Piazza Tahrir di nuovo teatro di scontri
Al Cairo gravi scornti tra la polizia e i manifestanti che chiedono che vengano accelerati i processi contro gli ex funzionari dell'ex governo Mubarak
Sono più di mille gli egiziani rimasti feriti negli scontri tra manifestanti e le forze di sicurezza nei dintorni di piazza Tahrir, al Cairo, luogo-simbolo delle proteste anti-Mubarak. Le violenze sono scoppiate martedì scorso nei pressi del teatro Baloon, nel quartiere di Agouza, e poi sono arrivate fino a piazza Tahrir. La polizia ha caricato un migliaio di dimostranti e sparato gas lacrimogeni per allontanarli dalla zona. Centinaia di giovani che chiedevano di accelerare i processi contro gli ex funzionari governativi.
Al Cairo la tensione è salita alle stelle martedì sera con le manifestazioni organizzate per commemorare la morte di alcune vittime delle violenze di gennaio e febbraio a piazza Tahrir, durante la mobilitazione contro l'ormai ex presidente Hosni Mubarak. Gli scontri sono esplosi quando la polizia ha arrestato un gruppo di persone: sette, dicono le autorità egiziane, facinorosi intenzionati a provocare una rivolta; familiari dei "martiri" dicono i manifestanti. Gli scontri sono avvenuti a colpi di pietre e pneumatici incendiati dalla folla, cui la polizia, in assetto anti-sommossa e armata di scudi, ha risposto con il lancio di lacrimogeni. Sulle violenze, le autorità egiziane hanno chiesto l'apertura di un'inchiesta.
"La gente è arrabbiata per il rinvio delle cause contro alcuni ex dirigenti" ha detto tra gli altri - scrive l'agenzia Reuters - Ahmed Abdel Hamid, fornaio di 26 anni, mentre teneva in mano delle pietre.
I dimostranti chiedono anche le dimissioni del maresciallo Tantawi, guida del Consiglio supremo delle Forze armate, al potere in Egitto dallo scorso 11 febbraio. Nel mese di giugno, sono stati condannati l'ex ministro del Commercio Rachid Mohamed Rachid (5 anni di prigione) e l'ex minisro delle Finanze Yussef Boutros Ghali (30 anni). Il processo a Mubarak è invece previsto per il 3 agosto.
Secondo il Consiglio supremo delle Forze armate, in una dichiarazione ufficiale pubblicata sulla pagina Facebook dell'Esercito, gli scontri a piazza Tahrir rientrano in un "piano premeditato con l'obiettivo di colpire la stabilità del Paese". Per l'Esercito "le violenze servono a usare le morti dei martiri della Rivoluzione per incitare gli scontri tra rivoluzionari e l'apparato di sicurezza".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, Corriere.it]