Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Poltiglia Italia... anzi no: ''Mucillagine Italiana''. Il ritratto ''brutto'' che il Censis ha fatto degli italiani

10 dicembre 2007

In continuità con gli ultimi anni il Censis conferma una sequenza positiva di lungo periodo (dal rifiuto dell'ipotesi del declino, alla patrimonializzazione, dall'individuazione di schegge di vitalità economica fino al piccolo silenzioso boom descritto lo scorso anno). [...] Tuttavia, le dinamiche di sviluppo in atto restano dinamiche di minoranza, che non filtrano verso gli strati più ampi della società. Lo sviluppo non filtra sia perché non diventa processo sociale, sia perché la società sembra adagiarsi in un'inerzia diffusa, una specie di antropologia senza storia, senza chiamata al futuro. Una realtà sociale che diventa ogni giorno una poltiglia di massa; impastata di pulsioni, emozioni, esperienze e, di conseguenza, particolarmente indifferente a fini e obiettivi di futuro, quindi ripiegata su se stessa. Una realtà sociale che inclina pericolosamente verso una progressiva esperienza del peggio. Settore per settore nulla quest'anno ci è stato risparmiato: nella politica come nella violenza intrafamiliare, nella micro-criminalità urbana come in quella organizzata, nella dipendenza da droga e alcool come nella debole integrazione degli immigrati, nella disfunzione delle burocrazie come nello smaltimento dei rifiuti, nella ronda dei veti che bloccano lo sviluppo infrastrutturale come nella bassa qualità dei programmi televisivi. Viviamo insomma una disarmante esperienza del peggio.
Tanto che, quasi quasi al termine poltiglia di massa si potrebbe (con eleganza minore) sostituire il termine più impressivo di “mucillagine”, quasi un insieme inconcludente di “elementi individuali e di ritagli personali” tenuti insieme da un sociale di bassa lega.
Pertanto in una società così inconcludente appare difficile attendersi l'emergere di una qualsivoglia capacità o ripresa di sviluppo di massa, di “sviluppo di popolo” come si diceva una volta [...]

Dalle considerazioni generali del XLI Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese [leggi]

“Poltiglia di massa”, anzi peggio “mucilaggine... insieme inconcludente di pulsioni ed emozioni individuali che non dà spazio al collettivo, ripiegata su se stessa e che non guarda al futuro”.
E' impietoso il ritratto che il Censis ha fatto della la società italiana alla fine del 2007 nel suo 41mo Rapporto.
Per uscire dall'attuale 'putrescente' stato, secondo il Censis, si deve puntare sulle tante minoranze attive nell'economia, nella società e nelle scienze.
Gli italiani, prosegue ancora il Censis, vivono attualmente una “disarmante esperienza del peggio. E nessun settore sembra salvarsi dalla critica spietata: nella politica come nella violenza intrafamiliare, nella microcriminalità urbana come in quella organizzata, nella dipendenza da droga e alcool come nella debole integrazione degli immigrati, nella disfunzione delle burocrazie come nello smaltimento dei rifiuti, nella ronda dei veti che bloccano lo sviluppo infrastrutturale come nella bassa qualità dei programmi televisivi”.

Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, ha coniato per l'occasione la definizione “ritagli umani”, ossia la frammentazione delle forme di coesione per dimostrare l'impossibilità nel costruire un tessuto sociale: troppo individualismo e poco mordente, le forme di aggregazione sono deboli.
Eppure, e questo viene detto all'inizio del Rapporto, lo sviluppo c'è ma non si percepisce. Sul versante dello sviluppo economico, il Censis conferma la visione positiva degli ultimi anni: sia perché cresce nelle imprese la qualità delle strategie competitive (come quelle di nicchia e di offerta sul mercato del lusso), sia perché si va allargando la base territoriale dello sviluppo e perché l'Italia ha alcuni importanti big-player di tradizione finanziaria e industriale. E' una visione positiva che sembra poter superare anche le turbolenze finanziarie degli ultimi mesi.
Ma ciò non è abbastanza per riprendere la popolazione dalla, oramai eccessiva, disillusione politica e quella dettata dalle istituzioni, è infatti questa enorme disillusione che ''trita'' la società italiana che continua a perdere la propria identità collettiva.

Insomma, l'analisi del Censis descrive un'Italia a due velocità, due velocità che stavolta non riguardano il divario ''classico'' Nord-Sud (che comunque è presente), ma che indicano da una parte lo sviluppo economico, che come detto si conferma positivo, e dall'altra una società che non rispecchia lo stesso trend ma anzi se ne distacca.

Di seguito alcuni dei motivi che stanno rendendo gli italiani, secondo il Censis, una “mucillagine”:
- Italia aggressiva e litigiosa. E' la 'degenerazione antropologica', la modalità espressiva quotidiana degli italiani. Ne sono teatro gli stadi e le famiglie. In casa aumentano violenze e separazioni.
- Italiani al cellulare. Il numero dei telefonini continua a crescere. Li possiede l'86,4% della popolazione contro il 92,1% delle Tv. Il telefonino è utilizzato dal 76,9% degli uomini e dal 75% delle donne con punte di oltre il 96% fra i giovani di età di 14-29 anni. Al centro è record di telefonini dove si registra un indice di penetrazione dell'84,5%.
- L'antipolitica della gente. Che della politica “non ci si può fidare” lo pensano 8 italiani su 10. Il 76,1% dice che 'nessuno si preoccupa di ciò che accade agli altri' mentre per il 56,4% valgono 'di più i propri interessi che gli altri'. Sfiducia anche verso le istituzioni. In particolare dello Stato, 52,4% dice di essere poco o per niente soddisfatto del suo operato. Maggiori successi li riceve il Comune (sfiducia al 32,7%).
- Un terzo del reddito delle famiglie va via per casa e energia. A questi scopi va il 31% degli stipendi. E' diminuita invece la spesa per alimenti (dal 21,1% del 1996 al 18,9% del 2006).
- In carcere solo 4 su 10 hanno una condanna definitiva. Dopo l' indulto i detenuti sono diventati 43.957. Nei penitenziari oltre un terzo è straniero, per lo più clandestini.
- Nelle università uno studente su 5 è fuori sede. Si tratta di 350 mila studenti che preferiscono atenei lontani dalla propria città. La spesa media mensile per le loro famiglie ammonta a 1.100 euro.
- Un italiano su 5 ''convive'' con la criminalità. Il 22% della popolazione italiana, ossia circa 13 milioni di persone, vive in zone in cui è presente la criminalità organizzata. Si tratta di cittadini del Sud, pari al 77,2% della popolazione di quattro regioni (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia).

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

10 dicembre 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia