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Ponte No, Sì, forse... Tra priorità presunte e disagi veri, continua l'infinita storia del Ponte sullo Stretto di Messina

21 luglio 2006

C'è chi lo desidera come non mai, chi pensa possa essere opera del diavolo, chi non lo vorrebbe però lo chiede nella speranza che ''un grandioso ponte possa smuovere le cose dell'isolata isola'', chi non lo ha mai voluto e continua a non volerlo pensando pure che ''macché c'entra che un'isola non debba essere più isola?''.
Insomma, la diatriba continua sulla costruzione o meno del Ponte sullo Stretto di Messina, sembra dover rimanere leggenda proprio come quella dei due mostri che nell'antichità rappresentavano le due estremità di Sicilia e Calabria: Scilla e Cariddi.
Anche i balletti politici ed economici sembrano non dover cessare mai e se per il governo Berlusconi la costruzione del Ponte era quasi come la costruzione di una piramide per il faraone, il governo Prodi dice che impelagarsi nella costruzione del Ponte, ora come ora sarebbe come fare un disastroso patto col diavolo. Alla luce di tutto ciò, sembra che ad avere ragione, fino ad ora, sono stati solo quelli , che non esponendosi direttamente con una propria ferma posizione sul da farsi o meno del colosso, hanno assicurato: ''Il Ponte, forse, lo vedranno i figli dei nostri figli''.

Intanto, proprio stamane, mentre nessuna decisione definitiva sembra vedersi ancora all'orizzonte, Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina Spa, l'uomo che ha cominciato la semi-concretizzazione (sempre e solo sulla carta, tanta carta) del progetto ''Ponte'', è diventato il nuovo presidente dell'Anas subentrando a Vincenzo Pozzi dimessosi con l'intero consiglio dopo la sfiducia resa pubblica dal ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, che già in precedenza aveva chiesto il commissariamento della società denunciando anche alla Procura presunti illeciti legati ai bilanci...
Cosa significherà avere Ciucci all'Anas? Noi una risposta (attualmente) non la sappiamo dare, possiamo solo dare voce, ancora una volta, a chi il Ponte lo vuole e a chi del Ponte ne vole proprio sapere.

Quelli che il Ponte SI...
''On.le Ministro, i siciliani vogliono che il Ponte sullo Stretto di Messina venga realizzato. Lo vogliono anche quelli che vivono all'estero nelle varie parti del mondo. Anche loro sono insorti con decine di e-mail, fax, lettere e telefonate. Sono 140 i messaggi di indignazione pervenuti da parte di Associazioni, Club, Comites, Cgie, amministratori e sindacalisti e che si allegano alla presente''
. Inizia così la lettera che Domenico Azzia, Consigliere del Cgie e Presidente di ''Sicilia Mondo'', ha inviato qualche giorni fa al Vice Ministro degli Esteri con delega per gli italiani nel mondo, Franco Danieli per sottoporre alla sua attenzione le opinioni dei siciliani a favore del Ponte sullo Stretto.
''In realtà - prosegue la lettera - il 'NO' al Ponte è ingiustificato ed inaccettabile. Basta fare una sola delle tantissime considerazioni. L'Ue, nel finanziare il Corridoio 1 Berlino-Palermo, ha voluto fare della Sicilia la punta di diamante dei commerci e degli interessi europei nel centro del Mediterraneo soprattutto nella previsione dell'area di libero scambio euro-mediterraneo del 2010. Senza il Ponte, cioè senza il collegamento veloce e diretto, la Sicilia verrebbe tagliata fuori perché il colossale flusso dei commerci, scambi e servizi afro-asiatici con l’Europa e viceversa, sceglierebbe altre sponde con continuità territoriale europea''. ''La Sicilia 'isolata' e senza collegamenti - scrive ancora Azzia - perderebbe ogni possibilità di sviluppo economico e di competizione. Anche l'Italia ne pagherebbe lo scotto. Senza il Ponte, la Sicilia non avrà mai né infrastrutture, né l'alta velocità come le altre Regioni, rimanendo condannata a non competere. [...] Il Ponte è la vera priorità del momento''. ''La sua costruzione - ricorda ancora il Presidente di Sicilia Mondo - non costa niente alla collettività. La società 'Stretto di Messina' ha in banca 2,5 miliardi di euro più il 20% dell'Ue. Ci sono poi i fondi FAS per le aree sottosviluppate, i fondi legati al PON ed al POR, più il contributo dei privati con i pedaggi. Il Ponte, già appaltato dalla impresa Impregilo, darebbe 10 anni di lavoro ai siciliani. Con il 'No' al Ponte si perderebbe tutto''. [...]

Quelli che il Ponte NO...
''Il ponte sullo Stretto di Messina è un monumento allo spreco di risorse economiche e ambientali, che la stessa Europa ci contesta''
, lo sostiene il WWF Italia che ricorda: ''Il costo stimato a consuntivo dal governo Berlusconi per realizzare l'opera e gli interventi connessi era almeno di 6 miliardi di euro e rischia di lievitare sino ai 7,5 e i 9 miliardi di euro (per l'aggravio dei costi, derivanti dall'aumento dei prezzi dei materiali in particolare dell'acciaio), dalla durata dei cantieri (che invece di 6 dureranno, credibilmente, 12 anni), dalle prescrizioni e raccomandazioni ambientali (nella Delibera CIPE n. 78/2003 se ne contano 35 su aspetti fondamentali).Con queste cifre si potrebbe contribuire a finanziare: il potenziamento delle linee ferroviarie tra Catania, Messina e Palermo, l'investimento infrastrutturale per favorire i collegamenti tra i porti siciliani e calabresi, il completamento della SS106 Ionica e dell'A3 Salerno-Reggio Calabria''.
Il WWF Italia ritiene che il progetto debba essere abbandonato al più presto considerato anche  le azioni della Commissione Europea che: a) il 18 ottobre 2005 ha messo in mora l'Italia per la sospetta violazione delle Direttive Habitat e Uccelli, sollevando dubbi sulla regolarità delle procedure di valutazione degli impatti del ponte e delle opere connesse; b) il 7 giugno 2006 ha messo in mora il nostro Paese per la sospetta violazione delle Direttive sugli appalti pubblici dei lavori, sollevando dubbi in merito ai sub-affidamenti e al reale rischio di impresa del General Contractor all'italiana.
''Abbiamo firmato l'appello dell'on. Rita Borsellino perché appoggiamo la sua iniziativa: chiediamo alla maggioranza, che ritiene il ponte sullo Stretto di Messina un'opera  inutile e velleitaria, di assumere al più presto un'iniziativa su questa vicenda - conclude il WWF Italia -, perché, prima della redazione del progetto definitivo (che obbligherebbe il concessionario a pagare al GC 65 milioni di euro), il Governo intervenga su Stretto di Messina SpA - società concessionaria di diritto pubblico, interamente finanziata da società ed enti pubblici (Fintecna, ANAS SpA, RFI SpA, Regione Sicilia e Regione Calabria) - venga rescisso il contratto con il general contractor, capeggiato da Impregilo firmato il 27 marzo 2006 che  ha vinto la gara con un maxiribasso, considerato da molte parti,  anomalo,  di 500 milioni di euro (3,9 miliardi invece dei 4.4 posti a base di gara)''.

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21 luglio 2006
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