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Poco meno di 4000 gli immigrati ancora a Lampedusa

Continuano senza sosta le operazioni di trasferimento dei migranti dall'isola, ma Tunisi ancora non collabora

31 marzo 2011

Dopo i trasferimenti avvenuti con le prime navi e con due ponti aerei, attualmente a Lampedusa sono presenti 3.731 immigrati. Il dato è stato fornito dal sindaco dell'isola, Bernardino de Rubeis.
Stamane all'alba sono partiti 1.716 migranti con la nave Excelsior della Grandi Navi Veloci. Poi dal molo di Cala Pisana è salpata la "Catania" della Grimaldi con 600 migranti, entrambe dirette a Taranto, mentre 200 sono stati portati via con due ponti aerei. Intanto, alla fonda davanti al porto di Lampedusa ci sono altre 3 navi: la "Clodia", la "Waitling Street", e la nave militare San Marco. Nelle prossime ore la Clodia dovrebbe attraccare al molo di Cala Pisana per iniziare l'imbarco di circa 500 persone.
Inoltre, poche ore fa è partita da Genova per raggiungere l'isola un'altra nave che dovrà dare il cambio alla Excelsior: si tratta della "Superba", l'ammiraglia della Grandi Navi Veloci in grado di trasportare fino a 3 mila passeggeri.

Sulle destinazioni degli immigrati spunta una novità. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al termine del Consiglio dei ministri dedicato all'emergenza, ha annunciato d'aver "fornito a Maroni un elenco di sette siti della Difesa, tutti al Nord" per ospitare i migranti. Nel frattempo, il premier Silvio Berlusconi, in una telefonata all'assemblea congressuale dei Cristiano-Popolari è tornato a parlare dei problemi degli immigrati. Il governo tunisino non sta mettendo in atto gli accordi sull'immigrazione stipulati con l'Italia, ha denunciato il Cavaliere. Scusandosi al telefono per la sua assenza, Berlusconi ha parlato del Cdm in corso "che sta affrontando - ha detto - il problema con la Tunisia. Il governo aveva assicurato di fermare le barche degli immigrati ma questo non è avvenuto. Il governo - ha aggiunto - ha garantito impegni finanziari per la ripresa economica delle città tunisine e di contro il governo tunisino deve accettare il rimpatrio dei suoi concittadini. Si tratta di cinquemila tunisini che non sarebbero accettati perché noi sappiamo che dalle loro carceri sono evasi in 11 mila ed abbiamo il sospetto che possano arrivare da noi".
Su questo aspetto della vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine della riunione dell'esecutivo: "C'era l'impegno della Tunisia per il contrasto dei flussi illegali, ma finora ciò non è avvenuto, così come non c'è disponibilità ad accettare i rimpatri degli 19mila tunisini identificati. Ho chiesto quindi a Berlusconi di sollecitare il primo ministro, se necessario andando a Tunisi". Il titolare del viminale ha poi fornito alcune cifre. I profughi arrivati dalla Libia, soprattutto eritreri e somali sono circa duemila. "Abbiamo concordato un piano di emergenza con le Regioni - ha detto Maroni -, che si impegnano a trovare siti per ospitarli".
Il ministro ha anche spiegato che il piano messo a punto per accogliere i migranti sbarcati a Lampedusa prevede una "disponibilità di diecimila posti in tendopoli, in tutte le Regioni italiane ad eccezione dell'Abruzzo". Il piano sarà illustrato domani alle regioni e agli enti locali in una riunione al Viminale. Alle ore 9 inoltre è convocata a Palazzo Chigi la prima riunione della cabina di regia sull'immigrazione cui prenderanno parte esponenti dell'esecutivo e rappresentanti degli enti locali. "Atteggiamenti di rifiuto - ha voluto sottolineare Maroni - non possono essere giustificati, è un'emergenza grave che richiede il concorso di tutte le Regioni". Da parte sua però il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha voluto subito replicare spiegando che "l'accordo con il governo riguarda i profughi. Le Regioni - ha precisato Errani - non hanno condiviso invece le questioni relative alle tendopoli per gli immigrati irregolari: quella è una scelta unilaterale del governo".

