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Plastic people

La plastica è intorno a noi... la plastica è dentro di noi! Dai dati presentati ai Seminari sulle Emergenze Planetarie di Erice

23 agosto 2006

Nel 1967 il grande Frank Zappa cantava, con corrosiva satira, ''Plastic people'' prendendo in giro e denunciando la situazione sociale dell'America bigotta e conservatrice. Cinquant'anni dopo inneggiare alla plastica e al suo utilizzo per diventare ''deliberatamente'' sempre più finti, è diventato fatto accettato, anzi, di tendenza e sempre più da emulare. Come dire: la cultura, l'intelligenza, o solo il buon senso, negli ultimi decenni è andato a farsi benedire.
Ma, lasciando un attimo da parte il concetto di ''plastica come tramonto culturale dell'uomo'', sarebbe bene riflettere sul fatto reso noto dagli scienziati riuniti a Erice (TP), dove in questi giorni si è svolta la 36esima Sessione dei Seminari internazionali sulle Emergenze Planetarie: la plastica è entrata definitivamente nella catena alimentare dell'uomo.

Il prof. Charles Moore, dell'Algalita Marine Research Foundation di Long Beach (Usa), ha infatti spiegato come ''il problema si sia ormai spostato dalla semplice presenza di rifiuti plastici (come bottiglie, contenitori e altri detriti) nelle nostre acque alla capacità di questi materiali di rilasciare sostanze pericolose per l'organismo umano''. Secondo il prof. Moore ''l'enorme quantità di plastica dispersa negli oceani a livello globale produce particelle nocive che vengono liberate nelle acque, contaminando i pesci e altri organismi marini che trattengono sostanze come il policarbonatoplastico (Pcb), la diossina e altre molecole teratogene. Entrando in questo modo nella catena alimentare dell'uomo''.

''Il bersaglio principale di queste sostanze - ha precisato Frederick S. vom Saal della Divisione di Scienze biologiche dell'università del Missouri (Usa) - è l'apparato riproduttivo maschile e femminile. E il periodo di maggiore vulnerabilità verso questi componenti è quello della gravidanza. Durante la gestazione, infatti, la donna trasmette al feto questi elementi, che vanno a intaccare gli organi della mamma e il cervello del nascituro provocando effetti permanenti''.
E purtroppo l'allarme non arriva soltanto dagli ambienti marini. Il prof. Saal, concludendo il suo intervento, ha infatti avvertito: ''le sostanze plastiche sono presenti anche nei contenitori metallici che utilizziamo quotidianamente per la conservazione dei cibi o per la loro cottura a microonde''.

Come dire: la plastica è intorno a noi... la plastica è dentro di noi... noi riproduciamo plastica!
Beh, tutto ciò è mostruoso.

Le sostanza che vengono maggiormente assimilate dall'uomo sono soprattutto ''la diossina, il Pcb, il Pvc (Polivinilepolidrato) e altre sostanze - ha puntualizzato Shanna H. Swan del Centro di Epidemiologia riproduttiva di Rochester - e abbiamo osservato che nei bambini maschi nati da madri nelle quali si registrano alti livelli di questi elementi alcuni caratteri sessuali appaiono alterati''. Come ulteriori conseguenze della diffusione di sostanze plastiche nella catena alimentare, gli studi epidemiologici presentati a Erice dimostrano un eccessivo sviluppo del seno, una maggiore frequenza di casi di obesità e asma, ma anche disfunzioni immunitarie. ''Sebbene si tratti ancora di cambiamenti ormonali di lieve intensità - ha aggiunto la professoressa Swan - quello che ci preoccupa è la diffusione globale di queste sostanze plastiche e dunque l'ampiezza del numero di persone colpite dei loro effetti. E un altro elemento che suscita preoccupazione nella comunità scientifica internazionale è la certezza che queste sostanze plastiche saranno trasmesse di generazione in generazione mutando, sebbene gradualmente, il patrimonio genetico dell'uomo''.

Dunque, assodato il fatto che il futuro apparterà sempre di più ad esseri che avranno da qualche parte il marchio a rilievo ''PVC'' o la scritta ''PER ALIMENTI'', i cento scienziati della Federazione Mondiale degli Scienziati (WFS), oggi chiuderanno i lavori della 36esima Sessione dei Seminari Internazionali sulle Emergenze Planetarie parlando di terrorismo. La sessione di lavoro, coordinata dal prof. Antonio Zichichi, presidente della Fondazione ''Ettore Majorana'' di Erice, e dal premio Nobel Tsung-Dao. Lee, sarà dedicata all'analisi dell'emergenza terrorismo, con particolare attenzione alla minaccia di un attacco nucleare all'Occidente (emersa nei giorni scorsi dai Seminari di Erice). Sono inoltre previsti gli interventi conclusivi dell'ambasciatore tedesco Henning Wegener, che illustrerà i dati sulla sicurezza dell'informazione; di Richard Ragaini sull'inquinamento globale; di Gerardo Gomes Serra sui limiti dei modelli di sviluppo; di Robert Clark sulle catastrofi meteorologiche, e di Nathalie Chapak sull'educazione infantile.

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23 agosto 2006
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