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Più energia rinnovabile, più lavoro

L'idea di Greenpeace che si inserisce perfettamente nella seconda giornata del G8

09 luglio 2009

Il G8 dell'Aquila è alla sua seconda giornata nella quale si affrnteranno alcuni dei temi più scottanti: i Paesi poveri, il clima e i progressi verso l'accordo sul trattato di Doha relativo al commercio globale.
Gli incontri bilaterali fra i leader sono cominciati alle 8. In metà mattinata si è svolta la sessione di lavoro G8+G5 (Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa) cui si è aggiunto l'Egitto, su temi globali e politiche per lo sviluppo dei Paesi poveri.

I Grandi della Terra, che nella prima giornata del vertice hanno approvato anche la dichiarazione sull'economia, sottolineando l'esigenza di regole anti-crisi, e quella politica, trovando un'intesa sulla condanna alla crisi post-elettorale in Iran, alle affermazioni negazioniste del presidente iraniano Ahmadinejad e ai test nucleari e missilistici della Corea del Nord, si concentreranno dunque sul clima, che sarà al centro di una dichiarazione ben più complessa di quella di mercoledì . L'accordo raggiunto dagli Otto Grandi, la riduzione dell'80% dei gas serra entro il 2050, dovrà vincere le resistenze dei Paesi emergenti, India e Cina in primis. E il documento che sarà approvato dal Mef - formato allargato del G8 più G5, più Australia, Indonesia e Corea del sud; più la Danimarca (nel ruolo di presidente della conferenza mondiale sul clima del prossimo dicembre) - riconoscerà comunque "l'opinione scientifica secondo cui l'incremento della temperatura media globale al di sopra dei livelli pre-industriali non dovrebbe eccedere i due gradi centigradi".

Energie rinnovabili e lavoro: l'idea di Greenpeace per gli Otto Grandi - Più di un milione di posti di lavoro possono essere creati, entro il 2020, investendo in energie rinnovabili. E' quanto sostiene Greenpeace nel nuovo rapporto "Powering G8 Job Creations: come creare posti di lavoro proteggendo il clima", che l'organizzazione ha volutamente lanciato alla vigilia del G8 del L'Aquila: un chiaro messaggio affinché i governi partecipanti al summit internazionale affrontino i cambiamenti climatici creando occupazione e investendo in energie pulite.
L'anteprima del rapporto presenta le previsioni occupazionali per i Paesi del G8 e dimostra che, attraverso la "Rivoluzione Energetica", proprio in questi 8 Paesi si otterrebbero, nel 2030, oltre un milione e 800mila posti di lavoro nel campo delle energie rinnovabili, ottenendo contemporaneamente una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 nel settore dell’energia.

Per far questo, spiega Greenpeace, i governi dei Paesi industrializzati, per primi quelli del G8, devono però assumersi impegni precisi e ambiziosi per affrontare i cambiamenti climatici, anche in vista del prossimo summit di Copenhagen di dicembre. "La crisi climatica e quella economica vanno affrontate insieme", sostiene Andrea Lepore della campagna clima di Greenpeace. "Investire in energie rinnovabili e in efficienza è la soluzione per salvare il clima, creare occupazione e rilanciare l'economia. Anche l'Italia ha tutto da guadagnare dall'investire in energie pulite ed efficienza".

Greenpeace ricorda infatti che un recente studio dell'Università Bocconi dimostra che, investendo nelle rinnovabili e raggiungendo gli obiettivi europei previsti dal pacchetto Clima e Energia, l'Italia potrebbe creare fino a 250mila nuovi posti di lavoro entro il 2020, nel solo settore elettrico. Per gli usi termici il potenziale sarebbe ancora maggiore. Mentre altri 60mila nuovi posti di lavoro, secondo il Politecnico di Milano, potranno essere creati attraverso l'investimento in efficienza energetica. "L'Italia abbandoni il carbone e dimentichi le false soluzioni come il nucleare", conclude Lepore, "la crisi economica deve trasformarsi per l'Italia in un'opportunità per creare nuova occupazione e andare con decisione verso una rivoluzione delle energie".

[Informazioni tratte da Corriere.it, Agenzia Internazzionale Stampa Estero]

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09 luglio 2009
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