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Ponte sullo Stretto, tela di Penelope che blocca lo sviluppo

Da oltre 30 anni l'ipotetica costruzione della Grande Opera blocca qualunque ipotesi di programmazione

03 novembre 2011

Il ponte sullo Stretto, che da oltre 30 anni blocca lo sviluppo di Messina condizionando qualunque ipotesi di programmazione, incassa una bocciatura dopo l'altra ma il PDL continua a giurare che si farà.
Dopo l'Unione Europea, la settimana scorsa anche il Governo Berlusconi lo ha messo in soffitta per qualche ora, appoggiando la mozione di Italia dei Valori per dirottare altrove il miliardo e 700 milioni di euro previsto per la costruzione della mega opera (anche se la maggior parte della somma andrà all'Anas, della quale è presidente lo stesso Pietro Ciucci, che è anche amministratore delegato della concessionaria Stretto di Messina).
Solo qualche ora e, puntuale come sempre, arriva la smentita. Il ponte si farà. Quello che è da vedere è il come, aggiungono i più maligni. E mentre il ministro dei Trasporti Altero Matteoli ribadiva che "il ponte si farà a prescindere dall'eventuale finanziamento dell'Unione Europea", quello della Difesa Ignazio La Russa si aggrappava all'ironia dichiarando che "una mozione non si nega a nessuno" e i no pontisti festeggiavano, la Presidenza del Consiglio calma le acque puntualizzando che "l'opera è solo in parte finanziata dall'intervento pubblico e che l'onere complessivo dell'infrastruttura prevede anche la partecipazione di capitale privato, l'utilizzo di Fondi strutturali e di altre fonti". Il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, che ha sempre sostenuto che l'opera è strategica ed importante per lo sviluppo della città, continua a dichiarare che il ponte sarà costruito e che il governo non terrà conto della mozione approvata dalla Camera.

A difendere il ponte anche il presidente della Regione Raffaele Lombardo che però, anche se precisa che "la mozione di IdV approvata dalla Camera non riguarda il ponte ma il trasporto pubblico locale per il potenziamento del quale si propone una copertura finanziaria che potrebbe essere prelevata dai fondi già assegnati alla Stretto di Messina", non si fa scrupolo a ridicolizzare l'esecutivo guidato da Berlusconi, dichiarando che "sarebbe veramente inspiegabile che un Governo che ha investito in questi ultimi 2-3 anni altre centinaia di milioni oggi si fermasse e tornasse indietro". Intanto la Stretto di Messina, la società concessionaria che gestisce la progettazione e la realizzazione dell'opera, non fa una piega e si limita a puntualizzare che "il voto favorevole della Camera dei Deputati sulla mozione presentata da IdV non pregiudica lo stanziamento dei fondi già previsti per la realizzazione del ponte sullo Stretto". Il testo della mozione si limita infatti ad impegnare il Governo "ad assumere iniziative volte a reperire le risorse economiche necessarie, anche eventualmente ricorrendo alla soppressione dei finanziamenti che il Governo ha previsto per la realizzazione del ponte".
E proprio sulla Stretto di Messina si concentrano gli strali dell'ex sindaco di Messina e oggi deputato PD Francantonio Genovese, che ha presentato un'interrogazione a Berlusconi e Matteoli per "verificare l'effettivo fabbisogno di personale della Stretto di Messina Spa in ragione dell'attività che è chiamata a svolgere ed in considerazione della situazione di crisi economico-finanziaria che grava sulle casse pubbliche". In particolare, Genovese ha evidenziato che dall'ultimo bilancio risulta “una perdita di esercizio di un milione di euro e che gran parte delle uscite riguarda i 54 dipendenti". Tra stipendi (solo l'anno scorso ci sono state 19 nuove assunzioni) ed affitti la società spende quasi 5 milioni di euro l'anno ed il parlamentare segnala anche che "risultano in corso di affidamento corsi di formazione, in Sicilia come in Calabria, per i futuri addetti alla manutenzione del Ponte e per altre figure attinenti la gestione dell'opera e del rischio sismico, nonostante l'Unione Europea abbia escluso il Ponte sullo Stretto dalle opere finanziabili e le nostre finanze pubbliche non consentano l'utilizzo di fondi per l'opera".

