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Ponte di Natale

Il premier Berlusconi rilancia il Ponte di Messina: ''A dicembre-gennaio cominceremo il ponte sullo stretto''

15 ottobre 2009

AGGIORNAMENTO
"I lavori del ponte sullo Stretto di Messina inizieranno il 23 dicembre di quest'anno e termineranno nel 2016".  E' l'anticipazione del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, in un'intervista a SkyTg 24. Come ha spiegato ieri l'amministratore delegato della soceità concessionaria Stretto di Messina e commissario per il ponte sullo Stretto, Pietro Ciucci, verranno avviati i lavori propedeutici, in Calabria e in Sicilia, per la realizzazione dell'opera. Il cantiere principale verrà aperto entro il 2010. Matteoli ha poi aggiunto che "sulla Salerno-Reggio Calabria i lavori non si fermeranno perché sono completamente finanziati. Anche i lotti 5 e 6 sono stati finanziati. Entro fine 2013 massimo inizio 2014 finiranno i lavori di questa opera fondamentale".
Sull'inizio dei lavori per il ponte è arrivata l'approvazione del governatore siciliano Raffaele Lombardo. "Sottoscrivo 63 volte...", ha detto il presidente della Regione parlando con i cronisti nella sala della Stampa Estera, a margine della presentazione della candidatura di Palermo alle Olimpiadi del 2020 che si è svolta a Roma. "Ho incontrato questa mattina il presidente dell'Anas - ha aggiunto Lombardo -. Se mi propone di partecipare a un eventuale aumento di capitale della società del ponte sullo Stretto, la Regione siciliana parteciperà con 100 milioni di euro. Se questa è la condizione per realizzare l'opera allora parteciperemo".

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"A dicembre-gennaio inizieremo a realizzare quella grande e fondamentale infrastruttura per la Sicilia che è il ponte sullo stretto di Messina".
L'annuncio questa volta (ma non è stata certo l'unica volta, comunque) è del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo intervento, ieri, alla presentazione dei piani di sviluppo dei sistemi aeroportuali di Roma e Milano a Villa Madama.
"Il governo ha ancora davanti a se un lungo tratto per essere operativo", ha aggiunto il premier. "Il nostro Paese si deve svegliare da un lungo sonno che lo ha portato anche ad avere condizioni di bilanci negative". L'Italia, aveva detto precedentemente il presidente del Consiglio, ha un "gap infrastrutturale, della logistica della mobilità" che rappresenta una vera propria "strettoia" che ha finora "impedito di sfruttare a pieno le ricchezze del nostro Paese che potrebbero attirare ancora più turisti e investitori". "Un gap - ha concluso -, che noi dobbiamo superare".

Alle dichiarazioni del premier hanno fatto seguito le parole di Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina e commissario per la realizzazione dell'opera: "Per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina "entro il 2010 parte il cantiere principale". Prima dell'apertura del cantiere principale partono altri "lavori propedeutici" ha detto Ciucci, spiegando per esempio che verrà spostata la linea ferroviaria a Villa San Giovanni. "Lavori di intesa con Ferrovie che verranno fatti da Stretto di Messina" (LEGGI). "Ad oggi - ha detto Ciucci - siamo entrati nella fase finale della progettazione esecutiva: l'obiettivo è impegnativo ma ci siamo impegnati. Per questa prima fase ci sono circa 30 milioni di euro disponibili, e sono previste altre opere a terra anche in Sicilia". Dei sei miliardi di investimento, "un terzo riguarda opere a terra che si possono anticipare".

Immediate le reazioni dell'opposizione all'annuncio di Berlusconi sull'avvio dei lavori per il Ponte di Messina. Per Ermete Realacci, responsabile Ambiente del Pd "è un grande bluff. Investire una abnorme quantità di denaro pubblico in un'opera faraonica e di dubbia utilità come il Ponte sullo Stretto è uno sfregio nei confronti dei cittadini del sud di Italia che hanno ben altre priorità".
"Le dichiarazioni del presidente del Consiglio sono l'ennesima dimostrazione della sua incredibile faccia tosta. - ha commentato il responsabile Infrastrutture del Pd, Andrea Martella - Come si fa a sostenere la necessità che sulle Infrastrutture l'Italia 'si svegli da un lungo sonno', proprio nel giorno in cui l'Associazione nazionale costruttori denuncia un taglio di 2 milioni e mezzo di euro ai fondi per le infrastrutture?".
Francantonio Genovese, segretario regionale del Pd, ha così commentato: "Di nuovo la stessa idea sbagliata. La Sicilia, e il Sud hanno altre priorità. Parlare poi della costruzione del ponte di Messina all'indomani di una tragedia ambientale con trenta morti e centinaia di sfollati è, tra l'altro, offensivo. Il nostro territorio - ha aggiunto - ha bisogno di risorse per ripristinare i danni dell'abusivismo e per costruire infrastrutture veramente indispensabili. Strade e ferrovie che garantiscano la crescita delle nostre terre, non progetti faraonici, di dubbia attuazione, vere e proprie cattedrali nel deserto utili solo alla celebrazione di un governo del fare che in realtà sa fare solo annunci".
Il parlamentare nazionale del Partito democratico, Giuseppe Berretta, intervenendo con un'interpellanza alla Camera sulla questione della viabilità nell'Isola e in particolare sull'asse di collegamento tra Catania e Siracusa ha chiesto: "Prima di pensare alle opere faraoniche si metta mano a opere di modesta dimensione che frenano lo sviluppo e l'economia della Sicilia. Questa vicenda è emblematica di tutto quello che accade in Sicilia - ha osservato l'esponente del Pd - l'asse di collegamento tra Catania e Siracusa è stato inaugurato centinaia di volte ma in realtà solo una piccola porzione è stata completata. L'inefficienza con cui è stato gestito il problema della programmazione dei lavori sta mettendo in difficoltà l'economia siciliana. È un problema che il governo Prodi aveva tentato di risolvere stanziando 1 miliardo di euro per la viabilità secondaria in Sicilia. Il governo Berlusconi ha dirottato altrove questi fondi penalizzando ancora una volta la Sicilia".

"Berlusconi annuncia il Ponte ma troverà un muro di persone a sbarrargli la strada, determinate più che mai a difendere il loro territorio da mostri di cemento inutili, dannosi e pericolosi", ha affermato Michelangelo Tripodi, responsabile Mezzogiorno del Partito dei Comunisti italiani."Al Sud - ha aggiunto - occorre altro: le ingenti risorse per il Ponte devono servire per un serio piano di tutela del territorio e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio e per qualificare, migliorare e potenziare le strade e le ferrovie, che sono il vero colabrodo strutturale del Mezzogiorno. Il Ponte sullo Stretto sta al Meridione come la mafia sta alla democrazia. Tragedie come quella di Messina, che sono l'emblema dello scempio ambientale prodotto nel Sud Italia, non possono passare in cavalleria. Chiamiamo a raccolta tutti i cittadini, calabresi e siciliani in primis - ha concluso Tripodi - affinchè il Meridione non perda il più bel affaccio in mare che la natura gli ha dato in dono e che sarebbe un vero delitto violentare".

Critico anche il presidente dell' Idv al Senato, Felice Belisario: "Sta per partire un'opera faraonica contro il buon senso, assolutamente non prioritaria per il Sud che in realtà ha bisogno di ben altre infrastrutture. Le risorse destinate al Ponte siano indirizzate 'al risanamento e alla messa in sicurezza del territorio al fine di evitare un'altra sciagura come quella avvenuta il 2 ottobre a Messina, sostenendo che 'il resto è solamente mera propaganda'". "Si tratta - sostiene Belisario - di una vera e propria cattedrale nel deserto che collegherà il nulla con il nulla se il Governo non provvederà subito a varare misure volte a potenziare tutte le infrastrutture che interessano lo Stretto, a partire dalla rete ferroviaria e da quella stradale. Tra l'altro, in una zona ad alto rischio idrogeologico, già devastata dal terremoto e dalla recente alluvione, è quanto meno poco prudente realizzare un'opera così imponente".
Quella sul Ponte è una polemica "fuori luogo". Raffaele Lombardo, riferendo l'altro ieri all'Assemblea regionale siciliana sul disastro di Messina, nella sua replica ai deputati non è sfuggito sulla questione dei fondi per l'opera faraonica da realizzare in una Sicilia che sconta ancora deficit clamorosi sulle infrastrutture. Spendere i soldi del Ponte per rimettere in sicurezza le nostre città o magari per rendere decenti i nostri collegamenti ferroviari, si dice da più parti. Ma Lombardo invita a riflettere su un punto: "L'opera in questione si realizza con lo strumento della
finanza, ovvero con la partecipazione di investitori privati. E l’imprenditore che mette i soldi vuole rientrare, entro venti o trent’anni dall’investimento, con gli interessi. E certo non metterebbe i suoi soldi nella messa in sicurezza del territorio”.


[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa.it, La Siciliaweb.it, Repubblica.it, LiveSicilia.it]

 

 

 

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15 ottobre 2009
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