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Piccoli terremoti, grandi paure

La provincia di Messina è stata svegliata da una scossa di magnitudo 3.2. Nella notte altre due scosse al confine con l'Ennese

27 luglio 2011

La provincia di Messina stamane all'alba è stata svegliata da una scossa di terremoto di magnitudo 3.2. La scossa è stata registrata alle 6.03 e secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia i comuni più vicini all'epicentro del sisma sono stati Alcara li Fusi, Capri Leone, Castell'Umberto, Frazzanò, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino, Mirto, Naso, San Marco d'Alunzio, San Salvatore di Fitala e Tortorici. Al momento non si hanno segnalazioni di danni a persone o cose.
Altre due scosse di terremoto di magnitudo 2.7 e 2.3 sono state registrate nella notte tra Messina ed Enna, rispettivamente alle 5.31 e alle 5.42. I comuni più vicini agli epicentri dei due sismi sono stati Castel di Lucio e Mistretta nel Messinese e Sperlinga nell'Ennese. Anche in questo caso non risultano danni.
Sono queste le ultime due scosse nella provincia Messinese, interessata per tutto il mese di luglio da uno sciame sismico che ha fatto registrare movimenti tellurici che non hanno superato i la magitudo 3.

Ed è fin troppo facile, trattando di terremoti nel messinese (uno dei territori più sismici dell'intera Italia), parlare della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Fin troppo facile e forse pure un tantino tendenzioso, ma veramente inevitabile. E' per questo che di seguito vogliamo riportare un interessante articolo pubblicato lo scorso 4 luglio da SiciliaInformazioni.com.

PICCOLI TERREMOTI, GRANDI PAURE
Il Ponte sullo Stretto è una sfida al buonsenso?

Da qualche tempo le notizie di scosse telluriche, seppur di lieve entità, interessano l’area dello Stretto, la Sicilia Nord orientale prevalentemente. Nessuno scrive di sciame sismico, non siamo affatto a questo, ma basta poco perché i movimenti tellurici preoccupino in vista della costruzione del Ponte sullo Stretto. E' naturale che ci si chieda che cosa succederebbe se il sisma interessasse l'area in cui insiste il Ponte.

Nel 2006 sul Giornale di Geologia Applicata, una rivista dell'Aiga (Associazione Italiana di Geologia Applicata e Ambientale), è stato pubblicato una ricerca sugli «Aspetti geologici e di stabilità per il Ponte sullo Stretto di Messina» a firma di Alessandro Guerricchio, ordinario di Geologia applicata, e Maurizio Ponte, assegnista di ricerca all’Università della Calabria.
Guerricchio e Ponte sostengono che in circa 135 anni ci sia la probabilità di ritorno nella zona di terremoti particolarmente violenti, come quello che distrusse Messina nel 1908, ed individuano in un arco di tempo che va dal 2030 al 2050 «il prossimo evento di particolare energia».
"I movimenti della zolla africana e di quella euroasiatica", sintetizza Maria Fernanda Piva, "dovrebbero spingere la Sicilia verso Nordovest e la Calabria verso Nordest a una velocità di circa un centimetro all’anno". Eppure, osserva Piva, "gli strumenti installati da decenni sulle due sponde non rilevano alcuno spostamento". Ci sarebbe una ragione: "Sotto lo Stretto passa una faglia sismica, che assorbe la tensione e impedisce alle coste di allontanarsi. Quando la faglia sarà completamente carica, libererà improvvisamente tutta l’energia accumulata e la sfogherà in un violento terremoto. Le due coste dello Stretto si sposteranno quindi l’una rispetto all’altra, più o meno come nel 1908".

Il geologo Mario Tozzi , al pari dei suoi colleghi sopra citati, nutre le stesse preoccupazioni. "Anche se non fa piacere ricordarlo", ha scritto in un recente articolo, "gli esperti sanno che a Reggio Calabria e a Messina ci sarà certamente un nuovo, fortissimo terremoto nel futuro. Tutto sta a comprendere quando, cosa che non è ancora oggi possibile prevedere in nessuna parte del mondo". Per questa ragione Tozzi non si spiega "come si fa ad affermare che non ci saranno problemi di sismicità per il futuro ponte sullo Stretto", ribadendo che qui non sarebbero possibili terremoti violentissimi come quello del 1908 (stimato magnitudo 7,1 Richter) almeno per qualche secolo. La teoria cui ci si appoggia è quella del "terremoto caratteristico" - in questo caso appunto quello del 1908 - che avrebbe un tempo di ritorno di 1.000–1.500 anni e che non permetterebbe la possibilità teorica neanche di terremoti più deboli, ma pur sempre violenti (6 – 6,5 magnitudo Richter).
"Sono state scoperte diverse faglie attive sottomarine nell’area dello Stretto che ingenerano grosse preoccupazioni", avverte Tozzi, "in quanto una loro riattivazione, in concomitanza di sismi anche non eccezionali, potrebbe determinare degli scivolamenti dei blocchi a valle dei piloni di sostegno e mettere a rischio la tenuta stessa del ponte. In 125 anni qui si sono verificati venti fra i più forti sismi italiani, uno ogni 18 anni: eppure nessuno di questi centri ha uno straccio di piano di evacuazione e solo un quarto delle costruzioni è antisismico. Si può discutere che il ponte sia pericoloso in caso di sisma, ma si è certi che - in quell’eventualità - sarebbe quantomeno inutile". "Reggerà un ponte che è stato commisurato a magnitudo 7,1 Richter, tenendo presente quel terremoto del 1908, visto che - non essendoci al tempo rilevamenti strumentali adatti - si tratta di una stima indiretta e che, quindi, la scossa prossima ventura potrebbe essere 7,2 o 7,5 ? Siccome la "scala" Richter è logaritmica, quella differenza apparentemente insignificante (0,1) corrisponde a un potere distruttivo da 10 a 30 volte maggiore: non andrebbero rifatti i calcoli (e adeguati i nuovi costi) per commisurarlo a una magnitudo più elevata? Lo vogliamo dire ora e non dopo, visto che si tratta dell’area dove si aspetta il big-one nostrano?".

"Più scienza e meno ideologia", reclama Giuseppe Fiammenghi, ingegnere e direttore tecnico del Ponte sullo Stretto. "Sono troppe - secondo Fiammenghi - le imprecisioni e le 'leggende metropolitane' che circolano da decenni sul ponte. A cominciare dal rischio sismico. Il progetto prevede che il ponte resista senza danni strutturali a sollecitazioni sismiche fino a magnitudo 7,1 della scala Richter, esattamente l’intensità del terremoto di Messina del 1908, il più grave mai avvenuto in Sicilia. Un evento che secondo i sismologhi potrebbe ripetersi solo tra 2 mila anni". [SiciliaInformazioni.com, 04 luglio 2011]

Insomma, è normale, anzi, è auspicabile che ogni qualvolta la terra trema nel messinese si rifletta sul progetto e una possibile realizzazione del ponte. Certo, intanto si può stare ancora tranquilli, perché la costruzione di questo è veramente ancora molto, molto lontana. Ad esempio, per le opere ferroviarie connesse al ponte sullo Stretto ancora non esiste alcun progetto esecutivo.

 

 

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27 luglio 2011
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