana".
Parteciperanno allo sciopero della fame e al presidio che inizierà domani, martedì 1 marzo, davanti a Palazzo Chigi, sacerdoti, vescovi cattolici e imam musulmani, associazioni del mondo laico e rappresentanti istituzionali che, insieme al compagno di Giuliana Sgrena, Pier Scolari, e al vignettista del Manifesto Vauro, chiedono la liberazione di Giuliana e il ritiro delle truppe dall'Iraq.
Il compagno di Giuliana Sgrena non aderirà però allo sciopero della fame ma solo perché lo stress di questi giorni lo ha già duramente provato: "Aderire allo sciopero della fame sarebbe per me assai difficile, visto che sono tre settimane che non mi reggo in piedi".
"Parteciperò comunque - ha assicurato Scolari - al presidio, come faccio con tutte le iniziative a cui prendo parte da giorni".
Alle 12 di martedì, nella redazione del Manifesto, si terrà una conferenza stampa in cui i promotori spiegheranno i motivi e le modalità della clamorosa protesta. Al termine, tutti davanti a Palazzo Chigi, dove un presidio permanente ricorderà al governo il rifiuto della guerra scritto nella Costituzione.