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Polemica nucleare

L'Italia può ritornare al nucleare e in Sicilia, in lista per accogliere qualche centrale, scoppia la polemica

11 luglio 2009

Con 154 voti a favore, un voto contrario, un astenuto e il fallito tentativo di Pd e Idv di far mancare il numero legale lasciando l'aula, il Senato nei giorni scorsi ha approvato in via definitiva il ddl sviluppo. Sicuramente, il passaggio più importante del provvedimento diventato legge dopo quattro letture riguarda il ritorno dell'Italia al nucleare, a distanza di 22 anni dal referendum che portò il Paese all'abbandono di questa forma di approvvigionamento energetico. Entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge, il governo deve adottare uno o più decreti legislativi per la localizzazione sul territorio nazionale degli impianti e dei sistemi di stoccaggio e deposito dei rifiuti radioattivi. Tra l'altro i siti individuati potranno essere dichiarati di "interesse strategico nazionale" e soggetti anche a sorveglianza militare.
Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha espresso la sua soddisfazione per quello che viene visto come "un affare per l'intero Paese e per i territori che ospiteranno queste centrali".

A tutt'oggi le regioni che hanno dato una prima disponibilità sono la Sicilia e il Veneto. Siamo ancora all'alba del progetto ma, almeno in Sicilia, la "discussione nucleare" ha già scatenato polemiche.
Secondo il governatore Raffaele Lombardo la realizzazione delle centrali, previste nel ddl svilippo, deve essere subordinata a tre fattori: sicurezza, convenienza e referendum. "Vanno fatte in sicurezza - ha spiegato il presidente della Regione - e devono dare una convenienza ai cittadini, visto che comportano dei rischi. Si pensi a quella che danno ai francesi che vendono l'energia prodotta. E comunque trovo giusto che siano i siciliani, eventualmente, a esprimersi sul punto con un referendum, dopo avere avuto informazioni chiare su costi e benefici. I tempi di realizzazione di una centrale comunque, sono lunghi. Si parla di 15 anni: nel frattempo puntiamo sul sole e rendiamoci autonomi col fotovoltaico".

Di nucleare a giorni si parlerà in giunta, come chiedono l'assessore all'Industria, Marco Venturi, e il neo-assessore al Territorio e ambiente, Mario Milone.
"Non possiamo dire sempre no in via pregiudiziale. Penso che invece si debba aprire in giunta un confronto su un tema delicato, ma che può rappresentare un'opportunità per tutta l'Isola", ha detto l'assessore Venturi, intervistato dall'edizione palermitana de la Repubblica, in merito alla questione. "Non conosco nel dettaglio la legge approvata in Senato - ha aggiunto l'assessore all'Industria - ma non possiamo dire subito no, senza nemmeno sapere quali saranno i vantaggi che potrebbe trarne il territorio. Penso che la realizzazione di una centrale nucleare di ultima generazione sia un fatto positivo, che ci permetterebbe di essere moderni e rimanere almeno per una volta al passo con i tempi. Certo, occorre salvaguardare la salute dei cittadini, l'ambiente e la bellezza del territorio".
"Oltre che in termini di occupazione - ha spiegato ancora Venturi - penso che con il federalismo fiscale alle porte la Sicilia possa avere molte entrate in più dall'esportazione di energia e dalle tasse che pagherebbero i grandi gruppi che la producono. Per la nostra regione sarebbe un'opportunità, che va commisurata sempre alla garanzia di salvaguardia dell'ambiente".
In merito alle possibili proteste da parte delle comunitàlocali, Venturi ha infine sottolineato che "occorre coinvolgere in questa decisione tutti i siciliani, come ha detto il governatore Raffaele Lombardo".

Come dicevamo, siamo ancora all'alba del progetto, ma nell'Isola è già nata un'opposizione trasversale al nucleare, che va dagli ambientalisti al Partito democratico, passando per pezzi di Udc e Pdl.
Un no netto al nucleare arriva dagli ambientalisti e dai Comunisti italiani. "Da notizie in circolazione - ha detto dice ironicamente Salvatore Petrucci, segretario regionale del PdCi - si appura che il governo Berlusconi, grande amico dei siciliani, li vuole ricompensare con un regalo atomico. Il cavaliere vuole impiantare una centrale nucleare in Sicilia, forse vicino a uno dei nostri vulcani, o sopra qualche faglia, oppure in una delle rare oasi ricche di buona acqua". Per Petrucci "i fidi Siciliani, grati, raccomandano al governo di Raffaele Lombardo il silenzio e nessuna protesta. Pensiamo al futuro: chissà se con le scorie della centrale non si potrà realizzare a Termini Imerese un autoveicolo a propulsione nucleare. L'Isola ne sarà felice, finalmente ricca di energie ricavate dai megainceneritori e dalla nostra atomica. Certo, in giro c'è pure la voce dissidente dei soliti profeti di sciagure che temono per la pubblica salute, per un possibile aumento di gravi malattie. Uomini di poca fede: a quelle ci penserà il Padreterno".

