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Pirati all'arrembaggio di una nave da crociera italiana

L'equipaggio della 'Melody', nave della Msc, ha respinto i pirati dopo un conflitto a fuoco

27 aprile 2009

"C'è una piccola imbarcazione che sta puntando dritta verso di noi a tutta velocità" urla l'ufficiale di vedetta della nave, prima che una raffica di kalashnikov dia l'inizio al quarto d'ora di angoscia e di terrore vissuto sabato scorso dall'equipaggio della Melody, davanti alle coste somale.
A a bordo della nave 991 passeggeri e 536 membri dell'equipaggio, tra i quali 134 italiani. Una preda sicuramente ghiotta per i pirati, ma troppo grande e con un equipaggio che si è dimostrato preparatissimo.

Secondo quanto ha raccontato all'Ansa il comandante della nave Ciro Pinto, la Melody, che si trovava ad un giorno di navigazione a nord delle Seychelles, appunto davanti alle coste somale, alle 21.35 ora italiana è stata attaccata da un'imbarcazione leggera con sei uomini armati a bordo, che hanno aperto il fuoco con fucili kalashnikov colpendo la parte sinistra dell'opera morta della nave (la parte di scafo al di sopra del piano di galleggiamento).
Il punto esatto in cui è stata attaccata la Medody è in pieno oceano, a 600 miglia dalle coste somale. È pertanto ovvio, ha rilevato il comandante Pinto, che i pirati che si trovavano su un gommone avevano l'appoggio di una nave che si trovava nella zona. I pirati erano sei ed hanno tentato l'abbordaggio da uno Zodiac che ha una velocità molto maggiore della Melody. È stato pertanto impossibile evitare che raggiungessero la nave. Il servizio di sicurezza è però intervenuto con efficacia non appena gli assalitori, che hanno sparato raffiche intimidatorie in aria ed anche alcuni colpi contro la fiancata della nave, hanno tentato di salire a bordo con una scaletta. Le armi in dotazione alla nave, pistole normalmente tenute in cassaforte sotto la doppia responsabilità del capo della sicurezza e del comandante in seconda. sono state usate al momento dell'assalto. Si è fatto ricorso anche agli idranti anti-incendio e ad altre azioni di disturbo, in particolare fare rollare la nave, in modo da rendere troppo pericoloso per i pirati l'abbortdaggio. La Melody ha riportato solo lievi danni. alcuni fori di proiettile nella fiancata, alcuni vetri rotti, una lancia di salvataggio colpita. Quanto ai passeggeri, nulla di grave, ma solo l'inevitabile panico al momento cruciale dell'attacco e qualche escoriazione riportata da chi, nella fretta di tornare in cabina, è inciampato ed è caduto.

La nave da crociera era partita lo scorso 17 aprile scorso da Durban in Sudafrica. Ora è in navigazione verso Aqaba: raggiungerà il porto della Giordania il 2 maggio. Dei 134 italiani a bordo 39 sono passeggeri e 95 fanno parte dell'equipaggio. Il direttore generale della Msc Crociere, Domenico Pellegrino, ha parlato con i suoi uomini a bordo: "Mi hanno assicurato che stanno tutti bene, passeggeri ed equipaggio. Non ci sono state scene di panico: i passeggeri sono rimasti tranquilli, la nave ha ripreso regolarmente la propria rotta e rispetterà la sua tabella di navigazione. La situazione non è mai sfuggita di mano al comandante Ciro Pinto - ha sottolineato Pellegrino -, che con grande freddezza ha messo in atto una serie di manovre di sicurezza che hanno scoraggiato i pirati dal proseguire nell'offensiva".
Pellegrino ha poi spiegato che la nave è riuscita a fronteggiare l'attacco anche grazie all'intervento di personale addestrato alla sicurezza di origine israeliana. "Noi scegliamo gli israeliani perchè sono i migliori. E ne abbiamo avuto la dimostrazione - ha detto Pellegrino -. Esiste poi un sistema di sicurezza anti-abbordaggio, e si naviga comunque in un'area monitorata e in costante collegamento con un Comando interforze che in questo caso ha il suo centro a Dubai. Si tratta di militari pronti a intervenire in casi del genere".

Negli ultimi tempi gli attacchi da parte di pirati al largo delle coste somale sono diventati sempre più frequenti. Tuttora dieci cittadini italiani sono prigionieri nelle mani dei sequestratori della nave cargo Buccaneer, di proprietà della Micoperi di Ravenna.
Nei giorni scorsi si è avuta la drammatica notizia che i sequestratori della Buccaneer avrebbero lanciato un ultimatum di 72 ore per avviare una trattativa, in caso contrario hanno minacciato di uccidere i 16 marinai prigionieri che si trovano in mano ai pirati somali dallo scorso 11 aprile (LEGGI).
Dal ministero degli Affari Esteri però, hanno precisato che né l'armatore della nave né l'ambasciatore d'Italia presso il governo somalo di transizione, nei loro contatti, hanno riferito che i rapitori si siano espressi in questi termini e che, in conseguenza, non si ha alcun riscontro del presunto ultimatum.
Claudio Bartolotti, l'armatore del rimorchiatore battente bandiera italiana, due giorni fa ha confermato: "A noi non è arrivata nessuna comunicazione, alcuni famigliari, in costante contatto con i marinai, ci hanno riferito di questa telefonata. E' probabile, vista la situazione in cui si trovano, che abbiano vissuto un momento di pressione".
Il ministro degli Esteri Franco Frattini, tre giorni fa ha inviato in Somalia Margherita Boniver, presidente del Comitato parlamentare Schengen e immigrazione, recentemente nominata "Inviato Speciale per le emergenze umanitarie", per facilitare la positiva soluzione della vicenda.

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it, Adnkronos/Ing]

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27 aprile 2009
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