WWF Italia stappa lo spumante tenuto da parte da dieci anni e dichiara che l'approvazione della mozione "è il miglior modo per festeggiare il decennale della legge obiettivo varata nel 2001. E' la cronaca di un fallimento in campo economico-finanziario e ambientale della politica faraonica delle cosiddette infrastrutture strategiche di cui il ponte rappresenta 'l'opera farsa' per gli italiani onesti e 'l'opera bandiera' per il governo in carica". Il WWF pretende anche che "si cancelli la Stretto di Messina SpA, concessionaria interamente pubblica, a questo punto del tutto inutile e che il Governo destini gli 8,5 miliardi di euro totali previsti per il ponte alla messa in sicurezza del territorio del Sud ed al potenziamento delle opere ferroviarie e stradali in Sicilia e Calabria". Tra gli interventi improcrastinabili il WWF segnala l'adeguamento della linea tirrenica ed il potenziamento della linea ferroviaria jonica in Calabria e delle linee ferroviarie siciliane che collegano Catania, Messina e Palermo, il completamento dei lavori sulla Salerno-Reggio Calabria, l'ammodernamento e la messa in sicurezza della SS 106 Ionica. Indispensabili anche un servizio efficiente di metropolitana del mare per i pendolari dell'area dello Stretto, il rafforzamento degli attuali servizi di traghettamento pubblici, la rinaturalizzazione dei versanti, il consolidamento del suolo ed il riassetto del territorio ad alto rischio idrogeologico e sismico . [Articolo di Elisabetta Raffa per €conomiaSicilia.com]

Ponte di Messina, Ciucci: "Si farà, ma non senza lo Stato"
di Emilio Pintaldi (Giornale di Sicilia, 30 ottobre 2011)

Giura che il ponte si farà, esclude che in ogni caso si possa realizzare senza i finanziamenti pubblici, difende la Stretto di Messina e fornisce le cifre spese dal 1981 ad oggi. Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina e presidente dell'Anas, diventato ormai l'uomo chiave del ponte, rompe il silenzio e dopo le polemiche dei giorni scorsi seguite all'approvazione di un emendamento alla camera proposto da Italia dei valori che impegna il governo a privare il ponte dei finanziamenti pubblici per potenziare il trasporto pubblico dice la sua al nostro giornale e spiega perchè il ponte a suo avviso si farà.

Dottor Ciucci ma allora il ponte si fa o no? La mozione approvata in parlamento pregiudica il cammino dell'opera?
«Il voto favorevole della Camera dei Deputati sulla mozione presentata da Italia dei Valori, non pregiudica in automatico lo stanziamento dei fondi già previsti per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. La decisione è rimessa al governo e sull'argomento, sia Palazzo Chigi che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, hanno immediatamente espresso chiare valutazioni in favore del ponte».

Ci spieghi meglio
«Certo. Il testo della mozione approvata si limita infatti testualmente ad impegnare il Governo ad assumere iniziative volte a reperire le risorse economiche necessarie anche eventualmente ricorrendo alla soppressione dei finanziamenti che il Governo ha previsto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. In sostanza l'indicata soppressione dei fondi non è automatica e, come già detto, non c'è intenzione da parte del governo di impiegare altrove gli stanziamenti previsti per il ponte».

Ci faccia capire. Ragioniamo per assurdo. Senza quei soldi pubblici, l'opera non si potrebbe realizzare? Si potrebbe costruire solo con i soldi dei privati?
«La partecipazione dello Stato è essenziale per la realizzazione di progetti come il ponte sullo Stretto caratterizzati da complessità e tempi lunghi di ritorno finanziario. Infatti in qualsiasi parte del mondo opere del genere vengono realizzate con un deciso intervento statale».

