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Picciuli!

Il punto debole degli onorevoli rimane il portafoglio. E già fioccano i primi no alla riduzione degli stipendi

02 novembre 2012

Quelli del MoVimento 5 Stelle lo hanno messo per iscritto, ed è uno dei punti forti per il quale hanno ricevuto così tanti consensi. Il taglio delle indennità e dei benefit dei novanta deputati dell'Assemblea siciliana è anche uno dei primi impegni presi dal neogovernatore Rosario Crocetta, e dallo studio di Servizio Pubblico di Michele Santoro, ieri sera Crocetta ha fatto capire di avere le idee chiare in proposito: "Voglio dimezzare gli stipendi dei parlamentari. Diranno no? Allora ce ne andiamo tutti a casa". Non solo: "Mi dimetto se fra tre mesi si continuerà a parlare sempre degli stessi sprechi".
Nel frattempo, la questione anima il dibattito anche all'interno dei partiti tradizionali, creando le prime crepe.

C'è l'onorevole che si lamenta con voce piagnucolosa che già negli ultimi mesi l'indennità dei deputati siciliani "è stata decurtata di oltre quattromila euro netti", chi sottolinea di pagare "ogni mese 2.200 euro solo di benzina" e chi grida alla demagogia. Insomma, non piace a molti deputati la proposta avanzata, che adesso sembra farsi minaccia vera e propria, di chiedere il taglio netto delle indennità dei parlamentari siciliani fino ad arrivare a 2.500 euro netti.

Secondo il Presidente dell'Assemblea regonale siciliana uscente Francesco Cascio (Pdl) "l'ondata di demagogia ha superato ormai ilimite dell'intelligenza umana". E spiega anche il perché: "Spesso chi parla di tagli così netti non sa neppure di cosa parla - critica Cascio - abbiamo ridotto del settanta per cento le indennità per il trasporto, senza contare tutto il resto". Ed elenca: "abbiamo tolto diecimila euro che spettavano ad ogni deputato per i viaggi, abbiamo eliminato l'indennità di trasporto funebre e pure i rimborsi per l'aggiornamento professionale. Non solo. Abbiamo eliminato anche il vitalizio. Insomma, basta con questa demagogia. Bisogna anche ricordarsi da dove siamo partiti. A questo punto potremmo anche azzerare del tutto le indennità e fare politica per missione…".

Michele Cimino, ex assessore regionale della Sicilia e che nei giorni scorsi è stato riconfermato parlamentare di Grande Sud, ribadisce: "E' giusto ridurre le indennità ma perché i burocrati non danno l'esempio per primi? Anche i direttori delle Poste, dell'Eni, delle Ferrovie e di altri enti devono ridursi lo stipendio. Così come i deputati nazionali e i senatori. Perché deve riguardare solo noi deputati siciliani?. E' giusto un piano di razionalizzazione - aggiunge - ma deve valere per tutti".

Giuseppe Laccoto è un deputato uscente e rieletto del Partito democratico. Anche lui non digerisce molto la proposta di Cancelleri di ridurre così tanto l'emolumento dei parlamentari regionali. "I deputati devono avere la possibilità di espletare il proprio mandato - spiega - e con 2.500 euro al mese è praticamente impossibile. Forse i grillini non conoscono affatto la vita che conduce un deputato. Lo scopriranno e cambieranno idea. Lo spreco non avviene tra i deputati". "Io sono di Brolo, nel messinese - dice ancora Laccoto - e spendo 2.200 euro al mese di benzina. Se avessi uno stipendio di appena 2.500 euro dovrei vivere con i restanti trecento euro, forse?". "O, secondo i grillini, dovrei fare il deputato solo virtualmente, senza spostarmi da un luogo all'altro? Perché, piuttosto, non si riducono le spese ai gruppi parlamentari?". "Secondo il ragionamento dei grillini soltanto chi è ricco di famiglia potrebbe continuare a fare il deputato - dice ancora Laccoto - Sono proposte solo virtuali che non potranno mai trovare applicazione nella realtà. Già mi hanno tagliato più di quattromila euro al mese…". Lo stesso Laccoto si spinge poi oltre: "Con un'indennità così bassa è più facile andare incontro ai compromessi…". Dice proprio così, il deputato.

E l'ex Presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, deputato regionale dell'Udc, dice al telefono, mentre si trova sulla sua barca: "Non penso che l'elezione a deputato abbia risolto tutti i miei problemi…". E ricorda anche le "responsabilità di un politico".

E' un po' controcorrente il neo deputato Fabrizio Ferrandelli, eletto nella lista Crocetta: "Mi sembra una buona idea, anche perché lo stipendio mensile di un deputato equivale allo stipendio di un anno di un precario. Io ho fatto per anni il consigliere comunale ed ero presente ad ogni seduta e alle Commissioni, ebbene prendevo circa 1.700 euro al mese e mi ritenevo un privilegiato". Però, Ferrandelli non risaprmia qualche frecciatina ai grillini: "Mi sembra che anche loro stiano facendo retromarcia - spiega - prima dicono che vogliono uno stipendio di 2.500 euro e adesso sono arrivati già a 5.000 euro… Io non credo che sia però demagogia, bensì un segnale di credibilità della classe politica. Ricordiamoci che oggi la politica è lontana dalla gente e il 53 per cento di elettori che si sono astenuti dal voto lo dimostrano".

Salvatore Cascio è un deputato del Pid-Cantiere popolare. Si dice d'accordo sui tagli degli stipendi, ma fino a un certo punto. "2.500 euro possono bastare solo se non sono incluse tutte le altre spese, a partire dai viaggi ai collaboratori - spiega il parlamentare - Io faccio il pendolare da Ribera, nell'agrigentino, e spendo al mese circa 900 euro di gasolio. Già nei mesi scorsi ci è stata dimezzata l'indennità di trasporto. Piuttosto bisogna eliminare i consulenti e tagliare le spese della politica. Tutti dobbiamo dare l'esempio. Io primo, ho fatto una campagna elettorale all'insegna della sobrietà spendendo circa 15.000 euro". Una grossa cifra se messa a confronto con la media di 250 euro a candidato speso dai ‘grillini' che hanno speso complessivamente 25.000 euro per tutti i candidati.

Il deputato Toto Cordaro, pure del Pid e uscente anche lui, ricorda polemicamente che fu proprio lui, nei mesi scorsi a parlare di riduzione degli stipendi dei deputati. "Feci la proposta nell'ambito del provvedimento della spending review - ricorda - ma poi non se ne fece nulla…". Per il parlamentare sarebbe opportuno invece "tagliare le consulenze e le autoblu, così come i dirigenti esterni. Un deputato come me se la può permettere l'autoblu privata, se ci tiene proprio tanto. Quindi, perché usare quella di palazzo dei Normanni?".

Anche il capogruppo del Pd Antonello Cracolici, appena rieletto, non risparmia qualche frecciata ai grillini e alla proposta di riduzione delle indennità ai parlamentari: "Qui giochiamo a chi la spara più grossa - dice - stabiliamo un limite per la riduzione e applichiamola, ma basta con questa demagogia. Siamo stanchi. Si parla di questo perché non si hanno altri argomenti, in Sicilia si vive un dramma sociale e i grillini pensano che i problemi si risolveranno solo con il taglio degli emolumenti. Si va avanti solo a colpo di denagogia…".

E a distanza Giancarlo Cancelleri risponde con una sonora risata: "Nessuna demagogia - dice - ma noi proporremo un taglio fino ad arrivare a uno stipendio di 2.500 euro al mese, più il rimborso spese ma solo dietro presentazione delle ricevute. Come accade in tutti gli altri posti, basta con il rimborso a forfait. E' finito il tempo delle vacche grasse. Basta con i viaggi a spese del contribuente per i parenti dei deputati. Subito dopo il mio insediamento a deputato, pianterò le tende davanti alla ragioneria della regione per scoprire come fare per tirare fuori dei soldi per chi ne ha davvero bisogno. Si mettano il cuore in pace…". E ai deputati che lamentano una spesa di 2.200 euro mensili di benzina replica a muso duro: "facciano come farò io. Io farò il pendolare da Caltanissetta e porterò con me la bicicletta. Quindi al mio arrivo in stazione a Palermo andrò all'Ars in bici e se dovesse diluviare prenderò il taxi. Non ci vedo nulla di eclatante né demagogico. Se si spendono 2.200 euro solo di benzina vuol dire che si ha un Porsche Cayenne, consiglio al deputato di passare a una Cinquecento…".

D’accordo alla riduzione dell’indennità, anche Toti Lombardo, figlio dell’ex governatore, neo eletto a Sala d’Ercole. "Non so quanto prenderò al mese, non conosco il mio stipendio. Mi dite 14mila euro al mese? Non mi interessano, non faccio politica per i soldi. A me non servono, non ho bisogno di guadagnare 14 mila euro perché me la passo bene", dice il giovane Lombardo a La Zanzara su Radio24. "Ci sono tanti banditi che lo fanno soltanto per i soldi - aggiunge Lombardo - ma questi non stanno qui, stanno nel Parlamento di Roma, portaborse, autisti, sgualdrine che giravano nei partiti e ora sono onorevoli. E comunque fra un po' chiamerete mio padre e direte: lei è il padre di Toti Lombardo". E ancora: "Io figlio di papà? Gli devo molto, ma ovunque si è figli di qualcuno". "Comunque l'indennità è eccessiva - sostiene - e si può ridurre anche della metà. Farò subito una proposta per il taglio del 50 per cento dello stipendio".

Le parole del giovane deputato hanno, però, fatto storcere il naso ad un suo "collega anziano", Nicola D'Agostino, capogruppo uscente del Pds-Mpa e appena riconfermato deputato all'Assemblea regionale siciliana. "Lo stipendio di un deputato è di 5 mila euro. Chi propone di tagliarlo del 50% è ipocrita. Non è logico diminuirlo, sarebbe poco dignitoso per chi fa politica in maniera seria. Piuttosto si riducano in modo drastico i contributi ai gruppi parlamentari. I partiti, tanto per cominciare, rinuncino ai contributi per le elezioni appena terminate. Questo sì, sarebbe un segnale". "Capisco che i cittadini siano disinformati e gridano vendetta perché sono arrabbiati con i politici - aggiunge D'Agostino - ma continuare a parlare di ridurre l'indennità del parlamentare è veramente pura ipocrisia. Abbiamo già ridotto abbastanza durante quest'ultima legislatura. Tutte le cosiddette indennità accessorie servano per il funzionamento dell'attività del deputato".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, GdS.it, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it]

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02 novembre 2012
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