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Povera Patria

In Italia otto milioni di poveri: colpita una famiglia su dieci. Al Sud è povera una famiglia su 4

19 luglio 2012

Nel 2011, l'11,1% delle famiglie è risultato "relativamente povero (per un totale di 8.173 mila persone) e il 5,2% lo è in termini assoluti (3.415 mila)". La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 1.011,03 euro. E' quanto sottolinea l'Istat nel Rapporto 'La povertà in Italia'.

"La sostanziale stabilità della povertà relativa rispetto all'anno precedente deriva dal peggioramento del fenomeno per le famiglie in cui non vi sono redditi da lavoro o vi sono operai, compensato dalla diminuzione della povertà tra le famiglie di dirigenti/impiegati. In particolare - rileva l'Istat - l'incidenza della povertà relativa aumenta dal 40,2% al 50,7% per le famiglie senza occupati né ritirati dal lavoro e dall'8,3% al 9,6% per le famiglie con tutti i componenti ritirati dal lavoro, essenzialmente anziani soli e in coppia. Tra quest'ultime aumenta anche l'incidenza di povertà assoluta (dal 4,5% al 5,5%)".
La povertà assoluta "aumenta tra le famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (dal 4,7% al 5,4%), soprattutto se non ci sono redditi da lavoro e almeno un componente è alla ricerca di occupazione (dall'8,5% al 16,5%). L'incidenza di povertà assoluta cresce anche tra le famiglie con a capo una persona con profili professionali e/o titoli di studio bassi: famiglie di operai (dal 6,4% al 7,5%), con licenza elementare (dall'8,3% al 9,4%) o di scuola media inferiore (dal 5,1% al 6,2%). Peggiora la condizione delle famiglie con un figlio minore, sia in termini di povertà relativa (dall'11,6% al 13,5%), che di povertà assoluta (dal 3,9% al 5,7%)".
"A fronte della stabilità della povertà relativa al Nord e al Centro, nel Mezzogiorno si osserva un aumento dell'intensità della povertà relativa: dal 21,5% al 22,3%. In questa ripartizione - viene sottolineato - la spesa media equivalente delle famiglie povere si attesta a 785,94 euro (contro gli 827,43 e 808,72 euro del Nord e del Centro)".

La povertà "è sempre maggiormente diffusa nel Mezzogiorno, tra le famiglie più ampie, in particolare con tre o più figli, soprattutto se minorenni; si conferma la forte associazione tra povertà, bassi livelli di istruzione, bassi profili professionali (working poor) ed esclusione dal mercato del lavoro: se la persona di riferimento ha al massimo la licenza elementare l'incidenza di povertà è pari al 18,1% (contro il 5% osservato tra i diplomati e oltre) e sale al 27,8% se è alla ricerca di occupazione".
Tra le famiglie in cui sono presenti persone in cerca di occupazione, "l'incidenza sale al 28,2% se in famiglia ci sono occupati ma non ritirati dal lavoro (quindi almeno un reddito da lavoro e nessun reddito da pensione) e al 38,2% se ci sono ritirati ma non occupati (quindi almeno un reddito da pensione e nessun reddito da lavoro); livelli di incidenza superiori al 50% si osservano, infine - prosegue l'Istat - tra le famiglie senza occupati né ritirati dal lavoro (che hanno anche peggiorato la propria condizione rispetto al 2010), costituite da anziani soli senza una storia lavorativa pregressa e da persone escluse dal mercato del lavoro che vivono in coppia con figli o che sono genitori soli".

Al Sud è povera una famiglia su 4 - La povertà relativa è più diffusa in Sicilia e Calabria: nell'Isola è povero il 27,3% delle famiglie, in Calabria lo è il 26,2%. La spesa media equivalente delle famiglie povere si attesta a 785,94 euro (contro gli 827,43 e 808,72 euro del Nord e del Centro). [Adnkronos]

- La povertà in Italia (il testo integrale dell'Istat - pdf)

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19 luglio 2012
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