Critiche al governo per la gestione degli immigrati  sono arrivate da Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, con delega all'immigrazione. "Ma dove si vuole veramente arrivare nella gestione dei profughi provenienti dalla Tunisia? Per settimane sono rimasti ostaggio, egualmente ai cittadini lampedusani, in condizioni scandalose, della strumentalizzazione propagandistica del governo e della Lega. Poi lo show e le mirabolanti promesse ai lampedusani del premier, che hanno svelato l'inconcludenza e l'incapacità di affrontare nel concreto qualunque problema quando si presenta. Oggi si imbarcano, verrebbe da dire speriamo!, finalmente!, gli immigrati, ma per portarli dove? In base a quale piano?". L'intento, ha spiegato Lamonica, "è quello di aprire, naturalmente solo in alcune regioni, delle mega-tendopoli, in cui riprodurre lo stato di segregazione e di abbandono, mentre si rifiutano le proposte ed i progetti alternativi presentati dalle stesse regioni e da tanti enti locali che puntano invece giustamente ad un'accoglienza diffusa e per piccoli gruppi che coinvolga le comunità locali e faccia leva sullo spirito di solidarietà che già hanno mostrato i lampedusani, pure in condizioni drammatiche". Quello che è certo insomma è che "le tendopoli concepite come a Manduria servono, al contrario, a creare tensioni con le popolazioni locali e quindi ad aumentare e non risolvere i problemi di tutti, italiani ed immigrati. Il governo la smetta di considerare questi profughi 'clandestini', e di usarli in un perverso gioco politico mediatico, si uniformi al diritto internazionale per tutelare davvero i diritti di tutti, italiani ed immigrati, a partire dalle centinaia di minori presenti tra i profughi, utilizzi le risorse europee già disponibili ed avvii non polemiche strumentali, ma una vera collaborazione con l'Europa".

La Cgil, la Cisl e la Uil di Trapani, in una nota congiunta, hanno fatto sapere di essere "solidali con le popolazioni del Nord Africa e del Medio Oriente impegnate a conquistare, attraverso movimenti di massa, un futuro di democrazia e di giustizia sociale. In particolare per la Libia, dove il regime sta tentando di reprimere brutalmente la rivolta popolare è necessario attivare tutte le iniziative diplomatiche per sospendere le operazioni militari, salvaguardando la popolazione civile e favorendo l'apertura di negoziati per una nuova Libia democratica, nella quale innanzitutto si rispettino i diritti umani". "Gli avvenimenti dell'altra sponda del Mediterraneo - dicono Cgil Cisl e Uil di Trapani - stanno determinando una situazione di grande difficoltà per la Sicilia. Il Governo italiano sta gestendo in modo vergognoso gli arrivi a Lampedusa, negando agli immigrati la condizione di 'persone' da accogliere ed assistere e sta lasciando sola la Sicilia. Ancor peggio, il Governo sta tentando di scaricare esclusivamente sulla nostra Isola scelte che richiedono invece il pieno coinvolgimento di tutte le Regioni italiane, rischiando cosi' di creare una condizioni di crescente tensione tra le popolazioni locali ed i migranti". Per questo le organizzazioni sindacali chiedono "con forza alle autorità di governo di attuare rapidamente un piano di distribuzione su tutto il territorio nazionale delle migliaia di uomini e donne che sono già arrivate e di quelle che, come si teme, arriveranno nei prossimi giorni".
I sindacati trapanesi hanno poi lanciato un appello ai lavoratori e ai pensionati a "mostrare lo stesso spirito di solidarietà che ha caratterizzato i lampedusani nell'offrire accoglienza fin oltre i limiti del possibile, respingendo ogni tentazione razzistica, nonostante le incredibili affermazioni di alcuni ministri della Repubblica". Cgil Cisl Uil hanno però segnalato "il rischio che decisioni assunte sotto la spinta dell'emergenza possano creare ghetti privi di diritti umani e senza i requisiti essenziali di igiene e sicurezza, determinando problemi nella gestione della sicurezza del territorio ed alimentando conflitti e tensioni potenzialmente pericolosi". Il riferimento è all'area dell'ex aeroporto militare di Kinisia, dove è stata realizzata una tendopoli per accogliere parte dei migranti trasferiti da Lampedusa. Per i sindacati si tratta di un sito "assolutamente inadeguato ad ospitare in condizioni dignitose centinaia di uomini e donne che hanno diritto ad un trattamento dignitoso. Trapani non si sottrae ai suoi doveri nei confronti dei migranti: un territorio in cui esistono già sei centri di accoglienza si troverà tuttavia in crescenti condizioni di difficoltà che, sommate ai guasti prodotti dalla chiusura dell'aeroporto, infliggeranno un duro colpo all'economia del territorio".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno.it]

 

 

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31 marzo 2011
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