Potiche - La bella statuina
Una Deneuve perfetta per una commedia garbata e sottile, cattiva e intelligente
Noi vi segnaliamo...
POTICHE - LA BELLA STATUINA
di François Ozon
Francia, 1977. Quando Robert Pujol, tirannico proprietario di una fabbrica di ombrelli, decide di allontanarsi dalla sua azienda e dalla famiglia a causa dei contrasti con i suoi dipendenti, la moglie Suzanne prende le redini della società e grazie all'aiuto del suo vecchio amico Babin, deputato comunista, riesce ad appianare i contrasti e a rimettere in piedi la fabbrica. Tuttavia, la libertà dal dispotico Pujol per dipendenti e familiari non durerà a lungo...
Anno 2010
Nazione Francia
Produzione Mandarin Cinéma, FOZ, France 2 Cinéma, Mars Films, Wild Bunch, Scope Pictures, Canal+, TPS Star, France Télévisions, Région Wallonne
Distribuzione BIM
Durata 103'
Regia e Sceneggiatura François Ozon
Tratto da opera teatrale di Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy
Con Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Fabrice Luchini, Karin Viard Nadège, Judith Godrèche, Jérémie Renier
Genere Commedia
In collaborazione con Filmtrailer.com
La critica
"'Potiche' non è solo un gioco di citazionismo cinematografico e neanche solo un grande omaggio all'attrice francese, bensì un'intelligente allegoria della Francia d'oggi, dei suoi personaggi politici e dei suoi vizi e virtù. (...) Ecco, Ozon continua nella sua investigazione sul gentil sesso, qui nel rapporto con la politica e il potere (...), adattando un testo che gli ha permesso di parlare di femminismo, crisi economica, rivendicazioni sindacali e famiglia senza un accenno di didascalismo, anzi con tante sane e intelligenti risate e un occhio ben fisso sui personaggi della politica di oggi. Com'è stato dichiarato dallo stesso regista i due personaggi principali si ispirano a Nicolas Sarkozy (nei panni del marito isterico e del padrone illiberale della azienda) e a Ségolène Royal (la 'bella statuina' Deneuve) ai quali si aggiunge la figura del 'postino', così lo chiamano i francesi, comunista sindacalista, qui nei panni di Depardieu. Benché il film sia spassosissimo, la morale è veramente cupa e nera. Nessuno di questi personaggi si salva, ognuno a suo modo mostruoso e perso, compresa l'imprenditrice politica Deneuve che alla fine può ricordare un Berlusconi in gonnella."
Dario Zonta, 'L'Unità'
"Solo la Deneuve. Solo la massima diva di Francia col suo viso immoto e perfetto poteva fare 'Potiche', alla lettera "Bella statuina", di François Ozon. Solo l'attrice più borghese del mondo, la regina del bon ton e della dissimulazione, l'eroina buñueliana della doppia morale e delle doppie vite, poteva incarnare con tanto sfacciato divertimento questa donna. (...) Tanto per chiarire che dietro il "femminismo" di questo film tratto da una pièce di Barillet e Grédy c'è l'immoralismo feroce di Ozon. Che come in 'Otto donne' rende tutti rapaci, meschini, caricaturali (tranne forse l'ingenua segretaria ¬amante incarnata dalla sempre fantastica Karin Viard), senza distinzioni di classe, di sesso o di età. Esasperando l'ambientazione (anni 70 significa licenza di uccidere per truccatori, parrucchieri e scenografi) e i cliché del teatro di boulevard per portare alla luce l'anima segreta di ognuno."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero'
"Il termine 'potiche' in francese, designa un qualsiasi oggetto in ceramica, senza pregio, da sempre immobile su qualche mobile di casa. In italiano potrebbe definirsi paccottiglia, con supponente attribuzione di inutilità. Una statuina di nessun valore. Nell'omonima celebre pièce dalla quale François Ozon (arguto scultore di tipologie femminee, vedi '8 donne e un mistero') ha tratto il suo 'Potiche - quel genio di mia moglie', il termine si riferisce all'ironica, brava, e ancora bella Catherine Deneuve. (...) Dice Ozon di essersi ispirato anche all'ormai antica sfida tra Nicolas Sarkozy e Ségolène Royale. E il film sarebbe stato un piccolo evento perfetto al Lido, una commedia brillante nel grigiore della rassegna, se in conferenza stampa non avessero tirato in ballo il solito maschilismo (le donne subirono, sì, ma molte ci marciarono, sui mariti ricchi). E anche, pazzesco, hanno aggiunto che l'industriale Pujol sarebbe lo specchio del nostro premier. Neanche avesse il dono dell'ubiquità. Basta, per favore, con la politica ottusa e strumentale ad ogni costo."
Bruna Magi, 'Libero'
"Sorridente, luminosa, disponibile, mademoiselle Deneuve ha l'aria di essersela goduta un sacco nel ruolo della 'potiche', la bella statuina che d'un tratto si anima e sfodera inattese unghie affilate. La commedia si addice a Catherine, ieri applauditissima protagonista del film (10 minuti di battimani con standing ovation) che François Ozon ha tratto da una piéce di boulevard, 'Potiche', cavallo di battaglia di celebri attrici quali Jacqueline Mailan. Dopo tre giorni di incubi e tregende, alla Mostra è finalmente sabato. E si tira il fiato con un po' di buon umore. La commedia di Ozon, garbata e sottile, cattiva e intelligente, finisce giustamente in gara facendo uscire di sala critici e pubblico di ottimo umore."
Giuseppina Manin, 'Corriere della Sera'
In concorso alla 67ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (2010)