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Più (tagli) alla sicurezza e alla giustizia

Sette missioni per il futuro dell'Italia... 'Terza Missione': fallita

21 luglio 2008

Nel programma elettorale presentato per le ultime elezioni dal Popolo delle libertà, intitolato "7 Missioni per il futuro dell'Italia", come "Terza Missione" si segnalava quella per assicurare "Più sicurezza e più giustizia" (leggi il programma Pdl - pdf). Nello sviluppo di questa si può leggere: "Aumento progressivo delle risorse per la sicurezza e maggiore presenza sul territorio delle forze dell'ordine".
Ma, fra il dire e il fare c'è di mezzo... (vedete un po' voi cosa c'è di mezzo) e, quindi, diciamo che finora la messa in atto dei termini della "Terza Missione" non si sono realizzati per come erano stati (de)scritti.

La scorsa settimana poliziotti, agenti di custodia, forestali, carabinieri, finanzieri e rappresentanti di Esercito, Marina e Aeronautica si sono ritrovati insieme davanti a Palazzo Chigi, alla Camera, al Senato e davanti alle Prefetture di tutta Itali, per protestare contro i tagli di circa tre miliardi di euro in tre anni previsti dalla manovra di assestamento del governo: ventitré sindacati, più i Cocer delle Forze Armate, per la prima volta tutti assieme, in rappresentanza dei 500 mila operatori italiani della sicurezza e della difesa.
Ha detto Felice Romano, segretario del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia (Siulp): "In tre anni l'organico complessivo di forze dell'ordine e di difesa sarà ridotto di 40 mila persone. Ci saranno problemi per la manutenzione dei mezzi, per la benzina, per l'acquisto di divise e di giubbotti antiproiettile, saranno bloccati gli straordinari".
In Finanziaria "non ci sarà nessun taglio" sui fondi per la sicurezza, ha assicurato Silvio Berlusconi in persona, rispondendo alla protesta delle forze dell'ordine. Assicurazione, e rassicurazione, dovuta forse ad alcuni correttivi fatti per il rotto della cuffia dalla maggioranza in Commissione: 100 milioni di euro per nuove assunzioni, un fondo per la sicurezza con fondi sequestrati alla mafia, retribuzione integrale in caso di malattia, possibilità di vendere immobili. "Altri miglioramenti si possono fare in altre sedi", ha aggiunto il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto.

"Nonostante le ripetute rassicurazioni di alcuni esponenti di governo, registriamo che il maxi-emendamento governativo al decreto legge 112/2008 sulla manovra finanziaria conferma il volume dei tagli alla sicurezza ed alla difesa previsto dal testo originario. Le modifiche apportate dalle Commissioni sono di fatto irrilevanti e lasciano intatto il problema e a ciò nulla è stato aggiunto dal Governo". E' quanto sottolineato dai rappresentanti dei sindacati delle forze di polizia e dei Cocer delle forze armate. "Ci saranno dunque - prevedono gli esponenti del comparto sicurezza e difesa - pesantissimi rischi di ricadute sul livello di sicurezza che potrà essere garantito, sia a causa dell'impossibilità di reintegrare il personale che andrà in pensione "coatta" (40.000 donne e uomini), nonostante già oggi ci sia grave carenza d'organico, sia a causa degli oltre 3 miliardi di risorse tolti dai bilanci delle Forze di polizia ed armate". "Il Governo su sicurezza e difesa conferma dunque la scelta di operare ingenti tagli invece di realizzare gli altrettanto ingenti investimenti promessi pochi mesi fa in campagna elettorale; bene hanno fatto quindi - hanno aggiunto i rappresentanti delle organizzazioni del comparto sicurezza e difesa - tutti i sindacati e tutti i cocer a manifestare il 17 luglio davanti a Montecitorio e bene fanno oggi (sabato 19 luglio, ndr), all'indomani della presentazione del maxiemendamento, a non far rientrare lo stato di mobilitazione degli operatori del Comparto ma, anzi, ad avviare sin d'ora lo studio di tutte le iniziative che possano risultare idonee a tutelare la sicurezza dei cittadini italiani e di coloro i quali questa sicurezza tutti i giorni sono chiamati a garantire".

Sostegno ai sindacati delle forze dell'ordine è arrivato dal Partito democratico (alla manifestazione di giovedì scorso ha preso parte anche il leader del Pd, Walter Veltroni) e dall'Italia del valori. Secondo Antonio Di Pietro il Governo mostra "la solita politica delle due facce: mentre a parole promette più sicurezza ai cittadini, in Parlamento procede in direzione opposta tagliando i fondi alle forze dell'ordine, ai vigili del fuoco e alle forze armate". "Si riduce il personale - ha detto ancora il leader dell'Idv -, si bloccano le assunzioni, si fanno pesanti tagli strutturali, si riducono i fondi destinati al ministero degli Interni e della Difesa per un totale di 3,2 miliardi di euro: altro che sicurezza dei cittadini. Parliamo di servitori dello Stato, di persone che ogni giorno, con coraggio, mettono a repentaglio la propria vita per garantire l'incolumità ai cittadini che non può certo essere garantita tagliando risorse economiche a queste categorie".