Critiche anche da parte di Rita Borsellino, deputato del Pd al Parlamento europeo: "Mentre da Roma si aspettano invano i fondi Fas, il parlamento nazionale, con il beneplacito del centrodestra siciliano, approva una legge che rischia di portare il nucleare nell'Isola. Da parte di Lombardo, non mi sembra certo questo il modo migliore di difendere gli interessi della Sicilia. A parte l'impossibilità di costruire delle centrali in un territorio già abbondantemente vessato dall'inquinamento industriale, il nucleare non garantirebbe nessun vantaggio in termini economici".
Secondo la Borsellino "al di là dei proclami, il centrodestra siciliano è ormai allo sbando e non ha più la forza e la credibilità per garantire uno sviluppo concreto e sostenibile della nostra economia. Mentre gli Stati Uniti e il mondo guardano alle energie rinnovabili e alternative, l'Italia fa un passo indietro di venti anni e decide il ritorno al nucleare. Una scelta sbagliata e antieconomica, che  va ripensata con una riflessione più attenta sui temi dell'energia".

"Invece di offrire la Sicilia alla causa del nucleare, Lombardo dica a Berlusconi che, se ci tiene tanto a realizzare una centrale, la faccia ad Arcore", polemizza il capogruppo dei democratici all'Ars, Antonello Cracolici. Mentre il presidente regionale di Legambiente, Mimmo Fontana, non usa giri di parole: "Ci saranno sollevazioni popolari in tutta l'Isola".
Contro la scommessa atomica anche pezzi del Pdl e dell'Udc. "Nessuno apra a ipotesi su insediamenti nucleari, sarebbe una provocazione", dicono i parlamentari del Pdl Fabio Granata e Pippo Scalia. "Lombardo pensi a puntare sull'energia rinnovabile, come prevede il piano energetico da me varato", incalza l'ex assessore all'Industria Pippo Gianni, dell'Udc.

Ma davvero la Sicilia ha bisogno di una centrale nucleare? Oggi, tra fotovoltaico, eolico, centrali idroelettriche e termoelettriche, si producono 24.095 gigawattora all'anno. Molti di più rispetto a quelli consumati dai siciliani, tanto che l'Isola esporta in altre regioni 1.421 Gwh. Con i progetti in cantiere per la realizzazione dei quattro termovalorizzatori e di due rigassificatori, la produzione di energia è destinata a crescere ulteriormente di altri 1.250 Gwh. Senza contare le oltre mille domande sul tavolo dell'assessorato all'Industria da parte di aziende che vogliono investire nell'eolico. Insomma, a breve la Sicilia diventerà una delle regioni leader nel Paese nella produzione energetica. E una centrale nucleare la farebbe balzare in testa, con una produzione aggiuntiva di altri mille gigawattora.  Pronti a sbarcare nell'Isola sono colossi americani e francesi specializzati nella costruzione di centrali nucleari di ultima generazione che richiedono investimenti che variano dai tre ai cinque miliardi di euro. Un business che fa gola a molti, in un settore che vede anche il ministro siciliano del'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, favorevole. Peccato però che nel mondo queste centrali difficilmente trovino compagnie assicurative disposte a coprire i danni di eventuali incidenti. Senza contare che la Sicilia al momento non saprebbe nemmeno come trasferire tutta questa energia nel resto d'Italia, visto che la rete che la collega alla Calabria può trasportare appena mille megawatt, che arriveranno al massimo a duemila una volta ultimati gli investimenti da 700 milioni di euro che ha in programma Terna, il gestore della rete.

[Informazioni tratte da SiciliaInformazioni.com, La Siciliaweb.it, LiveSicilia.it, Repubblica/Palermo.it]

- Il "patto nucleare" tra Italia e Francia (Guidasicilia.it, 25/02/09)

- Il nucleare in Sicilia (Guidasicilia.it, 27/02/09)

- Perplessità nucleari (Guidasicilia.it, 04/03/09)

- La terza rivoluzione industriale può partire dalla Sicilia (Guidasicilia.it, 16/03/09)

- L'Italia nucleare (Guidasicilia.it, 16/05/09)

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11 luglio 2009
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