Più che case da gioco in Sicilia servirebbe l'acqua. Il ministro Amato boccia il casinò di Taormina
No alla riapertura del casinò di Taormina: potrebbe essere usato dalla mafia per riciclare denaro sporco. Alla Sicilia, più che case da gioco, servirebbero acqua, alberghi migliori e campi da golf per attrarre i turisti. In sintesi è quello che ha detto la scorsa settimana il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, rispondendo ad un'interrogazione al question time.
''È giusto sottolineare - ha premesso Amato - che vi sono quattro casinò in Italia e che quello di Taormina è rimasto chiuso in una non riautorizzazione, mentre Saint Vincent, Sanremo, Venezia e Campione d'Italia sono riusciti in qualche modo a sottrarsi, tramite deroghe, ad una legislazione che è nell'insieme contraria''. ''Io - ha sottolineato il ministro - sono perfettamente consapevole del fatto che il turismo può trarre beneficio dall'esistenza di case da gioco, ma queste sono foriere di fenomeni anche diversi dal turismo, che per il ministero dell'Interno rappresentano una fonte di particolare preoccupazione, specie in una regione nella quale esiste una organizzazione criminale di antica data che è alla ricerca continua di canali migliori e più adeguati per il riciclaggio di denaro sporco. E dai casinò questa è una prestazione che in più casi è possibile ottenere''.
''Io mi permetto di dire - ha detto infine il ministro Amato - viste anche le mie origini siciliane, che voglio che la Sicilia abbia più turismo, ma vorrei che riuscisse ad averlo dalle sue meravigliose bellezze naturali, dalla sua storia. Taormina è già stupenda e bellissima. Diamo più acqua ai siciliani. Più che i casinò potrebbe servire avere strutture alberghiere migliori e campi da golf, che anche in Sicilia si possono fare perché l'acqua c'è, ma qualcuno la nasconde. Rinunciamo al casinò''.