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Poteva essere una strage

Sul cedimento di quel pilone del viadotto inaugurato nel 2006, dopo 30 anni d'attesa

22 maggio 2009

Poteva essere una strage. All'alba di giovedì un giunto di un viadotto sulla statate 626 Caltanissetta-Gela ha ceduto creando una gradino sulla carreggiata, contro il quale sono finiti un'auto e una moto in transito. Due le persone che sono rimaste ferite: Monia Greco, 32 anni, che viaggiava con i suoi due figli, rimasti illesi, e Gaetano Curasi, 28 anni, un poliziotto che viaggiava in moto. La donna ha riportato la frattura di due vertebre dorsali, mentre il poliziotto una frattura al braccio.
I vigili del fuoco hanno bloccato il traffico e al viadotto, lungo 1.480 metri a 90 metri d'altezza, è stato vietato l'accesso. Più tardi i carabinieri, su ordine della procura della Repubblica di Gela, hanno proceduto al sequestro giudiziario del viadotto "Geremia II".

Il giunto che ha ceduto è quello del nono pilone in direzione di Gela, forse per il cedimento del terreno sottostante. Il tratto Butera-Gela della 626 è rimasto chiuso in entrambe le direzioni di marcia perché i vigili del fuoco hanno ritenuto che "il viadotto costituisce grave pericolo per l'incolumità pubblica".
Il cedimento sarebbe avvenuto perché la trave che poggia sul pilone avrebbe avuto una forte escursione orizzontale, sganciandosi dall'appoggio e creando un fenomeno di torsione. In pratica - hanno riferito alcuni testimoni, automobilisti che transitavano nel momento del cedimento - il tratto di carreggiata poggia solo da un lato, a un'altezza di circa 90 metri, come se penzolasse.

La strada era stata inaugurata poco più tre anni fa dopo trent'anni di attesa. Ma dai primi accertamenti, ha informato l'Anas, è risultato che il movimento dell'impalcato ha riguardato la parte del viadotto realizzata 30 anni fa e non quella inaugurata nel 2006.
La procura di Caltanissetta, anche se non competente per territorio, ha aperto un'inchiesta per comprendere quante imprese sono state coinvolte nella costruzione, chi ha fornito il materiale e quali sono le cause dello smottamento. I lavori sulla 626 per circa quindici anni rimasero interrotti per la presenza di infiltrazioni mafiose. La direzione distrettuale antimafia vuole accertare se vi siano collegamenti fra il cedimento e le inchieste che sta conducendo attualmente sul calcestruzzo depotenziato. Intanto anche la procura di Gela, competente per territorio, ha aperto una sua inchiesta per accertare le cause del crollo.
L'Anas di Pietro Ciucci ha nominato una commissione per accertare le cause dell'accaduto. Da parte sua la Calcestruzzi spa, attraverso una nota, ha fatto sapere di non aver effettuato alcuna fornitura di calcestruzzo per realizzare il viadotto "Geremia II".

"Quanto accaduto al viadotto sulla Gela-Caltanissetta è gravissimo. Non è accettabile che un'opera inaugurata solo nel 2006 possa subire una crisi strutturale così dirompente". Questa la dichiarazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. "Sono in corso - ha aggiunto Matteoli in una nota - più inchieste e quindi non intendo entrare nel merito degli accertamenti, ma ho subito richiesto al presidente dell'Anas una immediata e capillare descrizione delle cause che hanno determinato il cedimento del viadotto. Contestualmente, ho dato mandato agli uffici competenti del mio dicastero di verificare tutti gli atti e le procedure sull'affidamento dell'opera, sulla sua realizzazione e quindi sul suo collaudo. In questi casi, le commissioni d'inchiesta hanno giustamente una funzione mirata all'identificazione di eventuali responsabilità, invece il ruolo del ministero deve mettere in essere le azioni necessarie per evitare il ripetersi di simili eventi".
"Questo monitoraggio e questa vigilanza, sin dall'inizio del mio mandato - prosegue il ministro - sono stati indicati agli uffici competenti del dicastero e dell'Anas e mi risulta che già l'Anas ha avviato apposite indagini in tal senso. E' mia intenzione - ha aggiunto Matteoli - verificare la possibilità di nominare un commissario, in modo da appurare e riferire le risultanze del cedimento e contestualmente assumere iniziative per fluidificare il traffico su un'arteria essenziale per i collegamenti meridionali della Sicilia. Intanto desidero inviare alle persone rimaste ferite gli auguri più fervidi di pronta e completa guarigione".

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Corriere.it, Repubblica/Palermo.it]

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22 maggio 2009
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