Picchiati a morte e non asfissiati!
L'autopsia su due dei 25 cadaveri rinvenuti nella stiva del barcone approdato a Lampedusa ha rivelato l'agghiacciante verità
Due dei 25 profughi rinvenuti cadavere nella stiva del barcone, approdato lunedì notte a Lampedusa, sarebbero morti per le percosse subite e non per asfissia. È l'atroce verità emersa, secondo indiscrezioni, dall'autopsia effettuata la scorsa notte sulle due salme dai medici legali incaricati dalla Procura di Agrigento che sulla tragedia ha aperto un'inchiesta.
Inizialmente l'ispezione cadaverica, eseguita sui 25 corpi, aveva parlato di decesso causato da asfissia: i migranti sono rimasti chiusi in una piccola stiva senza aria ed è stato impedito loro di risalire sul ponte per evitare che il barcone si sbilanciasse. Ma le evidenti lesioni su due cadaveri, il sangue presente ovunque e le testimonianze dei superstiti hanno indotto gli inquirenti a pensare che almeno per due persone il decesso fosse stato provocato non, o non solo dal soffocamento, ma anche dalle percosse. "L'autopsia - ha detto il procuratore di Agrigento Renato Di Natale - confermerebbe questi primi sospetti".
Insomma, l'autopsia ha confermato il racconto dei testimoni perché le lesioni riscontrate sui corpi dei due profughi sul cranio e sugli zigomi sono compatibili con l'arma del delitto, un bastone. Secondo il racconto dei testimoni, infatti, i due sarebbero stati uccisi perche' avrebbero tentato con la forza di uscire dalla stiva dove non c'era più ossigeno. Ma dall'alto alcuni profughi, forse somali, li avrebbero bastonati a morte. "Probabilmente - ha spiegato un inquirente - i due hanno cercato di uscire dalla stiva e di aprire la botola, ma sono stati ricacciati indietro con calci e a bastonate".
I risultati dell'autopsia verranno adesso consegnati alla Procura di Agrigento che coordina l'inchiesta, ancora a carico di ignoti, per omicidio, morte come conseguenza di altro reato e favoreggiamento per l'immigrazione clandestina. Ed è attesa per oggi l'autorizzazione del ministero della Giustizia a perseguire fatti commessi in acque internazionali. Soltanto con questo 'nullaosta' gli inquirenti possono emettere dei provvedimenti. Intanto sono stati identificati dalla polizia sei presunti scafisti che avrebbero condotto il barcone da Tripoli a Lampedusa.
Intanto è giunto nella tarda serata di ieri nell'isola pelagica il barcone intercettato al largo delle coste dell'isola. A bordo 330 migranti, provenienti dalla Libia, tra cui 50 donne e 4 bambini. Erano stipati su un'imbarcazione di 15 metri in legno. Il barcone, intercettato al largo delle costa sud-est di Lampedusa, è stato soccorso da tre motovedette della Guardia costiera che quando hanno verificato le condizioni di sovraffollamento dell'imbarcazione hanno effettuato il trasbordo dei migranti trasferendoli in porto.
Gli extracomunitari, per lo più somali e nigeriani, sono stati condotti sul molo Favarolo a bordo di tre motovedette della guardia costiera.
Nel centro di accoglienza di Lampedusa ci sono al momento circa 800 persone. Nel pomeriggio su una piccola imbarcazione erano arrivati 6 tunisini. Nella tarda serata di ieri, è stato avvistato a circa 90 miglia da Lampedusa, quindi in acque libiche, un altro barcone che sarebbe in navigazione verso Lampedusa.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, Repubblica/Palermo.it]
- Ultimo viaggio (Guidasicilia.it, 02/08/11)