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Più di 10mila aziende siciliane sono irregolari

I dati dell'Ispettorato regionale del Lavoro e la mobilitazione dei sindacati

24 giugno 2008

Secondo le ultime rilevazioni del competente Ispettorato regionale, in Sicilia sono 10.539 le aziende "irregolari" in fatto di lavoro. Il dato, commenta la Cisl, "da' la misura di un fenomeno grave, che necessita di interventi straordinari e immediati per la sicurezza e la legalità, in fabbriche e uffici". Le elaborazioni 2007 sul "lavoro non regolare in Sicilia", dell'Ispettorato regionale, sono state rese note ieri mattina a Palermo durante un meeting della Commissione regionale per l'emersione dal lavoro nero. A darne notizia per prima è stata la Cisl che ha colto l'occasione per informare dell'inizio, da oggi, del calendario delle manifestazioni provinciali davanti alle nove prefetture dell'Isola, sul tema proprio della sicurezza e della legalità nei luoghi di lavoro. La mobilitazione, per il via al piano chiesto dai sindacati al governatore Raffaele Lombardo dopo la tregedia di Mineo (CT), culminerà venerdì 27 giugno alle 9,30, alle Ciminiere di Catania, con una manifestazione regionale alla quale parteciperanno Guglielmo Epifani (Cgil) e i vertici confederali di Cisl e Uil.

I dati dell'Ispettorato del lavoro, che ha controllato 17.422 aziende siciliane, danno notizia dell'emersione, nel 2007, di 8.720 tra ditte e società dell'Isola. Tra l'altro, del fatto che sono stati individuati 129 minori illegalmente impegnati assieme a 921 extracomunitari regolari e a 1.066 immigrati extra-Ue, irregolari. "Dati rilevanti in sé", per Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, e anche perché elaborati da un ufficio regionale che conta appena 150 ispettori: "un drappello minuscolo nonostante gli 80 carabinieri impegnati, pure loro, nei controlli". Per il segretario Cisl, la rete degli ispettori è "debole rispetto al mare magnum dell'economia siciliana", dove sono 480 mila le aziende da controllare oltre ai cantieri edili e ai 400 tra enti e aziende collegati a province e comuni. Insomma, "le precarie condizioni di sicurezza sono l'altra faccia dell'arretramento dell'economia misurato nei giorni scorsi da Bankitalia". E la precarietà preoccupa perché, afferma Bernava, "a causa dell'irregolarità, c'è chi, sul lavoro, ci lascia la pelle".

E' per questo, fa sapere la Cisl, che il sindacato scende in piazza. Con la manifestazione di venerdì a Catania che coinciderà con l'assemblea dei quadri, delegati e rappresentanti della sicurezza, di Cgil Cisl e Uil regionali. E con iniziative, provincia per provincia. Così, a Ragusa, stamane i confederali hanno incontrato l'associazione provinciale delle imprese, quindi domani, mercoledì 25 giugno, si svolgerà il faccia a faccia col prefetto. Idem a Caltanissetta, dove il sit-in davanti alla prefettura è previsto domani alle 11. Giovedì a confrontarsi col prefetto saranno i sindacati di Palermo e Trapani mentre, sempre giovedì, terranno un presidio davanti alle prefetture le organizzazioni del lavoro di Messina (alle 17), Agrigento (alle 10,30), Siracusa (alle 18) ed Enna, alle 10.
Nei prossimi giorni, inoltre, Catania sarà teatro di tre assemblee, dei lavoratori edili, dei metalmeccanici e del pubblico impiego, con la partecipazione dei segretari siciliani Italo Tripi (Cgil), Maurizio Bernava (Cisl) e Claudio Barone (Uil).

Umberto Ginestra

- www.cislsicilia.net

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24 giugno 2008
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