A sottoscrivere le iniziative della scorsa settimana sono stati i sindacati della Polizia di Stato Siulp, Sap, Silp per la Cgil, Siap Anfp, Consap Anip Italia Sicura, Fsp Ugl, Coisp e Uilps; quelli della Polizia Penitenziaria Sappe, Cgil Fp, Cisl Fps, Uil Penitenziari, Sinappe e Uspp; i sindacati del Corpo Forestale dello Stato Sapaf, Cgil Fp, Cisl Fps, Uil Pa Ugl e Fesipo; le rappresentanze Militari del comparto Sicurezza Cocer Carabinieri, e le rappresentanze Militari del comparto Difesa Cocer Esercito, Cocer Marina Militare e Cocer Aeronautica Militare.

L'allarme sui tagli alla sicurezza in Sicilia - In Sicilia l'ultimo allarme è stato lanciato dalla segreteria regionale della Uil Polizia di Stato che ha partecipato alla mobilitazione nazionale con volontinaggi e sit-in davanti alle prefetture dell'isola. "Questi tagli creeranno numerose penalizzazioni economiche e strutturali che pongono seriamente a rischio la possibilità di continuare a mantenere accettabili livelli di sicurezza e tutela per i cittadini", ha spiegato il segretario regionale della UilPs Calogero Mallia.
Alla mobilitazione di giovedì scorso hanno partecipato anche le altre organizzazioni sindacali di polizia, di polizia penitenziaria, corpo forestale e le rappresentanze militari del comparto sicurezza e difesa. Perché la situazione sull'isola è difficile per tutti come rivela lo studio di un altro sindacato, il Silp, che parla di tagli a commissariati e volanti a Palermo. Mentre i carabinieri hanno già tagliato missioni e lavorano con un parco macchine obsoleto. La Guardia di finanza ha problemi con il carburante e le motovedette di Porto Empedocle che - passate da 18 mila euro di stanziamenti per il 2007 ai 9 mila del 2008 - ha serie difficoltà a occuparsi di immigrazione clandestina.
In questo quadro drammatico, la notizia positiva arriva dai carabinieri di Palermo, con l'apertura di tre nuove caserme a breve: a San Martino delle Scale la sede è già pronta, a Oreto lo sarà per settembre ed entro un anno e mezzo sarà pronta anche quella di San Filippo Neri, allo Zen, in una postazione strategica e dall'alto valore simbolico.

Ma le buone notizie sembrano fermarsi qui. Anche la magistratura, infatti, vive un momento di grande difficoltà, a livello nazionale, siciliano e palermitano. E' stato lo stesso procuratore generale Francesco Messineo a parlare di "risorse centellinate" in un intervento durissimo, con i magistrati che non hanno nemmeno i soldi per comprare la carta per fotocopiare gli atti. "Ne ho parlato più volte col ministero - ha detto qualche giorno fa Messineo - ma mi è stato risposto che mancano i fondi. Qui la situazione è drammatica. Il nostro è un compito arduo, e siamo in un momento fondamentale: in un colpo solo potremo perdere tutte le battaglie vinte finora contro la mafia, se lo Stato non utilizza tutti i fondi che potrebbe e dovrebbe impegnare". Ed è stato ancora Messineo a denunciare che "non riusciamo nemmeno a pagare le ditte che hanno effettuato le intercettazioni" (LEGGI).
E passando dalla situazione palermitana alle prospettive per l'isola, il quadro non migliora: è stato il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari a ricordare che a settembre 10 magistrati lasceranno gli uffici nisseni, con il risultato di paralizzare indagini e dibattimenti.

Approfondimenti da Repubblica/Palermo:
-
Due commissariati verso la chiusura
- Parco auto datato stretta sulle missioni
- Il caro carburante ferma le motovedette
- Scarseggia la carta troppe sedi senza pm

"Noi agenti di scorta siamo abbandonati" - I poliziotti del Reparto scorte della questura di Palermo si sentono "abbandonati" e sottolineano che "le commemorazioni delle stragi non restituiscono serenità e sicurezza". Queste le parole amare del segretario generale provinciale UilPs Calogero Mallia. "Oggi il reparto scorte - ha detto Mallia in occasione della commemorazione del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta - necessita di rinnovarsi soprattutto negli strumenti da opporre alla lotta alla criminalità, in primis nei mezzi assegnati a questo reparto e attualmente in uso, che risultano ormai obsoleti basti pensare che il parco auto è in una situazione di precarietà cronicizzata, tanto che si verifica con più frequenza il rischio di un sinistro stradale o addirittura di rimanere in panne con l'auto di servizio". "Malgrado le difficoltà - ha aggiunto Mallia - i colleghi del Reparto scorte e di tanti colleghi impegnati in altri settori e specialità della polizia di Stato, espletano il loro lavoro con grande professionalità, nonostante le carenze organiche, di mezzi e di risorse, poiché sono spinti da grandi valori". Mallia ha poi concluso "proponendo all'attuale compagine governativa, che in campagna elettorale ha tanto inneggiato alla politica di sicurezza, di non fermarsi solo alla quanto mai giusta e importante commemorazione delle vittime del dovere che di anno in anno si ripete, ma piuttosto di dare concretamente un segnale ai colleghi e alle loro famiglie, per evitare nuove stragi bisogna intervenire investendo sulle risorse". [La Siciliaweb.it]

[Informazioni tratte da il Messaggero.it, Corriere.it, Repubblica.it, Adnkronos.com]

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21 luglio 2008
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