Avrà sicuramente parlato con gli interlocutori della Stretto di Messina nel governo... L'hanno tranquillizzata?
«Come detto, più rappresentati di governo hanno ribadito che l'Opera non è in discussione».

Se il ponte non si facesse la penale che la Stretto di Messina o chi per lei dovrebbe pagare nei confronti del General contractor sarebbe di 500 milioni o più?
«Premesso che non credo che il ponte non si faccia, l'ammontare complessivo sarebbe molto inferiore. Infatti in caso di mancata realizzazione dell'opera per motivi non attribuibili al Contraente Generale, dovrà essere riconosciuto allo stesso il pagamento delle prestazioni rese e delle spese sino a quel momento sostenute, oltre ad un indennizzo nella misura ridotta del 5% dell'importo residuo del contratto, fino ad un massimo dei quattro quinti».

A chi come il deputato Genovese del Pd sostiene che siano stati sprecati mettendo sotto accusa specialmente le spese sostenute per far funzionare la stretto di Messina cosa risponde?
«Considerando la complessità ed unicità dell'Opera sotto tutti i profili - tecnico, organizzativo, gestionale, ambientale, finanziario - la Stretto di Messina si è avvalsa, come avviene in tutto il mondo per progetti di analoga portata, dei massimi esperti per garantire qualità delle opere in termini tecnici e ambientali, tempi realizzativi, rispetto dei costi. A titolo esemplificativo, tali contributi hanno riguardato le seguenti attività e organi: il Comitato Scientifico previsto dalla legge, l'elaborazione documenti di gara internazionali, l'elaborazione della Convenzione, la stesura dei contratti per un valore di oltre 4 miliardi di euro, i contenziosi legali (tutti risolti in favore della Stretto di Messina), advisor finanziari, analisi di Risk management, monitoraggi ambientali. L'importo complessivo per queste attività è assolutamente in linea con le problematiche tecnico giuridiche relative ad un investimento in project finance delle dimensioni del ponte. Inoltre molte delle indagini citate dall'onorevole Genovese sono state svolte in esecuzione delle prescrizioni del Cipe e dell'Unione europea, come ad esempio l'analisi delle acque dello Stretto di Messina, il monitoraggio dei flussi migratori dell'avifauna e dei cetacei».

Ma sino ad oggi per la macchina ponte quanto è stato speso? Parliamo di progettazioni, società, consulenze e tutto quello che può essere servito a tenere in piedi un' organizzazione così complessa? Circolano cifre diverse…
«Glielo dico subito: 283 milioni. Dal giugno del 1981 (anno di costituzione della Stretto di Messina) al 31 dicembre 2009 gli investimenti per la ricerca, lo sviluppo, gli studi di fattibilità, la progettazione di massima, l'aggiornamento e progettazione preliminare nonché l'esperimento di quattro gare internazionali, sono pari a 173 milioni di euro. Per l'anno 2010, unitamente ai lavori avviati a dicembre del 2009 per la variante di Cannitello, la progettazione definitiva - che ha richiesto anche le trivellazioni - ha determinato un ulteriore valore della produzione pari a 110 milioni di euro immessi direttamente sul mercato. Infatti l'avvio delle attività operative da parte del Contraente generale, del Monitore Ambientale e del Project Management Consultant ha comportato oltre 160 contratti con aziende italiane, molte di queste calabresi e siciliane. Pertanto l'importo complessivo è pari a 283 milioni di euro che rapportato all'investimento complessivo di 8,5 miliardi di euro rappresenta circa il 3%. Un importo assolutamente in linea con parametri internazionali, nonostante il ponte sia un Opera con caratteristiche eccezionali».

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- Niente più finanziamenti per il ponte sullo Stretto (Guidasicilia.it, 28/10/11)

- Ma chi ha detto che il Ponte sullo Stretto non si farà più? (Guidasicilia.it, 29/10/11)

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03 novembre 2011
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